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La più nitida espressione dei principi

etici della Rivoluzione cubana

La manipolazione mediatica ha voluto de-naturalizzare l’avvertimento di Fidel per evitare la guerra

 

10 agosto 2010 - Oscar Sánchez Serra www.granma.cu

 

Quanto poco conoscono il nostro popolo e la nostra Assemblea Nazionale del Potere Popolare quelli che hanno pensato che i cubani hanno bisogno di Fidel nel mezzo del Palazzo delle Convenzioni per omaggiarlo o fargli gli auguri per il suo compleanno. Lui non è mai stato, né mai sarà, assente da quel Parlamento, che è un Parlamento del popolo e per il popolo. Per questo non ci mancherà mai.

 

Ciò che forse può far male ad alcuni è che il nostro Parlamento, martiano fino al midollo, sia stato il primo a riunirsi per affrontare come unico tema il pericolo che sta correndo il pianeta a causa delle minacce di guerra della maggiore potenza militare che abbia conosciuto la storia mondiale. Perché i deputati sanno bene che “Patria è umanità”.

 

Fidel, dalle sue Riflessioni, ci ha avvisato dell’obiettivo imperialista, delle conseguenze che una catastrofe nucleare causerebbero. E adesso ci spiega come evitare tale olocausto e perché l’esercizio pubblico dell’Assemblea Nazionale, trasmesso dalla televisione nazionale ed internazionale, di fronte al corpo diplomatico accreditato a Cuba e dei giornalisti nazionali e stranieri con uffici nel paese.

 

Obama non darà l’ordine di un attacco nucleare in Iran, se lo persuadiamo, ha espresso. “È questo quello che stiamo facendo qui. Stiamo realizzando un contributo al tentativo di dissuasione” ha enfatizzato.

 

Tale è l’istanza che a nome di tutto il nostro popolo ha guidato il pensiero del Comandante in Capo: salvare l’umanità.

 

Perché?

 

Si trova nella genesi stessa dell’opera costruita, nella completa eredità ideologica, i cui concetti abbiamo ascoltato il 1 maggio del 2000. E' la continuità di un principio, di un’idea, perché quello che è avvenuto sabato scorso nel Palazzo delle Convenzioni della capitale cubana è stato la più nitida espressione dei valori etici della Rivoluzione cubana.

 

Cos’è “lottare con audacia, intelligenza e realismo” se non quello che stiamo facendo sotto la guida del Comandante in Capo che, come ha detto Ricardo Alarcón, Presidente del Parlamento, in brevi frasi, vere fino all’ultima parola, “nessuno (come lui) in questo pianeta sta facendo tanto per la pace dell’umanità”?

 

Per questo, di fronte al pericolo di tornare alla preistoria per un bombardamento nucleare, “siamo realisti di fronte al problema e non cerchiamo di affrontarlo con vecchie idee. Cerchiamo di vedere i pericoli reali, e di vedere il problema attraverso nuove prospettive”.

 

Una delle ragioni, forse la più contundente, della sessione straordinaria di sabato scorso, passa sempre per quel 1 maggio, quando disse che “Rivoluzione è lottare per i nostri sogni di giustizia per Cuba e per il mondi, che è la base del nostro patriottismo, socialismo, e del nostro internazionalismo”.

 

È toccato al nostro paese essere uno dei baluardi di questo socialismo, quando quanto avvisato il 26 luglio 1989 avvenne poco più di un anno dopo. Oggi con lo sguardo di chi continua a mantenere gli occhi aperti, il popolo torna a erigersi in difesa dei più poveri dell’umanità, che saranno per forza di cose quelli che soffriranno di più per le conseguenze di uno scontro nucleare.

 

E non si perseguono glorie con tale missione, lo ha detto lo stesso Fidel, “considerò che non è un merito farlo, la cosa importante è non rimanere zitti di fronte alla possibilità che cadano bombe: dobbiamo agire, ed è ciò che stiamo facendo”.

 

Anche della fermezza e modestia del nostro popolo si è parlato nella sessione straordinaria, quando i deputati, Fidel ed Alarcón si sono riferiti ai Cinque Eroi lottatori antiterroristi che da 12 anni stanno soffrendo un’ingiusta e crudele prigione.

 

Con questa fede nella vittoria della quale ci ha parlato anche Raúl nella passata sessione ordinaria, Fidel ha detto che “pensare che usciranno tra una settimana è troppo, ma (pensare che lo faranno) in dicembre, è troppo poco”, ha sentenziato con un “convincimento profondo che non esiste forza al mondo capace di schiacciare la forza della verità delle idee”.