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Miguel Bosé giudica il blocco contro
 

Cuba come la tortura

 

10 marzo 2010 - www.granma.cubaweb.cu

 

Lunedì a Madrid, il cantante spagnolo Miguel Bosé ha considerato una tortura il blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba ed ha augurato la bancarotta a chi, nella potenza statunitense, si è approfittato di quella politica ostile.

 

Durante la presentazione di Cardio, la sua più recente produzione discografica, il carismatico musicista ha considerato che, anche se il Governo di Barack Obama rifiuta di ricorrere a tale strumento, il blocco di 50’anni imposto all’Isola, si classifica proprio come tortura.

In un’affollata conferenza stampa, Bosé si è riferito, tra gli altri temi, al successo del concerto di Pace senza Frontiere celebrato all’Avana lo scorso settembre, organizzato dal rocker colombiano Juanes, e del quale è stato uno dei principali sostenitori.

 

Rispetto al memorabile incontro nella storica Plaza de la Revolución della capitale cubana ha ricordato che ha generato molte minacce, in allusione alle intimidazioni provenienti da un settore minoritario della comunità cubano-americana a Miami.

 

Quei fatti sono rimasti in Júrame, uno dei temi di Cardio, registrato settimane prima di quel 20 settembre del 2009 e che, come ha detto l’artista, è un ritratto della lealtà che si giurarono lui e Juanes per non cadere di fronte a quelle pressioni.

 

L’autore di famose canzoni, come Amante bandito, o Sevilla, ha sottolineato che la seconda edizione di Pace senza Frontiere ha disposto del beneplacito delle autorità statunitense e della nazione delle Antille.

 

Nessuno dei due Governi è mai venuto meno alla sua parola, né ha rotto una promessa, ha ricordato l’artista, dopo aver criticato il comportamento della prima generazione della comunità cubana radicata negli Stati Uniti.

 

A suo giudizio, della polemica si sono approfittati quelli che godono del potere di pressione in tale comunità e che sperano che il blocco non termini mai.

 

Bosé ha augurato loro il fallimento dei loro business al venir meno delle sanzioni contro Cuba, possibilità che, prevede lui, è aperta e probabile.

 

Bosé ha anche approfittato per denunciare la campagna mediatica in corso contro l’attore spagnolo Guillermo Toledo che, ha assicurato, è stato maltrattato da una parte della politica dopo le sue dichiarazioni a favore di Cuba successivamente alla morte di Zapata.

 

Il cantautore ha spiegato che, anche se non possiede tutti gli elementi del caso del contro-rivoluzionario e non conosce neppure di persona Toledo, l’attore gli è sempre parso una persona lucida e ponderata.