HOME BLOCCO

IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

Congressista USA afferma che il

blocco USA contro Cuba è insensato

 

5 maggio 2010 - www.cubadebate.cu

 

Washington 4 maggio. - In un articolo pubblicato oggi sulla Gazzetta del Congresso USA "The Hill", il rappresentante democratico per la California, Michael Honda, afferma che mantenere il blocco contro Cuba "è insensato" e "emargina gli Stati Uniti dalla comunità latino-americana e dei Caraibi".

 

Honda ha detto che dopo un recente viaggio a Cuba con una delegazione del Congresso "è diventato evidente che il blocco è  politicamente, economicamente e socialmente insensato".

 

Il congressista ha detto che "l'economia USA potrebbe trarre grandi vantaggi da migliori relazioni con Cuba, tuttavia, gli Stati Uniti si dedicano ad alienare questo potenziale alleato".

 

Aggiunge che "ora che l'America Latina si trova a lato di Cuba - come dimostra l'apertura delle rappresentanze diplomatiche di El Salvador e Costarica, e l'integrazione di Cuba nella Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi -  gli Stati Uniti possono rovinare le loro relazioni con paesi che vedono il blocco come una politica retrograda".

 

"Quanto più a lungo manteniamo Cuba come uno Stato sostenitore del terrorismo, un’accusa ampiamente criticata negli ambienti diplomatici, più rischio corrono la credibilità del nostro sistema di sicurezza nazionale e la nostra reputazione nella regione".

 

Honda afferma anche che "se gli Stati Uniti tolgono il divieto di viaggiare, due milioni di statunitensi potrebbero immediatamente visitare l'isola, un potenziale che può raggiungere i quattro milioni".

 

Egli propone "ampliare la cooperazione nell’istruzione, medicina, scienza e sport a partire dagli interscambi tra i popoli".

 

Allo stesso tempo critica duramente  il finanziamento degli Stati Uniti alla sovversione  in Cuba e ha indicato che l’inclinazione di Washington ad emettere comunicati, relativi a Cuba, in tono di rimprovero per i diritti umani, "risuona come una ripugnante ingiustizia".