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Cuba e il Giorno

 Internazionale dell’Anziano

 

2 settembre 2010 - Gretel Cruz Torres www.granma.cu (ain)

 

Il primo settembre si è celebrato il Giorno Internazionale dell’Anziano, istituito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite in memoria di Emma Godoy, scrittrice messicana che ha dedicato la sua vita a lavorare instancabilmente a favore di tale segmento della popolazione.

 

Tale data ha una importanza speciale nell’attualità, visto che il mondo vive un accelerato processo di invecchiamento.

 

Cuba non è estranea a tale fenomeno, che si è riproposto con maggiore rapidità che in altri paesi in conseguenza di molteplici fattori, tra i quali l’elevata aspettativa di vita che già supera i 75 anni.

 

Secondo gli esperti nazionali, l’Isola si colloca tra le nazioni con un maggiore invecchiamento demografico in America Latina, e nella non tanto lontana data del 2025, un cubano su quattro avrà più di 60 anni.

 

Ciò si deve, tra le altre cose, allo sviluppo scientifico-tecnico raggiunto nel campo della medicina e del sistema pubblico della sanità, gratuito e alla portata di tutti.

 

Ma se diventa importante raggiungere un’età avanzata, è ancora più necessario arrivare con una buona qualità di vita, in odo indipendente e utile, senza costituire una carica per la famiglia o la società.

 

Per tale motivo è imprescindibile che gli anziani comincino progetti nuovi, si relazionino con altre persone, si esercitino, ri-inizino la loro vita sentimentale, e lavorino, se possibile, azioni tutte che possono rendere più piacevole la vecchiaia.

 

Il Governo cubano, fin dal trionfo della Rivoluzione, nel 1959, ha accresciuto i propri sforzi per cercare dal punto di vista sociale, legislativo e medico, di migliorare l’esistenza degli adulti.

 

Si creò il Programma Nazionale della Terza Età che estese il suo lavoro interno delle comunità, con l’obiettivo di mantenere, prolungare e recuperare la funzionalità fisica, mentale e sociale degli anziani.

 

Poco a poco sono  state implementate nel paese differenti iniziative di impatto sociale, tra le quali i circoli dei nonni, che esplorano l’universo di possibilità locali per l’utilizzo del loro tempo libero.

 

Altri spazi sono forniti dalla Cattedra dell’Adulto Maggiore, la quale favorisce l’educazione continua e permanente delle persone longeve, crea abitudini sane e promuove l’attività fisica come opzione viabile.

 

Dalle sue aule, i Giovani Club di Informatica, inseriti nel progetto dell’università dell’adulto maggiore, familiarizzano tale parte della popolazione con le nuove tecnologie e contribuiscono a elevare la loro cultura.

 

Tutte le sue attività non permettono agli anziani di sentirsi soli, tristi o annoiati, apportano conoscenza, una esistenza più piacevoli e godono una vecchiaia sana.

 

L’assistenza degli anziani risulta un successo della società cubana che dobbiamo mantenere. In questo la famiglia svolge anche un ruolo decisivo, visto che dall’interno deve inculcare rispetto, amore e sensibilità verso tali persone, che in un determinato momento furono il sostegno della casa e che adesso, hanno bisogno di assistenza.

 

Gli anziani devono essere assunti nella società come quello che sono, esseri umani che hanno avuto la fortuna, la soddisfazione e l’opportunità di avere una lunga vita.

 

La vecchiaia deve essere vista come una tappa della vita nella quale, anche se avvengono cambi e si soffrono perdite importanti, si può continuare a crescere come esseri umani. Arrivare alla terza età è un orgoglio e non un infortunio.