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La XIII Settimana della Cultura Italiana 
 

Emigrazione e presenza

italiana in Cuba

 

6.12.10 - G.Minutii www.granma.cu

 

Un fenomeno complesso, tale da formare una ricca collana di nove volumi -e non finirà lì– questa Presenza Italiana in Cuba piena di sorprese, di aneddoti, di  famiglie numerose disseminate per tutta l’Isola.

 

Una delle ultime “scoperte” è stato il cognome Amandolesi, trasformato in Maduley, che lega gli italiani ad un’Eroina di Cuba, Celia Sanchéz Manduley, per esempio.  Il merito, enorme, va a Domenico Capolongo, ingegnere,  intellettuale eclettico, ex dirigente di Etecsa,  che  ha saputo creare spazi  di grande interesse anche prima di questa collana sulla presenza italiana in Cuba e che purtroppo,  partito lui dall’Isola, si sono persi...

 

La presenza  italiana in Cuba, cioè i risultati di un decennio, scrive Capolongo nel IX volume, che è un guida alla consultazione della Collana, è  la ricerca sul tema storico degli italiani in Cuba a partire dallo sbarco di Colombo ed è durata dieci anni, dal 2001 al 2010, con otto Tavole Rotonde.

 

I nove volumi sono strumenti imprescindibili  per chi vuole conoscere i tempi e le forme del presenza italiana in Cuba, ed un punto  di partenza per ulteriori approfondimenti. 

 

Se all’inizio si conosceva poco di questo tema,  un grande lavoro  con gli auspici di tre ambasciatori, e soprattutto quelli del Circolo Culturale BG Duns Scoto  di Roccarainola – città gemellata con Baracoa -  ha permesso la stampa dei bei volumi.  L’ultima testimonianza,  sui primi otto volumi,  è stata sottolineata, il 27 novembre del 2009, dal neo ambasciatore italiano in Cuba, Marco Baccin.   “Ho avuto le mie funzioni d’ambasciatore d’Italia solo da un mese, ma ho già scorso gli otto volumi dedicati alla presenza italiana in Cuba,  rimanendo piacevolmente colpito dall’accuratezza delle indagini svolte e dalla grande quantità di dati e informazioni messe a disposizione del lettore.

 

Questa vera  e propria enciclopedia costituisce uno strumento di particolare importanza per riscoprire ed approfondire le radici storiche della presenza, ed in particolare dell’emigrazione italiana nell’Isola, che, pur non raggiungendo le dimensioni  verificatesi in altri paesi latino americani,  si è andata consolidando alla fine del XIX secolo, anche sulla scia del contributo italiano alle guerre d¡ indipendenza cubane...”

 

Il gruppo di lavoro  ha compreso 40 studiosi,  32 cubani e 8 italiani, che hanno costruito le tessere di un mosaico spazio-temporale.  Sono stati prodotti  102 contributi,  sono state effettuate visite a luoghi simbolici e sono state  poste targhe che ricordano le presenze di italiani famosi per i più differenti motivi.

 

Una bella esperienza che lascia grandi spazi alla ricerca  di temi  che si potrebbero aggiungere, come la presenza in Cuba nel trentennio 1928 - 1958  di vari gangster  italo americani, tra i quali i noti  Al Capone, Frank Costello, Vito Genovese, Lucky Luciano,  Abert Anastasia...le cui attività illegali e criminose ebbero a L’Avana vita facile  con la dilagante corruzione della classe politica cubana dell’epoca.  Ci sono molte saghe familiari da investigare, molte storie  e questo compito va affidato ai discendenti che si stanno organizzando  e che definiranno  il vasto fenomeno migratorio durato per secoli.

 

Ha accompagnato la presentazione del IX volume, avvenuta in uno strapieno Salone dell’Energia del Convento di San Francesco d’Assisi, nell’Avana vecchia, una mostra di fotografie e documenti di italiani giunti a Cuba e di gruppi familiari, organizzata dai discendenti  guidati dal loro presidente Ernesto Marziota. L’Ambasciatore Baccin, con altri diplomatici, Oscar Zanetti e Domenico Capolongo hanno  preso la parola, seguiti da altre testimonianze.