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Alejandro Robaina, un contadino umile

 

19 aprile 2010 - Ronald Suárez Rivas www.granma.cu

 

Alejandro Robaina, conosciuto e umile agricoltore che aveva dato il nome ad una famosa marca di tabacchi, è stato seppellito a San Luis, Pinar del Río, in una semplice cerimonia, come lo era stata la sua vita, adornata da offerte floreali di Fidel e Raúl.

 

Con la terza elementare, accompagnata però da una spaventosa intelligenza naturale, Robaina è arrivato a convertirsi in uno dei maggiori conoscitori del tabacco, dando continuità alla tradizione famigliare iniziata a metà del XIX secolo. Per molti, si trattava addirittura delle migliori foglie, nel paese e nel mondo.

 

Tutte queste qualità hanno reso possibile la nascita di Vegas Robaina, un marchio di tabacchi creato in riconoscenza alla sua dedizione.

 

“Io ho donato il mio nome senza alcun interesse. Non ricevo nessun beneficio economico per questo. Che il mio lavoro possa distinguersi in questo modo, è un motivo di soddisfazione molto grande”, aveva commentato al rispetto.

 

Quando già aveva 80 anni, senza mai aver smesso di curare la sua piantagione, Robaina si trasformò in una specie di ambasciatore itinerante, percorrendo numerosi paesi e promuovendo il tabacco cubano.

 

Contemporaneamente, la sua casa si trasformò in un importante centro di incontri nel quale ha ricevuto, tra le altre personalità influenti, il premio Nobel della Letteratura Gabriel García Márquez, il trovatore Silvio Rodríguez, oltre a migliaia di persone anonime da tutti gli angoli del pianeta che hanno manifestato il desiderio di conoscerlo.

 

Ma la sua vita ha avuto anche momenti meno sponsorizzati, come l’appoggio al Movimento 26 de Julio, la lotta contro la dittatura di Batista e l’aver dato rifugio nella sua casa a vari rivoluzionari perseguitate nelle orde repressive.

 

Uno di loro fu Jesús Suárez Gayol, che poi prese parte alla guerriglia in Bolivia con il Che.

 

Conversatore e carismatico, Robaina ha difeso arduamente a 360 gradi la qualità del tabacco cubano, a suo giudizio, il migliore del mondo.

 

Tra i molti aneddoti, ripeteva spesso di quando un turista straniero gli chiese la differenza tra una foglia di tabacco del suo paese e quella di Vueltabajo. “Gli risposi: si strofini la sua in una mano e la mia nell’altra, si accorgerà sa sé che la sua emana puzza, mentre la mia aroma”.

 

Anche se ha conosciuto i luoghi più lussuosi del mondo, Alejandro è sempre stato affascinato di una particolarità cubana: “I turisti che arrivano a casa mia non capiscono come in una zona tanto appartata come questa non manchino scuole, con i loro maestri. Io li capisco perché ho viaggiato molto ed ho visto come in altri luoghi convivano allo stesso tempo l’opulenza e la miseria”.

 

Forse per questo, dopo aver conosciuto tanti VIP, essere apparso sui giornali più importanti e addirittura aver firmato autografi a Sting, il noto pinaregno ha sempre voluto essere ricordato come “un umile contadino”.