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Cultura africana

Riavvicinandosi alla casa degli

ancestri, Casa dell’Africa

L’entità costituisce uno scenario importante per conoscere aspetti della cultura, della storia e le influenze dell’Africa a Cuba

 

5 febbraio 2010 - www.granma.cu (Trabajadores)

 

Sono probabilmente pochi i paesi del continente che più di Cuba hanno mantenuto un’attenzione costante e perenne alle proprie radici africane come elemento fondante della propria identità.

 

Risulta innegabile che il disumano fenomeno della schiavitù in questa Isola, sorto come risultato della politica colonizzatrice di sfruttamento dei popoli del continente africano come fonte di mano d’opera economica e facile da sostituire, ha apportato, oltre ai valori economici, una profonda impronta nel complessa di formazione della nazionalità e la società cubana.

 

Il cibo, le abitudini, le danze sensuali, la musica contagiosa, lo stesso linguaggio ed addirittura la singolare componente religiosa sono presenti in modo rilevante nell’eredità che arriva fino ai nostri giorni, provenienti da remote regioni.

 

La Casa dell’Africa, istituzione fondata nel 1986 in uno dei palazzi coloniali del centro storico dell’Avana Vecchia, realizza un intenso lavoro di riscatto del patrimonio di straordinario valore, essendo un centro dedicato alla riflessione degli elementi della storia e delle influenze africane a Cuba, oltre a costituire un elemento chiave nella preservazione dell’eredità storica che hanno portato gli antichi schiavi nell’Isola ed nei Caraibi.

 

Il Museo della Casa dell’Africa ha varie sale permanenti che trattano la cultura dei popoli dell’Africa sub-sahariana o dell’Africa nera come molti la chiamano, ed esibiscono interessanti esposizioni di elementi genuini dell’ampia varietà di religioni afro-cubane.

 

Molti degli oggetti che costituiscono il suo fondo patrimoniale provengono dalla collezione del ricercatore Fernando Ortiz, mentre altri sono preziosi ossequi realizzati dal presidente cubano Fidel Castro durante le sue visite in distinti paesi dell’immenso continente.

 

Stando a vari esperti, queste collezioni presentano al pubblico differenti elementi propri di 27 nazioni, ai quali si aggiungono i lavori di ricerca che tale centro promuove con enfasi su quegli stati che ebbero l’influenza più diretta nella cultura nazionale cubana.

 

L’istituzione preserva numerosi elementi di carattere etnografico, tanto da costituire anche una specie di laboratorio in quanto al disegno delle più diverse concezioni vincolate alla presenza di schiavi nei nostri paesi: la cultura afro-cubana.

 

Oltre all’importante servizio che presta come museo, la Casa dell’Africa si erge come un’importante istituzione di insegnamento ed un luogo nel quale i ricercatori, i linguisti, gli etnologi, gli antropologi e gli studenti possono andare alla ricerca di elementi storici sui vincoli della maggiore delle Antille con quella ricca e schiavizzata regione del pianeta.

 

In tutto il lungo ed il largo della geografia cubana è possibile trovare luoghi che ricordano migliaia di uomini, donne e bambini che sono stati portati via con la forza della loro terra per non tornarvi mai più, le cui famiglie ed il cui passato furono distrutti con una crudeltà mai vista prima nella storia dell’umanità.

 

La ricchezza dell’intensa attività sviluppata dalla Casa dell’Africa trova il suo miglior complemento nelle azioni diplomatiche e di collaborazione che Cuba mantiene con i paesi fratelli del lontano continente.

 

Proprio per queste condizioni è stato possibile richiedere di creare programmi dedicati alla divulgazione della realtà di processi così crudeli, e del modo in cui le loro influenze sociali siano servite come base per la sostenibilità del Cammino dello Schiavo nel nostro arcipelago, nel quale già esistono musei e monumenti come il Castello di San Severino ed i resti del Triunvirato, veri simboli dei fatti che segnarono la schiavitù coloniale.