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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

Analisi

E se applicassimo la legislazione di

altri paesi ai "dissidenti" cubani?

 

 

16 marzo 2010 - Jose Manzaneda www.cubainformacion.tv

 

 

 

Cuba ha circa 50 persone che i grandi mezzi di comunicazione etichettano come "prigionieri politici", “prigionieri di coscienza" o "dissidenti". I governi dei paesi più potenti e ricche del mondo si affidano a questo argomento per fare pressione sul governo cubano e  forzare i cambiamenti sull'isola, in linea con i loro interessi politici ed economici. Anche la famosa e prestigiosa organizzazione Amnesty International qualifica con questi termini alcune di queste persone. Ma cosa c'è di certo in tutti loro?

 

Bisogna ricordate che nessuno dei cosiddetti "dissidenti" è stato condannato per reati di opinione, ma per una collaborazione diretta con il governo degli Stati Uniti attraverso differenti mezzi, principalmente la ricezione di fondi economici. Questa superpotenza, la cui economia rappresenta attualmente circa un terzo dell'economia mondiale, mantiene un blocco economico che causa gravi privazioni alla popolazione dell'isola ed è stato condannato dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite per 18 volte. Inoltre, protegge nel suo territorio persone responsabili di centinaia di vittime di atti terroristici a Cuba, e occupa una parte del territorio del paese, la baia di Guantanamo, contro l'espressa volontà del popolo e del governo cubano.

 

Cioè, il governo degli Stati Uniti mantiene una guerra aperta non dichiarata contro Cuba con l'obiettivo di rovesciare l'attuale sistema politico e sociale vigente nell'isola. Per questo ha destinato solo negli anni 2007 e 2008, 45,7 milioni dollari per i cosiddetti "dissidenti", ed altri 100 per  organizzazioni con sede negli Stati Uniti che agiscono, in molti casi, come finanziatori intermedi degli stessi.

 

I delitti dei cosiddetti "dissidenti", dunque, non hanno nulla a che vedere con la libertà di espressione, ma con la collaborazione con una nemica superpotenza straniera.

 

Ma cosa accadrebbe, in altri paesi, a persone che agiscono in maniera simile? (1)

 

Il Codice Penale USA prevede una pena di 20 anni per chi preconizza il rovesciamento del governo o dell'ordine stabilito. 10 anni di reclusione per il rilascio di "false dichiarazioni" con l'obiettivo di attentare contro gli interessi degli Stati Uniti nelle sue relazioni con un'altra nazione. E 3 anni a chi "mantenga(…) corrispondenza o rapporto con un governo straniero (...), con l'intenzione di influire nella (sua) condotta(...) su un conflitto o  controversia con gli Stati Uniti”.

 

Il Codice Penale spagnolo punisce da 4 a 8 anni coloro che "mantenessero relazioni di intelligence o rapporto di qualsiasi genere con governi stranieri (...) al fine di pregiudicare l'autorità dello Stato o compromettere la dignità e gli interessi vitali della Spagna”.

 

E la pena da 10 a 15 anni ai responsabile del delitto di "ribellione", applicato a coloro che "si ribellano in modo violento e pubblicamente" con fini quali derogare o la modificare la Costituzione, o destituire o sopprimere facoltà del Re di Spagna.

 

La Francia castiga con pene fino a 30 anni e 450000 euro di multa "il fatto di mantenere rapporti di intelligence con una potenza straniera (...) al fine di suscitare ostilità o atti di aggressione contro la Francia".

 

L’Italia sanziona con pene tra 3 e 10 anni di "cittadino che, anche indirettamente, riceva(...)  soldi da stranieri (...) denaro o qualsiasi altra cosa  (...)  al fine di commettere atti contrari agli interessi nazionali ", con un incremento di pena se "il denaro (...) si consegna o si promette mediante propaganda per mezzo della stampa".

 

I cosiddetti "dissidenti" cubani riceverebbero pene di gran lunga maggiori, per i loro delitti a Cuba, in uno qualsiasi dei citati paesi ed in altri non menzionati. Per tutti é stato provato la ricezione, direttamente o indirettamente, di fondi del governo degli Stati Uniti e la loro cooperazione con la politica di guerra contro il paese.

 

Il ricercatore francese Salim Lamrani definisce AI come un’organizzazione "nota per la sua serietà, professionalità e imparzialità", ma criticato il suo trattamento di Cuba. "Amnesty International farebbe bene a riconsiderare il suo giudizio - dice il professore – rispetto a quelli che considera prigionieri di coscienza a Cuba, in quanto la doppia misura è inaccettabile".

 

Scrivi ad Amnesty International e chiedi una correzione al suo trattamento verso Cuba: http://www.amnesty.org/en/contact

 

 (1) Salim Lamrani, "Le contraddizioni di Amnesty International" Rebellion, 7 maggio 2008. http://www.rebelion.org/noticia.php id = 67001