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Ciò che non si potrà mai dimenticare

 

Lo scorso martedì 21 settembre, mi sono incontrato alle 9 del mattino con oltre 600 passeggeri della Crociera della Pace (Peace Boat), quasi tutti di nazionalità giapponese, tra cui una sopravvissuta dell'assassinio di massa, avvenuto nella città di Hiroshima quando aveva due anni.  

 

La televisione nazionale cubana ha trasmesso l'incontro, ma la traduzione nella sala del Palazzo dei Congressi non era simultanea e le voci delle compagne che hanno effettuato quel difficile compito si sono sovrapposte alle mie parole. Ho deciso perciò di scrivere una Riflessione sul tema. 

 

Ho approfittato dell'opportunità per ridurre l'estensione di ciò che ho espresso ed ordinare meglio le idee trasmesse con assoluta fedeltà al contenuto delle stesse. 

 

Le parole delle altre persone intervenute le ho riportate integralmente. 

 

Nonostante i miei sforzi, la Riflessione è risultata estesa, dato che l'incontro è durato due ore e mezza, per cui ho deciso di dividerla in tre parti che saranno pubblicate nei giorni successivi.

 

            L'incontro è iniziato con le parole di Kenya Serrano, Presidentessa dell'Istituto Cubano per l’Amicizia tra i Popoli:

 

            Buongiorno. 

 

            Lo scorso 3 settembre, il direttore dell'Organizzazione non Governativa Crociere della Pace, Signor Yoshioka Tatsuya, ha inviato al nostro Comandante in Capo una lettera chiedendogli di ricevere i dirigenti della nave da crociera e la sopravvissuta di Hiroshima e Nagasaki che si trova a bordo della stessa; il Comandante ha accettato ed ha inoltre invitato con piacere a quest'incontro una numerosa rappresentanza dei passeggeri . 

 

            Oggi, 21 settembre, dichiarato dalle Nazioni Unita Giornata Mondiale della Pace, stiamo assistendo a quest'incontro, naturalmente con la presenza, per noi memorabile, del nostro caro Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.

 

            Si trovano al tavolo della presidenza del nostro incontro il signor Nao Inoue, direttore di questo viaggio della Crociera della Pace; la signora Matsumi Matsumura, anch'essa dello staff delle Crociere della Pace e che ci aiuterà a tradurre in spagnolo quest'incontro; la signora Junko Watanabe, membro del Movimento Hibakusha, sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, e l'insegnante Susana García, dell'Università dell'Avana che ci aiuterà anche lei in questo dialogo, traducendo al giapponese, come voi stessi potete vedere. 

 

            Comandante..

  

            Com. - Che cosa mi tocca, un discorso? 

 

            Kenya Serrano. - Salutare, perché lo stiamo desiderando tutti.

 

            Com. - No, sono venuto a rispondere, veramente.  Ho domandato che cosa avrei dovuto fare e non mi hanno detto niente. 

 

            Innanzitutto desidero ringraziarvi veramente per l'onore che significa quest'incontro.   

 

            Sono stato un po' assente, come ormai sapete, leggevo i giornali; però mi sono perso molti dei vostri incontri e successivamente ho saputo l'intera storia in dettaglio.  Di voi so abbastanza: le volte che siete stati a Cuba; avete iniziato nel 1990, siete ritornati nel 1995, nel 1997 e nel 1998; nel 2000, nel 2001 e nel 2002, due volte; poi nel 2005, nel 2007 e nel 2009, ed adesso; in totale 14 viaggi. 

 

            Bene, la storia è che ricevendo l'invito, mi rallegrò per poter dialogare con voi per l'importanza del momento in cui stiamo vivendo, che non è un momento qualsiasi; e poi per un sentimento di gratitudine, poiché conosco la vostra solidarietà in tutti questi anni, le difficoltà, le lotte contro i blocchi, l'identità e la nazionalità della nave, i porti dove potevate andare o non potevate andare, se vi fornivano oppure no il combustibile ed altre idiozie simili del nostro principale avversario, che utilizza dei metodi con cui non si potrà mai ottenere un mondo basato sulla comprensione e sulla pace nel nostro pianeta. 

 

            Ricordo il vostro motto, che a mio giudizio possiede un valore molto speciale: "Impara dalle guerre passate per costruire un futuro di pace"; senza dubbio questa è una frase che avrà sempre un significato, però in questo momento lo possiede più che mai; oserei dire, senza timore di sbagliarmi, che nella storia dell'umanità non c'è mai stato un momento così pericoloso come questo. Quindi non si tratta di un semplice viaggio, si tratta di una lotta reale, seria, e ciò che dico si può dimostrare; spero che nei nostri dialoghi spiegheremo ciò che pensiamo oppure quali sono le formule possibili; soluzioni realistiche, e non una semplice espressione di nobili desideri. 

 

            L'incontro possiede per me una grandissima importanza, proprio per l'esperienza che avete accumulato sul tema.

   

            In questi giorni si è compiuto un altro anniversario di quel brutale ed insolito fatto in cui, per la prima volta, sono state impiegate delle armi nucleari contro delle città pacifiche. 

 

            Realmente, in tutto il mondo si è ricordato molto ciò che è accaduto ad Hiroshima il 6 agosto 1945. Io avevo finito il liceo, lo ricordo, era estate, quando giunse la notizia mi trovavo in visita a Santiago de Cuba e nessuno aveva la minore idea dell'esistenza di un'arma di quella natura, e credo che tre giorni dopo sganciarono la seconda bomba atomica. 

 

            Posso parlarne di più dopo, quale sentimento ho provato e che concetto ho avuto tutta la mia vita di quel fatto; però è un esempio delle cose che aiutano a formare una coscienza, perché l'esibizione di tutto ciò che è successo lì ed il danno umano che ha causato, nonostante il trascorrere del tempo, continua a commuovere l'opinione pubblica internazionale. Non credo che sia accaduto qualcosa che esprima di più cosa sia la guerra. 

 

            Bene, credo di avervi sottratto abbastanza tempo con queste prime parole, vorremmo ascoltarvi.  Sono disponibile a rispondere a qualsiasi domanda che desideriate farmi, in qualsiasi senso. Non ho segreti di nessun tipo, può essere affrontato qualsiasi tema. 

 

            Mi piacerebbe domandare alla nostra traduttrice come l'è andata.  A te, a te. 

 

            Interprete. - Bene, sembrerebbe bene, Comandante. 

 

            Com. - Molto bene.  

 

            Kenya Serrano. - Grazie, Comandante.  

 

            Il signor Nao Inoue, per favore. 

 

            Nao Inoue - Buongiorno!

 

            Innanzitutto, mi piacerebbe mostrare la nostra profonda gratitudine per il fatto che ci abbia ricevuto in quest'occasione.

 

            Il mio nome è Nao Inoue, direttore della crociera Edizione numero 70.  Voglio esprimerle alcune parole a nome di tutti i membri del Peace Boat. 

 

            Abbiamo già capito che Lei ha imparato molto sulla nostra organizzazione.  Abbiamo fondato questa organizzazione nel 1983, oltre 27 anni fa.  Finora abbiamo realizzato 70 crociere mondiali con oltre 40000 giapponesi.

  

            Come Lei sa, ci siamo già recati 14 volte a Cuba e quest'anno è molto importante per noi, perché è il 20° anniversario e perciò ha molta importanza averla conosciuta direttamente, Comandante.

 

            In questi 20 anni, abbiamo fatto tutti gli sforzi per fare da ponte tra il popolo cubano e quello giapponese, e siamo stati sempre contro questo ingiusto blocco, ingiusto veramente.  

 

            Consideriamo che è molto rilevante continuare a fare da ponte, non solo tra il popolo cubano e quello giapponese, ma comprendendo anche i paesi latinoamericani e quelli asiatici.  La ragione per cui vogliamo lavorare fortemente in questo, è per promuovere un mondo di pace, sostenibile, guidato da Cuba, e stiamo iniziando ad approfondire i legami d'amicizia e fraternità con il Venezuela, l'Ecuador ed il Nicaragua.  Tra questi paesi, quello che abbiamo visitato in più occasioni è Cuba.  Abbiamo avuto inoltre l'opportunità di conoscere il presidente del Nicaragua, il signor Daniel Ortega. 

 

            Con il fine d'approfondire i legami d'amicizia e fraternità tra i paesi dell'ALBA ed il Giappone, stiamo iniziando il progetto che si chiama Crociera Giovanile dell'ALBA, in cui invitiamo a bordo i giovani della paesi dell'ALBA, realizziamo interscambi, forum e conferenze di studio, e ci piacerebbe chiedere anche a Lei, Comandante, di sostenerci in questo progetto.

 

            E come Lei ha detto, noi siamo l'unico paese che è stato colpito dalla bomba atomica, ed allora pensiamo d'avere l'obbligo ed anche la missione di trasmettere dei messaggi per un mondo libero dalle armi nucleari. E ci piacerebbe inoltre collaborare con voi per eliminare completamente le armi nucleari.  

 

            Volevamo inoltre sottolineare che il Giappone è un paese in cui abbiamo una Costituzione pacifista che rifiuta tutte le guerre e le armi nucleari di distruzione di massa (SIC).   

 

            Abbiamo inoltre imparato nei paesi latinoamericani che anche voi avete una Costituzione pacifista che proibisce l'esistenza di basi militari straniere.  E pensiamo di proporre all'ONU, nelle disposizioni dell'ONU, di promuovere che tutti i paesi del mondo abbiano questa bella Costituzione pacifista.  

 

            Non vogliamo più la guerra, non possiamo più permettere l'utilizzo dell'arma nucleare. Come dicono sempre i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki: "Non vogliamo ripetere questo tipo di brutale tragedia."  Vogliamo stabilire un mondo e la  società in cui la gente vuole vivere, ma non vuole vivere con la povertà e queste tipo di cose.  Perciò consideriamo che sia necessario che tutti i paesi abbiano questo tipo di Costituzione.  Ci siamo ripromessi di creare un mondo senza povertà, senza fame, con molta felicità e sostenibile. 

 

            Infine, Comandante, sono un suo grande fan . Sembra che tutti siano suoi fan.

  

            Sappiamo che è molto occupato, ma vogliamo invitarla a bordo per navigare fino in Nicaragua.  Che cosa le sembra? 

Che cosa pensa? 

 

            Com. - Meraviglioso!  

 

            Nao Inoue - Concludo con questo invito.  Moltissime grazie.

 

            Com. - Non sarà durante la stagione dei cicloni, vero?

 

            Mi hanno detto che dovevate arrivare ieri, ma c'erano dei cicloni nell'Atlantico.  Alla fine, a che ora siete arrivati?

 

            Nao Inoue - Siamo arrivati alle 5 di mattina. 

 

            Com. - E si può sapere la velocità del Peace Boat?  

 

            Nao Inoue - Più o meno come una bicicletta da corsa. 

 

            Com. - Bene, dipende, la campionessa credo che raggiunga oltre i 60 chilometri all'ora.

 

            Penso che di questi tempi il Peace Boat deve andare più veloce, è più urgente percorrere il mondo.   

 

            Devo inoltre chiedervi scusa.  Ho saputo la notizia proprio ieri mattina ed allora ho pensato come potevo incontrarmi con voi, perché mi avevano detto che alcuni di voi avevano chiesto di farlo e mi sono detto: "Bene, se è possibile cercherò di salutarli tutti", non sapevo, tuttavia, a che ora sareste arrivati; avevate, inoltre, un programma organizzato per tutto il giorno. Bene, che cosa fare per non ostacolare nessun programma?  E per questo motivo abbiamo inventato questa riunione così presto.  Abbiamo tutti dovuto alzarci presto.  M'immagino che voi stavate..., non so dove stavate, a bordo della nave osservando l'entrata dell'Avana o dormendo.  Vi prego di scusarmi, perché sono colpevole che abbiate dovuto aumentare il programma. Allora abbiamo organizzato, o piuttosto improvvisato, la riunione a quest'ora, affinché possiate compiere le altre attività e non rovinare le mie relazioni con le altre istituzioni che vi assisteranno. 

 

            Credo che ci abbiano dato un'ora e mezza.  Ho risposto: in fin dei conti dovevano arrivare oggi  ed invece è domani, allora c'è una flessibilità. Credo che la nave salperà oggi  alle 5 del pomeriggio.

 

            Kenya Serrano. - Incominciano ad abbordare alle 5 e salpano alle 7. 

 

            Com. - Salpa alle 7? 

 

            Kenya Serrano. – Ah,ah. 

 

            Com. - Sì, finiscono le attività alle 5. 

 

            Beh, se un ciclone ha obbligato la nave a ritardare, se salpano alle 9 o alle 10, perché si fermano un po’ di più all'Avana, non è una tragedia. Fortunatamente, la visita è stata senza guerra. È stata durante la pace.

 

            Vi ho chiesto scusa per questo.

 

            Hai idea di come si svolge? 

 

            Kenya Serrano. - Comandante, è stato emozionante, ogni volta che la crociera arriva - l'anno scorso ed adesso - porta dei sopravvissuti di Hiroshima, ed abbiamo la signora Junko Watanabe.  Propongo d'ascoltare la sua testimonianza.

 

            Junko Watanabe. - Innanzitutto, Comandante Fidel Castro, è un grande onore ed anche un piacere conoscerla, e mi piacerebbe mostrarle la mia profonda gratitudine per riceverci con tanto affetto. 

 

            Mi piacerebbe inoltre mostrare la mia gratitudine per il grande interesse e la conoscenza che il popolo cubano possiede di Hiroshima e Nagasaki.  Inoltre, ieri il Movimento per la pace di Cuba ha organizzato per me un incontro di testimonianza ed un atto per il Giorno internazionale per la pace; un incontro molto bello presso la Casa dell'Amicizia. 

 

            Sono nata ad Hiroshima e successivamente mi sono sposata con un giapponese e mi sono trasferita a vivere in Brasile.  Sono andata in Brasile all'età di 25 anni e dopo sono tornata in Giappone all'età di 38 anni, quando ho scoperto, per la prima volta, d'essere una sopravvissuta di Hiroshima e Nagasaki.

  

            Sono nata nel centro di Hiroshima, ma durante la Seconda Guerra Mondiale la nostra famiglia fu sfollata fuori Hiroshima, e siccome avevo solo due anni, non mi ricordo; però quando ho ricevuto dai miei genitori la notizia che ero una sopravvissuta,  l'impatto è stato molto forte. 

 

            Il 6 agosto 1945, alle 8 e15, mia madre era in casa con mio fratello minore.  Mio fratello più grande ed io stavamo giocando in un cortile di un tempio che si trovava vicino a casa mia.  Mia madre sentì d'un tratto un vento forte, spaventoso, e vide che delle carte bruciate stavano cadendo di fronte a casa sua.  Mia madre si sorprese e venne a cercarci nel tempio, fu in quel momento che ci colpì la pioggia nera.  La pioggia era nera ed appiccicosa.  

 

            Prima della bomba, la mattina di quel 6 agosto, il tempo era bello e dicono che l’esplosione della bomba atomica si verificò a 580 metri dal suolo. 

 

            Com. - Quanti metri?

 

            Junko Watanabe. - Cinquecentottanta metri dal suolo. 

 

            Com. - Fu nucleare. 

 

            Junko Watanabe - Una bomba nucleare.

 

            Com. - Quella è l'energia dell'uranio, non del plutonio.  Quella al plutonio fu nell'altra città. 

 

            Junko Watanabe. - Sì, a Nagasaki.

 

            Allora, siccome scoppia più in alto, colpisce molto con i raggi caldi e con il vento così caldo che brucia perfino le persone. La bomba fece alzare tutte le polveri e tutte le carte e poi cadde la pioggia nera con le radiazioni. 

 

            Dopo essere stato colpito dalla pioggia nera il mio corpo si trovò in questa condizione. 

 

            Com. - Come, ripeti?

 

            Junko Watanabe. - Il mio corpo fu colpito, le spiegherò adesso in quali condizioni mi trovavo.

 

            Tutti i giorni soffrivo di diarree.  Potevo mangiare, ma nessun cibo rimaneva nel mio corpo, tutto quello che mangiavo usciva.  I miei genitori pensavano che la loro figlia sarebbe morta. 

 

            In realtà avevo due anni e non mi ricordo di scene disastrose.

  

            Quando ho compiuto 60 anni ho iniziato a frequentare un'associazione in Brasile.  Adesso in Brasile vivono 132 sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. 

 

            Com. - Dove, in Brasile? 

 

            Junko Watanabe. - In Brasile.

 

            Com. - Erano bambini a quei tempi? 

 

            Junko Watanabe. - Di diverse età. 

 

            Com. - I genitori andarono con loro?

 

            Junko Watanabe. - La maggioranza si sposarono e se andarono già adulti senza i loro genitori .

 

            Ora la media dell'età dei sopravvissuti è di 75 anni, stanno già invecchiando. Perciò il Presidente dell'Associazione in Brasile le ha chiesto d'aiutare l'associazione perché è una sopravvissuta giovane.

  

            Sebbene sia una sopravvissuta, siccome non mi ricordavo molto, prima di frequentare quest'associazione non conoscevo nulla della bomba atomica. 

 

            Quindi ho avuto l'opportunità di leggere tutti i documenti che sono stati fatti dai 200 sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che vivevano in Brasile ed in cui  era scritta la realtà di ciò che era successo a Hiroshima e Nagasaki.  Quello è stato il primo momento in cui ho conosciuto la realtà della bomba atomica di Hiroshima.  Hanno decritto la scena in modo molto brutale.

 

            Per la tristezza ed il rancore mi sono sentita molto triste e sentivo che stavo tremando. 

 

            Ho trovato anche un documentario, girato da un giornalista giapponese.  Però dopo la bomba atomica degli studiosi statunitensi si sono rubati quest'informazione e se la sono portata nel loro paese e non ci mostreranno mai questo video che ho trovato nell'ufficio.

 

            È stato un po' difficile vederlo perché è un nastro molto vecchio.  Allora ho chiesto ad un amico di trasformarlo in un DVD. 

 

            Abbiamo visto il film con 10 amici sopravvissuti. 

 

            Le scene di questo documentario erano troppo brutali e l'ho visto con molta tristezza; la città di Hiroshima stava scomparendo.

  

            Nel documentario ho visto, abbiamo visto, gli edifici completamente bruciati, la città era completamente nera.  Gente che camminava, ma senza coscienza, dalle loro braccia pendeva la pelle, perché era deteriorata, gli occhi gli uscivano dalle orbite. La gente stava camminando, ma senza coscienza.

 

            Quando ho visto il documentario, benché non ricordassi questa scena, mi sono resa conto che in quel momento mi trovavo lì e che l'avevano fatto degli esseri umani, allora ho provato un forte rancore e tristezza. 

 

            Così ho cominciato a pensare: dobbiamo trasmettere queste testimonianze alle altre generazioni, e due anni fa, nel 2008, ho partecipato al Progetto Hibakusha realizzato dall'Organizzazione Peace Boat, invitando a bordo 100 sopravvissuti; abbiamo viaggiato lasciando testimonianze in ogni porto ed ho conosciuto anche ad altri Hibakusha nel mondo. 

 

            In Vietnam abbiamo conosciuto le vittime dell’agente Arancia, durante la guerra del Vietnam, e quello che loro ed i loro genitori hanno sofferto.  L'effetto a cui sono stati sottoposti si trasmette per generazioni. 

 

            Mio fratello maggiore, con cui giocavo nel tempio, è morto due anni fa all'età di 67 anni. 

 

            Dopo essere stato colpito dalla pioggia nera, anch'io sono stata colpita, ha sempre sofferto di deficienze alle ossa ed era molto debole.  È morto all'età di 67 anni per un tumore al fegato.

 

            Vedendo che i sopravvissuti stanno morendo, sto vivendo con molta preoccupazione per la mia salute. 

 

            Mi piacerebbe presentare una storia di origami,  con delle gru fatte con la carta e sono per noi un simbolo di pace, adesso lo sono anche nel mondo, ed accompagnano sempre la storia di una bambina che si chiama Sadako Sasaki, morta di leucemia all'età di 12 anni. 

 

            Quest'anno, a maggio, quando ho partecipato a New York alla Conferenza sulla non proliferazione delle armi nucleari, ho avuto l'opportunità di conoscere il fratello di Sadako Sasaki. 

 

            Mi lasci spiegare un pochino la storia di Sadako Sasaki.  Lei era stata colpita dalla pioggia nera, come me, ed è cresciuta sana fino all'età di 10 anni, dopo, siccome si sentiva male, entrò e rimase in ospedale. 

 

            Credeva che se avesse fatto 1000 gru di carta sarebbe migliorata e, secondo il racconto di suo fratello, ha continuato a piegare gru finché.... beh, a quell'epoca non avevamo carta ed allora usava la carta con cui s'imballavano le medicine e piegava le gru con gli aghi.  Continuava a dire, finché è morta: "Voglio vivere ancora, voglio vivere ancora." 

 

            Sono nella stessa situazione di Sadako Sasaki, abbiamo ricevuto la pioggia nera all'età di due anni, lei è morta ed io sto sopravvivendo. Perciò sento la grande responsabilità di trasmettere che cosa è la bomba atomica e che cosa sono i sopravvissuti.  I sopravvissuti devono vivere con molti problemi fisici ed anche mentalmente con molte preoccupazioni fino alla morte, e questo dobbiamo trasmetterlo alle altre generazioni. 

 

            Ora, impariamo che nel mondo ci sono vari tipi di Hibakusha, in diversi luoghi, per esempio, gli indigeni che estraggono l'uranio nelle miniere sono molto colpiti dalle radiazioni, come la gente che vive vicino alle centrali nucleari; queste cose dobbiamo impararle ed educare le persone. 

 

            Quando ho partecipato due anni fa al Progetto Hibakusha, c'era un ragazzo giapponese, il direttore del documentario,  che ha permesso il mio soggiorno a bordo e successivamente ha anche intervistato mio padre, che ha 98 anni.  Mio padre ha parlato di una cosa che fino ad allora non sapevo.  Il direttore ha domandato a mio padre:  "Perché non hai raccontato a Junko la realtà?" 

  

            Dai tempi della bomba ai giorni nostri, le ragazze che hanno ricevuto gli influssi della bomba atomica, sebbene siano sopravvissute, sono state discriminate ed hanno avuto molta difficoltà a sposarsi. Allora, riconosciamo che io, sopravvissuta, fortunatamente non ho avuto nessun problema fisico, però molti medici dicono che gli influssi delle radiazioni si manifestano in un'altra generazione.

 

            Continua domani.

 

 

Fidel Castro Ruz

24 Settembre 2010

3 e 38 p.m.

 

 

Com. - A che età è morto suo padre?

 

Junko Watanabe - Ha 98 anni, è vivo.

 

Mi piacerebbe promettervi, per trasmettervi il sentimento di mio fratello che è già morto, per trasmettervi il messaggio di tutti i sopravvissuti e perché la nuova generazione trasmetta alla generazione successiva la nostra testimonianza, che proseguirò testimoniando. Moltissime grazie.

 

Com. - Vi prego di scusarmi se le faccio delle domande, ma è nostro interesse che si conosca ciò che ci sta raccontando; naturalmente, se non ci sono obiezioni, ritrasmetteremo quest'incontro alla televisione nazionale. Siamo molto interessati che la nostra opinione pubblica conosca tutto questo, e che non sia solo trasmesso qui, ma anche in altri paesi, che giungano notizie dell'incontro.  È di grandissima importanza che si sappia ciò che è lì accaduto, indipendentemente da quello che è stato pubblicato, filmato e da tutte le cose nuove che stanno apparendo.

 

Dopo vi spiegherò perché faccio alcune domande, a parte queste.

 

Ha raccontato che al momento dell'esplosione e della nuvola di polvere si trovava in una casa vicina, in cortile con il fratello. Conosce, dagli altri che in quel momento erano coscienti, quanto tempo ha impiegato la polvere a cadere sulle persone che si trovavano lì.

 

Junko Watanabe - Circa 30 minuti, però non è piovuto dappertutto, solo dove il vento ha trascinato la pioggia.

 

Com. - La pioggia. Però c'è stata la pioggia e ci sono state le ceneri.

Junko Watanabe - Realmente la pioggia di cenere non c'è stata, ad arrivare fin lì è stata una polvere mischiata con la pioggia; non erano separate, era una cosa sola, unica, mischiata a tutta la sporcizia ed a tutte le cose che trascinava.

 

Com. - E dove si trovava non c'era un tetto, era in cortile?

 

Junko Watanabe - Eravamo a 18 chilometri dal luogo in cui è caduta la bomba.

 

Com. - Diciotto chilometri!

 

Interprete. - Diciotto chilometri.

 

Com. - Le volevo domandare proprio questo, perché c'era un ponte, credo, segnalato come il punto, il bersaglio dove è stata lanciata la bomba. Era a 18 chilometri?

 

I tuoi genitori erano al coperto?

 

Junko Watanabe - Mia mamma aveva in braccio mio fratello minore nella parte esterna della casa e mio padre stava tornando di notte da Hiroshima dove era andato a lavorare; quando successe si trovava all'interno di un edificio. Vide perfino l'aeroplano volteggiare sopra Hiroshima.

 

Com. - Prima di sganciare. Corretto.

 

E si ustionò anche sua madre?

 

Junko Watanabe - No. Realmente, noi che eravamo a 18 chilometri, ricevemmo quella quantità di carte bruciate, quell'onda, quel vento, però non ci ustionammo, quello no.

 

Se fosse stato un po' più vicino, più vicino all'epicentro, non credo che oggi staremmo qui a raccontarlo. 

 

Com. - Corretto.

 

Volevo raccontarvi che recentemente abbiamo incontrato un ricercatore molto prestigioso, professore emerito dell'Università di Rutgers, nel New Jersey, autore della teoria dell'inverno nucleare. Questo, a nostro giudizio, è di grandissima importanza, perché riguarda i pericoli che attualmente sta affrontando l'umanità e molte cose non si conoscono.

 

Questo professore ha visitato il nostro paese ed in una riunione scientifica ha esposto in modo eccellente la sua teoria, una teoria molto prestigiosa; a mio giudizio è irrefutabile e riguarda le conseguenze di una guerra nucleare.  Non si riferisce, esattamente, alla distruzione che causerebbe - che sarebbe enorme -, ma analizza il pericolo che significherebbe per l'umanità una guerra nucleare regionale, una guerra globale.

 

Parte dall'attualità, che è molto diversa dal momento in cui fu sganciata la prima bomba nucleare. Considera l'attuale situazione mondiale, in cui sono presenti 25000 armi nucleari.  Immagino che molti di voi conoscano questi dati.  Lo scienziato afferma che basterebbero 100 esplosioni nucleari e si produrrebbe ciò che lui definisce l'inverno nucleare.

 

Basa la sua teoria su una serie di ricerche effettuate da scienziati statunitensi e sovietici prima della scomparsa dell'URSS, riguardanti gli effetti che produrrebbe l'esplosione di un un dato numero di armi nucleari nel corso di una guerra.  Hanno calcolato che 100 esplosioni nucleari sarebbero sufficienti ad eliminare la vita umana sul pianeta, in modo tale che una guerra, per esempio, tra l'India ed il Pakistan, con il numero di armi che ciascuno di loro possiede, sarebbe sufficiente per porre fine alla nostra specie.

 

Mi sembra che, anche se forse siete sufficientemente informati, possiamo fornirvi una copia della conferenza di Alan Robock - è il nome del professore che l'ha  recentemente impartita, è stato qui questo stesso mese - ; contiene dati di grande valore, che vi possono servire per la divulgazione delle conseguenze, non solo per il danno che causerebbe; ovviamente, le armi attuali sono molto più potenti, molto più precise, molto più veloci. Il potere delle armi oggi esistenti equivale a quattrocentoquaranta mila volte la potenza di una delle due bombe sganciate in Giappone su Hiroshima o Nagasaki; le provarono tutte e due, quella all'uranio e quella al plutonio. Queste tecnologie si conoscono già benissimo e le armi sono utilizzate con totale precisione.

 

Praticamente gli accordi stipulati tra le grandi potenze non hanno valore, perché non si traducono in una reale riduzione delle armi.

Penso che se la vostra organizzazione lo contatta, lui, che è un uomo molto generoso, potrebbe impartirvi una conferenza su questo problema.

 

Gli ho domandato della nebbia, perché spiega e dimostra che, come conseguenza delle esplosioni nucleari, tutto prende fuoco: il legno, i materiali derivati dal petrolio e molte altre cose; ha spiegato che bruciano e mischiandosi con la terra producono grandi concentrazioni di polvere. Ha studiato tutto: che cosa succederebbe se fossero due, 10, 100, e pone un limite. Quella nuvola di polvere si propagherebbe in tutto il mondo in un lasso di tempo, credo, non superiore a tre settimane e la temperatura scenderebbe sottozero. Questo implicherebbe, per esempio, una notte di mesi, che non permetterebbe il passaggio della luce solare. Scomparirebbe la produzione alimentare e le conseguenze sarebbero orribili; oltre sei miliardi di persone rimarrebbero senza mangiare, al freddo.

 

Al termine della sua esposizione di un'ora, con cartine e grafici, gli ho fatto una domanda; hanno studiato tutti gli effetti delle eruzioni dei vulcani; hanno studiato il modo in cui si propaga la polvere. Recentemente in Islanda, in Europa, una di queste eruzioni ha creato dei problemi molto seri. Hanno inoltre studiato i grandi incendi occorsi per motivi naturali o come conseguenza di guerre o di incidenti. Gli ho domandato: "Quante persone nel mondo conoscono le informazioni che Lei sta offrendo?"  Dice: "Quasi nessuno." Gli ho chiesto: "E nel suo paese, quante persone le conoscono?" Mi ha risposto: "Pochissime." Dico: "E come si spiega questo fenomeno?" Ed ho aggiunto: "Forse bisogna studiarlo, cercare degli specialisti in psicologia ed in altri rami per trovare una spiegazione a questo fenomeno", ed allora lui mi ha risposto: "Ho una risposta: si chiama stato di negazione." A suo parere davanti alla possibilità che avvengano delle cose orribili, la gente rifiuta l'idea di crederle possibili.

 

Alla sua spiegazione se ne potrebbe aggiungere un'altra, riguardante i mezzi d'informazione, il monopolio dei mezzi di informazione. I fatti che accadono nel mondo, nonostante i mezzi moderni esistenti, come la radio e la televisione, sono gestiti in modo tale che le notizie si succedono, ma non sono spiegati ed in realtà molte delle notizie internazionali più importanti non si conoscono, oppure vengono diffuse, ma non analizzate. Su questo tema, sul monopolio dei mezzi di informazione, esistono libri importantissimi; la verità è sequestrata, non si conosce. Sono due fenomeni.

 

Gli ho spiegato che non eravamo pessimisti sulla possibilità di creare una coscienza. Io vi dico che si può creare una coscienza, oppure non farlo. Naturalmente, se le masse non sanno leggere e scrivere non è possibile nemmeno tentarlo; se la società ha un livello di conoscenze come quella giapponese, allora con gli stessi mezzi di divulgazione, non solo per iscritto, bensì con la parola, con le immagini, con la musica, con molte altre manifestazioni, è oggi possibile creare una coscienza.

 

Vi dico che questo è stato il caso di Cuba. La gente non sapeva né leggere né scrivere.... Che cosa può fare una persona che non sa né leggere né scrivere? Se ottiene la licenza elementare, se si laurea o si diploma, se centinaia di migliaia di persone frequentano l'università, se hanno buoni professori, si producono fenomeni differenti. La Rivoluzione non si è difesa con la forza, si è difesa con il sapere, con la coscienza. Come poteva un paese piccolo, come Cuba, resistere a 50 anni di blocco e di fustigazione? Credevano che il paese s'arrendesse o che sarebbero riusciti ad ingannarlo, ma non ce l'hanno fatta. È, a mio giudizio, una dimostrazione che si può formare una coscienza, perché se rinunciamo all'idea che si può creare una coscienza, che ne sarebbe allora del vostro lavoro? Perché voi state percorrendo il mondo e spiegando, portando con voi le persone che hanno conosciuto quei momenti e raccontando fatti che sono realmente strazianti. E mi spiego ancora meglio ciò che state realizzando, perché lo state sentendo e state portando persone che l'hanno vissuto e che conservano le immagini e molte altre cose.

 

Io sono stato ad Hiroshima. Ho visitato il museo. Mi hanno spiegato tutto: ciò che è resistito e quello che non è resistito; una delle immagini tremende della tragedia umana era quella dei bambini che non erano ancora nati, delle gestanti a cui mancava un mese, due mesi, tre mesi; quelle immagini sono rimaste stampate lì e sono di grande impatto, penso che ci sia materiale per ottenerlo. Direi che oggi ci sia molta più coscienza; ma n’è necessaria molta di più. La realtà è che oggi tutta l'umanità è minacciata da qualcosa di così orribile, uguale a ciò che voi avete raccontato, e forse ancora più orribile, perché l'abbiamo ascoltato dalle persone che si trovavano nell'area della prima bomba: il dolore per le persone che morirono, le persone bruciate, ferite o colpite dalle radiazioni ed hanno continuato a vivere per oltre 50 anni. Sono trascorsi esattamente 65 anni da quelle esplosioni ed oggi l’umanità è minacciata da migliaia ancora più potenti e precise di quelle.

 

Lo scienziato afferma la teoria che, più armi nucleari possieda un paese, meno possibilità di pace e sicurezza avrà. È favorevole all’eliminazione totale delle armi nucleari. Io mi spingo un po' oltre. Penso che se si eliminano le armi nucleari e non si eliminano le armi convenzionali, non cambierà nulla.

 

Il potere distruttivo delle armi convenzionali è oggi enorme. Una bomba con frammenti di tungsteno, trasportata da una pesante ogiva, senza l’utilizzo dell’energia nucleare, acquisisce una velocità nello spazio di 25000 chilometri all’ora, oltre 20 volte la velocità del suono; diminuisce successivamente a non meno di 20000 chilometri. Tutta l’area colpita viene assolutamente distrutta. Non rimangono né un posto di comando, né un governo, non rimane niente dell'obiettivo segnalato. È stato pubblicato e spiegato. La scorsa guerra mondiale è costata 50 milioni di vite, vittime delle armi convenzionali, senza contare le vittime ed il danno umano delle due bombe nucleari che provocarono oltre 150 mila morti ed un numero superiore di persone ustionate, colpite dalle radiazioni e numerose altre lesioni. Durante quel conflitto, gran parte del pianeta fu colpito dalla distruzione, dalla fame e dalle malattie. Se scoppiasse un'altra guerra mondiale, sarebbe l'ultima, perché non ce ne potrebbe essere un'altra.

 

Lo stesso Einstein disse di non sapere come sarebbe stata un'altra guerra mondiale nell'era atomica, però che la successiva sarebbe stata con gli archi e le frecce.

 

Avevo portato con me una lettera inviatami da Robock, lo scienziato che ho citato, in risposta ad una domanda che gli ho posto quando si trovava già all'aeroporto, in procinto di ritornare nel suo paese. Durante la sua conferenza aveva riferito alcuni dati sul pianeta Marte; l’ho contattato per telefono e gli ho chiesto dove avrei potuto ottenere ulteriori dati su quel pianeta. Mi ha spiegato che Marte aveva un’atmosfera, un dato che, visto il suo scarso spessore, ignoravo. Mi ha promesso di mandarmi l’informazione.

 

L’ha inviata due o tre giorni dopo.

 

"Marte possiede un'atmosfera molto meno spessa di quella della Terra, con solo un 7% d’aria.... Equivale alla densità dell'aria della Terra a 21 chilometri d’altezza."

 

"L'atmosfera marziana – aggiunge - è composta, quasi totalmente, di anidride carbonica."

 

L’informazione riguarda ciò di cui stiamo parlando: gli effetti delle esplosioni nucleari. Le conseguenze sul clima. Che cosa si è detto dell'ecosistema? Che cosa si è detto del cambiamento climatico? Questo grave problema per caso non esiste? Non si sono fatte delle ricerche? Non esiste un prestigioso film sul cambiamento climatico, i suoi effetti sulle piogge, sull'economia e sulla vita degli esseri umani, realizzato con la cooperazione dei più eminenti scienziati? Tutto questo è stato studiato come un secondo problema del cambiamento climatico. Ossia, non bisogna aspettare una guerra nucleare perché scompaia la vita sul pianeta. Proprio come vi sto dicendo: perché scompaia la vita sul pianeta.

 

L'economia e la vita delle nazioni si basano oggi sul consumo di materie prime non rinnovabili, tra cui, la più importante, è il petrolio, una materia prima che si consuma al ritmo di quasi 100 milioni di barili al giorno.

 

Considerate che il petrolio ha impiegato centinaia di milioni d’anni per formarsi, partendo dalla materia viva.

 

Sono stati necessari circa 400 milioni d’anni perché si formassero il petrolio, il gas ed il carbone. In quanto tempo l'uomo sta consumando il petrolio che la natura ha accumulato in 400 milioni di anni? In soli 130 anni gli esseri umani hanno già consumato oltre la metà di questo combustibile, il cui consumo, tra l’altro, produce degli effetti tremendi sull'ambiente. L’anidride carbonica, che così tanto abbonda nell'atmosfera di Marte, è proprio quello che produce il consumo di petrolio. Sono fattori che l'umanità deve conoscere, affrontare e risolvere. È il prezzo della sua esistenza.

 

La popolazione umana non può crescere illimitatamente, poiché il pianeta dove siamo nati ed in cui viviamo ha dei limiti. Si calcola, se non ricordo male, che nel 2050 la popolazione raggiungerà la cifra di oltre 9 miliardi di abitanti. Solamente 200 anni fa, raggiungeva appena il miliardo. Le conseguenze che ciò comporta riguardanti l’acqua, gli alimenti, l'energia e le materie prime sono realmente straordinarie.

 

Il Giappone è un paese con una densità abbastanza limitata e mi sembra che oggi s’aggiri intorno ai 130 milioni d’abitanti; è indicata come la nazione con la più alta media di vita e con un'elevata cultura; la sua popolazione si stabilizzerà intorno ai 100 milioni d’abitanti. È quindi possibile raggiungere la stabilità della popolazione.

 

Un paese vicino a voi, la Cina, applica una rigorosa politica demografica; se non l’avesse adottata, in Cina ci sarebbero oggi circa 3 miliardi d’abitanti. La Cina e l'India possiedono quasi la metà degli abitanti del pianeta.

 

Sono delle realtà. Le persone devono avere il coraggio d’affrontare le realtà, di conoscerle, come state facendo voi sulle terribili conseguenze delle esplosioni nucleari. Coloro che nasceranno devono possedere le condizioni indispensabili e godere di una vita che sia il più possibile naturale e piena. Non è ciò che sta succedendo. Ogni anno, a cauisa della fame e della mancanza d’assistenza medica, muoiono tra gli 8 ed i 10 milioni. Chi parla di questo? Alcuni scienziati ed alcuni politici. Di queste notizie appena s’accenna; alle grandi transnazionali il tema non interessa.

So che voi, durante questo stesso viaggio, ci avete chiesto d’inviare un medico con esperienza internazionalista, non qualcuno che avesse intenzione di diventarlo. Medici cubani così ce ne sono migliaia in numerosi paesi. Vi meravigliereste sicuramente conoscendo ciò che, per esempio, il nostro piccolo paese può fare per altri paesi. Ciò che sostengo, non sono dei compiti irrealizzabili.

 

Matsumi Matsumura - Comandante, guardi, da parte nostra le volevo dire, siccome Lei ha citato l'internazionalista...

 

Com. - È qui?

 

Matsumi Matsumura - Sì.

 

Com. – Dov’è? Può alzare la mano.

Vediamo se ti vedo meglio.

Mi hanno detto che sei stato ad Haiti, no?

 

Matsumi Matsumura - Il signor Dr. Liván Torero ha lavorato molto per la gente di Haiti dopo il terremoto e l'abbiamo invitato sulla nave della pace perché ci racconti la sua esperienza ad Haiti. Accanto a lui c’è José Ramón, il ballerino di salsa; per noi è molto importante conoscere la sua cultura; credo che sia un ballo tradizionale e noi abbiamo imparato molto sulla salsa.

 

Veramente, moltissime grazie per quest’invito.  Moltissime grazie, Comandante.

 

Com. - Mi congratulo, e molte grazie. L’ho menzionato perché conosco il loro compito e volevo citare il caso di Haiti come una prova di ciò che può fare la coscienza.

 

In Bolivia ci sono quasi 2000 medici, in diverse località. In Ecuador, che ha 15 milioni d’abitanti, stanno aiutando a fare delle ricerche e ad assistere coloro che, per problemi genetici o di altra indole, sono invalidi, sono nati ciechi o senza poter sentire. Un bambino che non può sentire, diventa muto; se non conosce i suoni non può emetterli. Molti problemi si risolvono con una piccola apparecchiatura, con un impianto acustico possono parlare e comunicare.

 

Se nascono ciechi e sordi è una situazione più complicata. Come sarà la vita di una persona cieca e sordomuta che non ha mai né sentito né visto?

 

Conosco i risultati di quegli impianti cocleari e come imparano a sentire, parlare, ascoltare la musica e conoscere il mondo; la loro vita cambia.

 

Credo che la società debba informare i genitori, avvertendo dei rischi, che in determinati casi non dovrebbero avere dei discendenti. Considero che ogni essere umano deve venire al mondo con tutta la sua potenzialità. Se per qualche ragione delle persone nascono con delle deficienze vitali ereditarie, bisogna fare tutto il possibile per arricchire la loro vita. Coloro che non possono essere realmente alimentati, coloro che non possono essere educati, coloro che non possono avere una vita normale, una vita che valga la pena d’essere vissuta, non devono essere concepiti, semplicemente.

 

Capisco che non tutti possono pensare esattamente allo stesso modo, ci sono influenze religiose, e rispetto tutto ciò; però sto esprimendo con franchezza la mia opinione ed il perché. Adesso il genere umano si trova realmente di fronte alla famosa questione dell’essere o non essere, se questa specie, che ha realmente causato abbastanza danni agli altri esseri viventi, sopravvivrà oppure no. Dalla sua nascita, la specie umana ha scombussolato tutto, finora l'intelligenza ha costituito una tragedia per la natura e con le armi nucleari potrebbe crearsi un problema così grave come quello del famoso asteroide che cadde - dicono – sopra l'istmo di Tehuantepec, in Messico, decine di milioni di anni fa, e causò un prolungato inverno.

 

Nessuna altra specie l’ha fatto; l'equilibrio con la natura si è mantenuto per miliardi d’anni, circa 4. L'uomo è nuovo. Questa specie pensante – che sia pensante direi che è da dimostrare, se non dimostrerà che è capace di sopravvivere – ha avuto origine meno di 200 000 anni fa. Scusatemi se sono un po' duro con le nostre insensatezze. L’unica cosa finora dimostrata, è che non esiste la benché minima prova che sia stata preceduta da un'altra.

 

In definitiva, tutti questi problemi sono legati tra loro e mi sembra che devono essere associati per vincere la battaglia che dev’essere l'obiettivo degli esseri umani. Allora forse si potrebbero creare molte cose meravigliose.

 

Quanta gente con una buona preparazione scientifica, quante eminenze, esistono nel mondo? L’80% degli ingegneri degli Stati Uniti sono impegnati in campo militare, per creare i mezzi e la scienza per distruggere ed uccidere, in virtù di un sistema perfido che li condotti verso quel destino.

 

La nostra aspirazione è che le persone raggiungano dei livelli intellettuali alti. Casualmente, mentre stavo arrivando qui, ho preso un bollettino di notizie ed in una di queste è segnalato che Cuba occupa il primo posto al mondo nella media degli studenti immatricolati nei centri d’educazione superiore. Il Venezuela occupa il quinto posto; al secondo, al terzo ed al quarto si trovano la Repubblica di Corea, la Finlandia e la Grecia; Gli Stati Uniti sono dietro di noi, al sesto posto.

 

Ho citato il medico, perché quegli uomini e quelle donne - la maggioranza sono donne - stanno lavorando in Bolivia, in Nicaragua, in Venezuela, in molti paesi del Terzo Mondo. Ma, perché? Mi meraviglio: ritornano, per esempio, in ferie per 15 giorni e non vedono l’ora di ritornare ai loro posti di lavoro, sentono la mancanza dei pazienti; e bisogna sentire ciò che dicono i pazienti. È un prodotto della coscienza, quella non si compra da nessuna parte, non si fa per denaro.

 

Il compito che realizzano i compagni ad Haiti è un prodotto della coscienza. Perciò m’azzardo a parlare della coscienza, perché ho visto che la coscienza ha reso possibile la Rivoluzione, ha reso possibile la resistenza, indipendentemente dalle critiche che ci rivolgono o dagli errori che possiamo commettere, perché nessuna opera umana è perfetta. Non temiamo minimamente di parlare di errori, perché ciò che è imperdonabile, è quello che si fa coscientemente a danno degli altri.

 

Non esiste opera umana perfetta, però ci crediamo, e se non ci credessimo, non staremmo facendo ciò che stiamo facendo, e nemmeno ciò che voi così nobilmente state facendo.

 

Mi dispiace di avervi preso troppo tempo.

 

Continua domani.

 

 

Fidel Castro Ruz

25 Settembre 2010

12 e 14 p.m.

 

   

 

Matsumi Matsumura - Comandante, siamo stati con una brigata che stava lavorando a Shihan ed abbiamo avuto l’opportunità di conoscere i familiari dei Cinque Eroi ed abbiamo imparato molto sui Cinque Eroi. Ci siamo informati su questo tema anche mentre ci trovavamo a bordo.

 

           Come Lei ha appena riferito, il 12 settembre è stato per i Cinque Eroi il dodicesimo anniversario ed anche noi, membri di Peace Boat, vogliamo quanto prima la loro liberazione; da parte nostra, dal lontano Giappone, promettiamo di sostenere questa campagna.

 

           Comandante, le stavo dicendo che stiamo già imparando.

           Lei ha inoltre menzionato il tema del sistema educativo e di quello sanitario a Cuba. Ora che ci troviamo qui e ci aspettano diverse organizzazioni, sarebbe molto positivo avere più tempo, in modo che il popolo giapponese possa conoscere direttamente quello cubano. Che cosa ne pensa?

 

           Com. - Questo è un momento importante. Alle Nazioni Unite stanno discutendo - so che appartenete alle Nazioni Unite come membri del Consiglio Economico Sociale - le mete delle Nazioni Unite ed è in programma una conferenza prima d’iniziare il dibattito generale. Bene, le Nazioni Unite sono l’unica cosa che si suppone che abbiamo, anche se in alcune occasioni sembrano non esistere, dato che si discutono i problemi dello sviluppo, le mete per lo sviluppo, le mete per l’educazione, le mete per la salute, e si compiono sempre meno; viceversa, ogni volta che c’è una crisi, si retrocede.

 

           Il potere d'acquisto degli stessi statunitensi ha diminuito la loro capacità d’acquisto del 43,6%. Immaginatevi un'economia in cui, improvvisamente, si smette di comprare gran parte di ciò che producono i servizi, l'industria, eccetera, e cresce la disoccupazione.

 

           Disgraziatamente ho dovuto raccogliere molte informazioni sugli Stati Uniti, e posso assicurarvi che sono un disastro. Sono una "grande democrazia", così tanto che che hanno nel Congresso 12.000 lobbisti, al lavoro per le transnazionali, che costano 3 miliardi e 500 milioni di dollari all'anno. Sono misure del passato che sono incredibilmente degenerate. Risultato: tutte le grandi imprese controllano e manipolano il Congresso degli Stati Uniti, che può ratificare accordi o approvare bilanci e leggi. Se ci sono degli accordi sul disarmo o sulla riduzione delle armi nucleari, indipendentemente della loro scarsa portata, devono essere approvate dal Congresso.

 

           Negli Stati Uniti ormai non si sa più quale sia il ruolo di un presidente, in molte occasioni non può fare nulla; è l'uomo che possiede una valigetta nucleare senza che nessuno sappia a che cosa serva quella valigetta. Non bisogna dimenticare che, quando sganciarono le bombe su Hiroshima e Nagasaki, erano le uniche due esistenti ed un presidente mediocre ed ignorante decise di lanciarle. Sono certo che Roosevelt non avrebbe lanciato quelle bombe, era un altro tipo, capitalista, ovviamente, capo del più ricco Stato capitalista ed imperialista, però un uomo con una grande educazione ed una determinata etica politica, che, sul piano personale, s’identificava meno con le grandi fortune. La persona che gli successe, non informò nemmeno gli alleati sovietici d’essere in possesso della bomba. Ed il fatto più crudele, fu che l’utilizzo di quella bomba non era necessario; è dimostrato storicamente che la maggioranza delle forze imperiali giapponesi, concentrate in Manciuria, erano state completamente sconfitte ed il governo militarista giapponese non poteva già reggersi. Per ottenere la vittoria, che era già nelle mani degli eserciti alleati, non bisognava lanciare quelle bombe; il peggio è che non possono addurre che tentarono di risparmiare delle vite; le forze sovietiche avanzavano incontenibili in Manciuria e la fine della guerra era solo questione di giorni.

 

           Se cercavano un pretesto militare, perché non lanciarono le due bombe su installazioni o basi militari? Perché le lanciarono sulla popolazione civile? Perché presero la decisione d’ammazzare oltre 100.000 persone e far provare tanta sofferenza? Loro sì sapevano ciò che era quella bomba. E da quelle parti, qualche giorno fa, è stato trasmesso un film in cui appare l'aeroplano che trasportò la bomba: lo chiamarono con il nome della madre del pilota. Che orgoglio! Che onore! Come è stato possibile chiamare con il nome di una madre l'aeroplano che lanciò una bomba che uccise oltre 100000 persone in pochi minuti?

 

           Fu un atto crudele, un esperimento inqualificabile a costo della sofferenza di centinaia di migliaia di persone indifese che non avevano nessuna colpa della guerra.

 

           Junko ha detto che siete stati in Vietnam per vedere l'effetto dell'agente Arancia. Quanti bambini, quanti milioni di vietnamiti morirono in quella guerra? 4 o 5 milioni. Quanti sono rimasti invalidi a causa dei prodotti chimici utilizzati? Le armi chimiche le hanno usate in un altro conflitto, le hanno fornite all'Iraq durante la guerra contro l'Iran. Il governo degli Stati Uniti ha usato inoltre armi batteriologiche, le hanno utilizzate contro Cuba; usano anche il fosforo vivo e le bombe a grappolo, il napalm ed altri mezzi simili attraverso i loro alleati.

 

           Al Presidente rimane la facoltà dell'utilizzo dell’arma nucleare o d’iniziare una guerra. Dopo che si sia scatenata la guerra.... E questo ha un’importanza speciale, perché proprio in questo momento esiste una situazione di reale pericolo, il pericolo di una guerra nucleare. Tutti conosciamo la situazione esistente oggi in Iran. Tutti conosciamo le minacce nei confronti dell'Iran per i disaccordi sulla produzione dell’uranio. Non hanno potuto provare che gli iraniani stiano costruendo un’arma nucleare o che ne abbiano l’intenzione. Possiedono dei centri di ricerca; molti paesi hanno centri di ricerca ed oggi esistono praticamente circa 40 nazioni che potrebbero produrre un'arma nucleare ed anche uranio arricchito.

 

           Gli iraniani possiedono centri di ricerca e centrali elettriche che funzionano con combustibile nucleare. Da una centrale elettrica in cui utilizzano quell'energia, esce la materia prima per il plutonio, l'arma nucleare usata a Nagasaki. I russi hanno sottoscritto degli accordi con l'Iran: consegnano l'uranio, gli iraniani lo consumano per la produzione elettrica e loro si portano via ciò che resta al termine della produzione dell'elettricità.

 

           V’avverto che è una situazione molto pericolosa. Hanno inviato una flotta statunitense-israeliana di fronte alle coste iraniane; le navi sono lì ed hanno fatto adottare degli accordi all’interno del Consiglio di Sicurezza, partendo da calcoli sbagliati, pensando che riusciranno a piegare la resistenza. È mia opinione che non riusciranno a piegare la resistenza iraniana e con la forza non otterranno alcun accordo.

 

           Lo Stato d'Israele sta facendo dei programmi, si è trasformato, si può dire, nella quinta potenza nucleare del mondo ed è deciso, l’ha già fatto in Iraq negli anni 80, attaccando il centro di ricerca nucleare, l’ha rifatto in Siria nel 2007, quando ha attaccato il centro di ricerca, ed in base agli articoli di giornalisti ben informati ed alle dichiarazioni dei suoi leader, si sa che è deciso, se gli statunitensi non attaccheranno l'Iran, a portare a termine quell’operazione da solo, distruggendo i centri di ricerca e le centrali elettriche già funzionanti o sul punto d’entrare in funzione.

 

           Ho scritto su questo tema, soprattutto, sui pericoli di una guerra in quella zona. Sono 26 Riflessioni, tra cui l’ultima, dove ho parlato degli zingari, un altro dei gruppi che furono sottoposti allo sterminio nei campi di concentramento nazisti; le vittime principali furono ebrei, zingari e russi, in base alla cinica dottrina hitleriana dello spazio vitale.

 

           Ho le mie posizioni su tutto ciò, non ho mai esitato a condannare l'olocausto, perché fu un atto crudele; ma quella è una posizione ed un’altra cosa sono l'interventismo ed i progetti guerrafondai d’Israele.

 

           Tutti questi problemi sono in cammino. Vi consiglio di prestare attenzione. Non so che materiale possiamo inviarvi, forse le riflessioni che abbiamo pubblicato al riguardo.

 

           Bene, quanti traduttori di giapponese abbiamo?

 

           Kenya Serrano. - A Cuba, pochi; però loro possono aiutare a tradurlo in giapponese.

 

           Com. - Inviamo anche la conferenza di Robock e dell’altro materiale.

 

           Quello che possiamo modestamente fare, è cooperare con voi secondo le nostre possibilità. Sicuramente avete visto il film Home, del cineasta francese Yann Arthus-Bertrand, che parla dell’ambiente. È una delle cose migliori che sono state fatte.

 

           Se attaccano l'Iran per distruggere i reattori, la guerra diventa nucleare, semplicemente, perché gli iraniani hanno sviluppato armi convenzionali difensive, hanno prodotto degli aeroplani senza piloti, hanno centinaia di lanciamissili. Per quel che ne so, non rimarrebbe una nave intatta, perché possono difendersi da uno, da due, ma non da una serie di missili lanciati simultaneamente. V’immaginate una situazione simile? Se sottovalutano gli iraniani e lanciano un attacco contro quelle zone, le perdite degli aggressori saranno altissime. Gli aggressori sanno che inizierebbe una guerra interminabile; chi è capace di controllare una simile situazione? Un ordine d’attacco è facile darlo, sono iniziate così tutte le guerre, però, a mio giudizio, potrebbe essere anche l'ultima, perché in questo caso, si trasformerebbe inevitabilmente in nucleare. Speriamo non succeda, ma è uno dei pericoli a breve termine che considero imminente.

 

           Noi, come vi dicevo, siamo disposti a collaborare modestamente e vi ringraziamo per tutte le notizie che potete inviarci, e se continuerete a venire a trovarci ed avremo tempo, dico tempo se non c'interrompono altre cose, c’incontreremo ancora. Ve lo prometto.

 

           Grazie. 

 

           Nao Inoue - Moltissime grazie.

 

           Ci è stato utile ed abbiamo imparato molto.

 

           Vorremmo conoscere la realtà dell’Avana, di fatto i partecipanti della nave della pace – beh, siamo appena arrivati - conosciamo solo il terminal delle crociere. Allora quando saremo usciti da qui, conosceremo anche delle attività, i lavori che i cubani stanno realizzando e vedremo inoltre direttamente le attività e le politiche che avete costruito.

 

           Molte grazie, veramente.

 

           Com. - Non andate direttamente in Nicaragua, vero?

 

           Matsumi Matsumura - Passiamo per la Giamaica, poi per il canale di Panama e dopo andiamo a Corinto, in Nicaragua.

 

           Comandante, mi piacerebbe presentare un invitato molto importante che si trova qui: il Ministro della Cultura del Nicaragua, il Signor Luis Mora.

 

           Com. – È venuto con voi o vi ha aspettati qui?

 

           Luis Mora. - Ero qui a Cuba per salire a bordo della nave.

          

          Com. - Ma vai in Giamaica?

 

           Luis Mora - In Nicaragua, a Corinto.

 

           Com. - E l'altro chi è?

 

           Luis Mora. - Siamo molto lieti di stare qui con lei. Saluti da parte di Daniel e Rosario, da parte del popolo del Nicaragua al fraterno popolo di Cuba, che così tanto amiamo e così tanto ci ha aiutati.

 

           Com. - Molte grazie.

 

           Luis Mora. - Chiaro, chiaro.

 

           Matsumi Matsumura - Moltissime grazie.

 

           Al suo fianco, un consigliere, della parte caraibica, il Signor John Hopkison.

 

           Interprete. - Della parte caraibica del Nicaragua.

 

           John Hopkison - Molto piacere; della costa caraibica del Nicaragua, di Bluefields, dove Lei è stato, Comandante, percorrendo a piedi le strade di Bluefields, molti anni fa.

 

           Com. - Sì, sì, sono molto contento.

 

Nao Inoue - Questa è una campana e spero che in camera sua possa soffiare un vento di pace e possa suonare in modo molto pacifico (Gli consegna la campana).

 

           Mi piacerebbe anche darle come regalo la nostra nave, il Peace Boat, che si trova ora nel porto dell’Avana, si chiama Oceanic.

 

           Kenya Serrano. - La nave da crociera dove si trovano si chiama SOS Oceanic, batte bandiera panamense.

 

           Com. - Bene, lo conserverò.

 

           Nao Inoue – Veramente, molte grazie ancora per averci ricevuto. C'impegniamo a proseguire le nostre attività e soprattutto a collaborare con l'ICAP, che sempre ci sostiene nei nostri programmi, grazie a Kenya ed anche alla vicepresidentessa Alicia Corredera.

 

           Moltissime grazie, Comandante.

 

           (Gli consegnano i regali.)

 

Com. – Credo d’avervi rubato un’ora in più, però spero che con gli altri possiate farcela. Per colpa mia, partirete un’ora dopo.

 

A questo punto si è concluso l'incontro. L'obiettività di ciò che ho detto può essere dimostrata.

 

Avete potuto osservare che, quando ho parlato di Franklin D. Roosevelt, ho detto che a mio giudizio non avrebbe lanciato quelle bombe; era sinceramente antifascista ed all’interno del sistema economico e politico del paese, non ridusse, bensì aumentò le tasse ai milionari, tanto che la destra l'odiava; questa era rappresentata nel seno dell'impero da Harry Truman.

 

Il mondo dovrebbe conoscere e meditare sul fatto che Harry S. Truman, il 9 agosto 1945, durante un discorso radiofonico diretto alla nazione, affermò testualmente: "Il mondo saprà che la prima bomba atomica è stata sganciata su una base militare di Hiroshima. È stato fatto perché desideravamo con questo primo attacco evitare, nella misura del possibile, l'assassinio di civili…”

 

Ad Hiroshima non c'era nessuna base militare. Il punto scelto fu un piccolo ponte in mezzo alla città.

 

Divulgare quella bugia costituiva un atto di ripugnante cinismo. Truman era cosciente e perfettamente informato del potere distruttivo di quell'arma.

 

Lo scorso 6 agosto, in occasione del 65° anniversario di quel mostruoso crimine, l'accademico canadese Michel Chossudovsky ha informato di ciò che lo stesso Harry S. Truman scrisse nel suo diario 11 giorni prima del lancio della bomba: “Abbiamo scoperto la bomba più terribile nella storia del mondo. Potrebbe essere la distruzione di fuoco predetta nell'era della valle dell’Eufrate, dopo l’Arca di Noè... Quest’arma sarà contro il Giappone... [Noi] la useremo per colpire gli obiettivi militari, i soldati e marinai, non le donne e bambini. Anche se i giapponesi sono selvaggi, spietati e fanatici, noi, quali leader mondiali nell’assistenza sociale, non possiamo far cadere quella terribile bomba sulla vecchia capitale o la nuova... L’obbiettivo sarà puramente militare... potrebbe essere la più terribili delle scoperte, ma potrebbe essere in realtà la più utile."

 

È stato senza dubbio, il più grande ed il più cinico omicidio della storia.

  

 

Fidel Castro Ruz

26 Settembre 2010

11 e 45 a.m.