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“Quando c’è stato il  terremoto,

l’ALBA non ha dovuto andare

ad Haiti: l’Alba era in Haiti”

 Intervento di Bruno Rodríguez Parrilla, Ministro degli  Esteri di Cuba, nella riunione del Consiglio Politico straordinario dell’ALBA per esaminare la situazione di Haiti

 

Caracas, Venezuela, il 24 gennaio del 2010, "52º Anno della Rivoluzione"

 

“Poche ore fa il Comandante Fidel Castro ha pubblicato una nuova colonna relazionata al tema di Haiti, intitolata: Inviamo medici, non soldati, nella quale riferisce come Haiti è stata vittima del colonialismo, lo sfruttamento e d il saccheggio per secoli.

 

Quella prima rivoluzione sociale costituisce oggi un debito dell’umanità, costituisce una macchia per la coscienza del pianeta.

 

Io credo che i paesi dell’ALBA possiamo dire con la coscienza tranquilla che abbiamo sempre compreso il problema di Haiti e, come spiegava il primo ministro Skerrit, abbiamo sempre fatto degli sforzi per aiutare Haiti.

 

Dal 1998, Cuba, con la cooperazione di altri paesi dell’ALBA, ha assistito 13 milioni di pazienti haitiani, ha visitato 5 milioni di pazienti nelle loro case, ha seguito 103000 parti,  ha eseguito 207000 operazioni chirurgiche e si calcola che con questo sforzo sono state salvate centinaia di vite umane.

Più di 26000 haitiani sono stati operati agli occhi, ed in un paese dell’ALBA si sono laureati 900 giovani haitiani e adesso studiano altri 600 circa.

 

Sono stati alfabetizzati con la partecipazione di un paese dell’ALBA ed un importante contributo del Venezuela, 160000 haitiani.

 

L’ALBA stava sviluppando un programma di borse di studio, un programma di salute, la costruzione dei dieci Centri di Diagnosi Integrale, che sono ospedali di terzo livello con alta tecnologia e cinque funzionavano già prima del terremoto; due quasi terminati ora si stanno incorporando al servizio d’emergenza per il terremoto e gli altri tre, sono a loro volta quasi terminati. 

 

L’ALBA ha cooperato nell’educazione, ha sviluppato progetti per l’energia con la sistemazione di gruppi elettrogeni con capacità di più di 60 mega watts in tempo record; il Fondo dell’ALBA è coinvolto nella costruzione di case in Haiti.

 

Esistono programmi di sviluppo della pesca, dell’agricoltura, alimentare,  del trasporto a motore, di produzione dello zucchero, delle comunicazioni, dell’aviazione, delle infrastrutture e dell’assistenza tecnica in numerosi settori.

 

Quando è avvenuto il terremoto in Haiti, l’ALBA non ha dovuto andare ad Haiti: l’ALBA era in Haiti ed ha condiviso il terremoto con questo popolo.

 

In questi 11 giorni di disastro, cubani , venezuelani e medici di altri paesi qui rappresentati, hanno effettuato 23171 visite e realizzato 2090 operazioni chirurgiche; sono state vaccinate contro il tetano 7874 persone.

 

Questo sforzo coinvolge circa 1000 medici e paramedici che vi partecipano; 249 giovani haitiani, 16 gruppi di chirurghi che non hanno smesso di operare praticamente per le 24 ore. Gli specialisti cubani in Haiti sono766 e solo a Port au Prince, 466.

 

Oggi si sta offrendo il servizio d’emergenza in 14 ospedali e con Brigate Itineranti di pronto soccorso  in decine di comuni.

 

Oggi l’Alba, Cuba, è presente in 127 comuni di 137 di questo paese e 415 specialisti della salute lavorano a questo sforzo.

 

Noi consideriamo che la salute sia un’area in cui l’ALBA ha capacità create, esperienze ed il popolo haitiano conosce il personale medico cubano, venezuelano e di altri paesi dell’ALBA.

 

Abbiamo infrastrutture e capacità per far giungere gli aiuti  medici direttamente alla popolazione,  con la garanzia di una grande efficacia.

 

Credo che se potessimo accordare qui di dare priorità a questo progetto come progetto dell’ALBA, con l’impegno d’assumere i servizi d’emergenza, i servizi epidemiologici, quelli di riabilitazione e fisiatria,  la ricostruzione e l’equipaggiamento di tutto il sistema sanitario haitiano, dal livello primario sino agli ospedali attrezzati, daremmo un contributo veramente prezioso al popolo di Haiti, contributo che sarebbe inoltre solido, sostenibile e duraturo nel tempo.

 

Se giungeremo a questo accordo si potrebbe incorporare immediatamente qualche forza della sanità laureata in Cuba o negli stessi paesi dell’ALBA al contingente che sta operando già nei servizi d’emergenza di Haiti; se ricevessimo l’autorizzazione dei governi dell’ALBA per far sì che i medici che stanno studiando altre specialità o gli studenti del sesto anno, e del quinto anno di medicina, che hanno già la capacità per lavorare sul terreno, si potrebbe formare rapidamente un potente contingente medico di tutti i paesi dell’ALBA.

 

Desidero reiterare inoltre la disposizione di Cuba a cooperare con tutti paesi senza eccezioni, tutti i paesi del pianeta, in questo sforzo, sempre che la cooperazione sia importante, trascendente per il popolo di Haiti, sia seria responsabile ed indirizzata veramente a risolvere problemi umanitari.

 

Ugualmente consideriamo che nell’area della sanità si potrebbe fare uno sforzo comune, ALBA e CARICOM, come ha proposto il primo ministro Skerrit, che presiede il CARICOM, e se avessimo il consenso dei governi del CARICOM per far incorporare i loro medici,  laureati o studenti in medicina a questo contingente, considero che sarebbe molto producente.

 

Credo compagno primo ministro, cari amici, Nicolás, che questa riunione sia opportuna ed  importante; che la prima priorità sia l’emergenza, salvare vite umane, alleviare le sofferenze e che quello che s’impone è affrontare il compito a lungo tempo, gigantesco, che sarà la ricostruzione di Haiti per dotare Haiti di tutti gli strumenti per assicurare il suo sviluppo sostenibile.

 

Molte grazie.