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Cuba a Ginevra  


“Di fronte ad una così difficile situazione

 

umanitaria in Haiti, non si possono manifestare

 

dubbi o indifferenza”


Intervento del Rappresentante Permanente di Cuba a Ginebra, Ambasciatore Rodolfo Reyes Rodríguez, nella 13ª Sessione Speciale del Consiglio dei Diritti Umani, convocata sul tema: Appoggio del Consiglio dei Diritti Umani al processo di ricostruzione di Haiti dopo il terremoto del 12 gennaio del 2010. 

Signor Presidente:

 

La realizzazione di questa sessione speciale, che conta con l’appoggio del paese in questione, costituisce un chiaro esempio di quello che può fare questo Consiglio nella promozione d’una genuina cooperazione internazionale in materia di diritti umani.

 

Anche se il sistema delle Nazioni Unite ed un forte numero di nazioni si sono mobilitate di fronte alla tragedia, questa Sessione del Consiglio giunge al momento giusto per assicurare che tutti gli sforzi per affrontare l’attuale emergenza ed la successiva ricostruzione del paese, considerino una prospettiva di diritti umani.

 

Il panorama lasciato dal terremoto è desolante. Non ci sono diritti umani che non sono stati colpiti dalla catastrofe, cominciando dal più elementare di tutti : il diritto alla vita.

 

Alle centinaia di migliaia di morti si sommano migliaia di feriti, di senza tetto e di sfollati. Il numero dei disoccupati è incalcolabile, il diritto all’educazione una sfida, il diritto ad un’alimentazione adeguata quasi un sogno.

 

Tutto questo nonostante la buona volontà del Governo di Haiti e della cooperazione della comunità internazionale. La tragedia ha anche scatenato una preoccupante gara per l’adozione illegale di bambini, che ha motivato misure preventive della UNICEF e che dev’essere oggetto d’attenzione anche da parte di questo Consiglio.  

 

Signor Presidente:

 

Di fronte a questa così difficile situazione umanitaria, non possono esistere dubbi e indifferenze. Con soddisfazione vediamo che da tutti gli angoli del pianeta si mobilitano sforzi per assistere Haiti. Il diritto dei popoli alla solidarietà internazionale in questo caso assume una chiara rilevanza.

 

Anche se è un paese povero e bloccato,  per Cuba la cooperazione con altri popoli del sud è un dovere ed un motivo di soddisfazione. Non si tratta di dare agli altri quello che avanza, ma di condividere modestamente il poco che abbiamo. Quando è avvenuto il terremoto, Cuba non ha dovuto andare ad Haiti: Cuba era già lì da molto tempo, come parte di un ampio programma di cooperazione con questo fraterno paese. Noi sentiamo come nostre le sue necessità. Dal dicembre del 1998, la cooperazione cubana ha significato  il lavoro in Haiti di 6094 collaboratori che hanno assistito 13 milioni di pazienti haitiani, realizzando  207000 operazioni chirurgiche, assistendo 103000 parti  e salvando centinaia di vite. La collaborazione con il fraterno popolo di Haiti si estende anche ad altre sfere come l’agricoltura, l’energia, la pesca, le comunicazioni e l’educazione.

 

Il fatidico 12 gennaio, erano ad Haiti circa 400 medici e specialisti della sanità cubana che lavoravano in 127 dei 137 comuni del paese. Oggi ci sono più di 500 medici, ai quali si sommano 249  giovani haitiani residenti, studenti del 5º anno di medicina che erano a Cuba a studiare e sono  tornati con urgenza sul terreno.

 

I medici cubani lavorano in 23 punti d’assistenza ed hanno posto in funzione 5 sale operatorie con 17 gruppi di chirurghi; sino al 25 gennaio hanno assistito un totale di 27.557 pazienti, realizzando 2415 operazioni chirurgiche.

 

La priorità della cooperazione cubana è stata sempre salvare vite umane.  

 

Signor Presidente:

 

La buona volontà dei paesi per assistere Haiti non è sufficiente. S’impone come mai prima, di fronte al rafforzamento del multilateralismo. Corrisponde alla ONU il ruolo centrale nel coordinamento di tutti gli sforzi, per far si che l’assistenza necessaria giunga  a tutte le persone danneggiate, attendendo le necessità identificate delle autorità haitiane. 

 

Prima del terremoto Haiti era già la nazione più povera dell’emisfero occidentale, un prodotto  del sistema coloniale, capitalista  ed imperialista imposto al mondo. La sua aggravata situazione rappresenta una sfida per la comunità internazionale ed in particolare per i paesi del nord ricco ed industriale. La risposta all’attuale emergenza  dev’essere accompagnata  da un piano integrale e sostenuto  nel tempo, per la ricostruzione economica e sociale del paese, che permetta al suo nobile popolo d’esercitare il diritto allo sviluppo e soddisfare le sue necessità vitali in maniera indipendente.

 

La prima nazione indipendente dell’America Latina, esempio di resistenza ed eroica lotta, domanda oggi l’impegno della cooperazione internazionale, sostenuta, di tutti.

 

Come ha detto il leader storico della Rivoluzione Cubana Fidel Castro "In Haiti si metterà alla prova quanto può durare lo spirito di cooperazione, prima che l’egoismo, lo sciovinismo, gli interessi meschini ed il disprezzo per altre nazioni prevalgano".

 

Molte grazie.