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Si deve educare

con la verità
Discorso del Ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez, nel XX Vertice  Ispanoamericano.

 

Mar della Plata 4 dicembre 2010 - www.cubminrex.cu

 

Eccellentissima Signora Cristina Fernández de Kirchner, Presidentessa dell’Argentina:

 

Ringrazio per l’ospitalità con cui siamo stati accolti in questa bella città. Desidero comunicare a nome del Governo e del popolo cubani, un saluto fraterno al Governo dell’Argentina e al popolo di  San Martín e di Che Guevara, al quale ci uniscono vincoli indissolubili. Sentiamo per lei Signora Presidentessa, profondo rispetto e ammirazione per il suo pensiero, il suo carattere e la sua fermezza. Mi onora anche, rendere omaggio al compagno Néstor Kirchner.

 

Signora Presidentessa:

 

Sua Maestà Juan Carlos di Borbone:

 

Stimati Presidenti, Primi Ministri e Capi di Delegazioni:

 

La riunione di Cancún sarà la tappa più visibile di un lungo processo che, dopo la truffa  di Copenaghen, ha avuto l’obiettivo di re-incamminare le mete e gli obiettivi della Convenzione Cornice delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico. Potrebbe essere l’opportunità per unire volontà per evitare  un disastro ecologico le cui conseguenze sono sfortunatamente prevedibili.

 

Tutto sembra indicare che l’egoismo dei responsabili storici dello squilibrio climatico impedirà di adottare gli impegni che minimamente sono richiesti. I loro Governi si dirigono invece ad affondare le basi ed i principi cardinali della Convenzione Cornice e del suo Protocollo di Kyoto. Nel  migliore dei caso assisteremo alla formazione di un programma per continuare a negoziare deliberando con vista all’anno prossimo. Quando concluderà la conferenza di Cancún, avremo perduto un anno, dal disastro di Copenaghen, nel conto alla rovescia  che conduce alla fine della specie umana.

 

Riunendoci in questo Vertice Ispanoamericano per deliberare sull’educazione, non possiamo  ignorare l’obbligo di educare bambine e bambini, giovani e adulti alla cura della  Madre Terra o Pacha Mama, nella saggezza delle millenarie e molto avanzate culture americane e nella comprensione che gli irrazionali modelli di consumo del capitalismo sono insostenibili e contrari alla durata dell’essere  umano. È anche una responsabilità dei Governi assicurare che i popoli dispongano di tutte le informazioni necessarie su questa  minaccia trascendentale.

 

Esprimo tutta la solidarietà di Cuba alle fraterne nazioni che stanno soffrendo catastrofi naturali. Non possiamo nemmeno restare zitti ed impassibili di fronte al pericolo per il pianeta, dovuto agli immensi arsenali nucleari ed alle armi convenzionali sempre più letali.  Il compagno Fidel Castro Ruz, infaticabilmente allarma l’opinione pubblica internazionale che la mera esistenza di queste armi è il rischio maggiore, quando è stato dimostrato che l’esplosione di un’infima parte delle ogive pronte per essere sparate provocherà un inverno nucleare che distruggerà la vita intelligente sulla Terra.

 

L’educazione è davvero incompleta se non si illustra ai bambini, giovani e adulti e non si formano le coscienze, che la soluzione urgente è il disarmo generale e completo, includendo il disarmo nucleare, invece del concetto politicamente manipolato della non proliferazione di queste armi. Si dovrebbero avvertire sulle politiche che si basano nelle guerre di conquista delle risorse, come il petrolio e le minacce del vorace complesso militare- industriale, che si dedica a produrre guerre.

 

I politici ed i grandi interessi che abitualmente costoro servono, i mezzi di comunicazione ed i loro poderosi padroni dovrebbero essere prima di tutto e se fosse possibile, educati loro stessi nel rispetto della verità ed al libero flusso dell’informazione obiettiva, per contribuire all’educazione degli altri e alla qualità dell’insegnamento, invece di creare egoistici, brutali, pieni di cupidigia riflessi condizionati.

 

I genitori, le famiglie, i maestri e i governanti dovrebbero sempre educare con l’esempio e credo che mancheremmo al nostro dovere insegnato dall’educazione civica ed etica, se tacessimo in questa prima riunione che si svolge adesso, poche ore dopo l’ultima e scandalosa rivelazione dei documenti segreti nordamericani, molti assai recenti, che mettono a nudo la diplomazia imperiale, pieni d’arroganza, e i loro giudizi sulle nostre nazioni e i nostri leader, del loro disprezzo per il diritto internazionale, del loro cinismo e ipocrisia, dove s’intravedono le loro vere intenzioni e si confonde la diplomazia con le operazioni d’intelligenza e sovversione e l’influenza politica con il più bruto intervento nei nostri temi interni. 

 

Uno molto interessante l’ho portato con me: è il ID-194480, del 27  febbraio del 2009, che riconosce e dimostra che Cuba è uno dei paesi più sicuri del mondo per i cittadini nordamericani e  dove risulta  materialmente impossibile che si organizzino azioni terroristiche ostili contro gli Stati Uniti. È, curiosamente, un documento dello stesso  Governo che include Cuba nella spuria lista degli Stati patrocinatori del terrorismo internazionale, mentre protegge il terrorista Posada Carriles e mantiene prigionieri i nostri Cinque combattenti antiterroristi.

 

Quest’altro documento, del 2 febbraio del 2010, codificato 10CARACAS187, dimostra l’interesse di questo paese nell’ostacolare la cooperazione medica internazionale cubana. E ce ne sono molti altri. Anche se mancano dati sui sempre più oscuri e intricati dati della politica interna nordamericana, forse relazionati a questo fatto, ormai devono essere proprio pochi gli ingenui in questo mondo che non  hanno capito che, dietro i sorrisi e le parole amabili dell’ attuale Presidente degli Stati Uniti, non è avvenuto nessun cambio reale della politica né dell’ etica, e non si è verificato nessun “nuovo inizio”. Ricordo che nessun portavoce ha risposto alle domande sulle missioni  attuali del Comando Congiunto per le Operazioni Speciali che, comandate dal Generale Mc Chrystal,  Cheney ha riportato a proposito delle esecuzioni extragiudiziarie in diverse regioni del mondo.

 

Signora Presidentessa:

 

Si deve educare con la verità.

 

L’educazione è stata nel cuore delle lotte dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi per la loro emancipazione  e indipendenza, mentre l’ignoranza e l’analfabetismo sono state le conseguenze del saccheggio e strumenti dell’ oppressione delle oligarchie servili e di interessi estranei alla nostra cultura.

 

La storia di Nuestra América dev’essere insegnata com’è stata, con la maturità che induce il tempo trascorso, ma senza adulterazioni o inganni. La Comunità Ispanoamericana, per i vincoli  culturali che la identificano e le risorse alla sua portata, conta con condizioni eccezionali per promuovere la cooperazione nel campo dell’educazione. Non ci sono ragioni per giustificare che nella nostra regione esistano decine di milioni di analfabeti e di bambini senza scuola. Indubbiamente, negli anni recenti, come risultato della ferma volontà dei loro Governi e della cooperazione regionale, Venezuela, Bolivia, Nicaragua ed Ecuador hanno sradicato l’analfabetismo. Il Governo del Presidente Lula ha ottenuto a sua volta significativi progressi nella sua politica sociale. È una dimostrazione di quello che si può realizzare quando le priorità dei Governi si concentrano nella distribuzione della ricchezza, nell’uguaglianza delle opportunità e nelle politiche sociali e si avanza, come nell’ALBA, nell’integrazione solidale. Sappiamo che il mercato non lo farà mai.

 

Partiamo dalla convinzione che, in pieno XXI secolo, non è accettabile che l’accesso all’educazione continui ad essere una meta irraggiungibile per importanti segmenti della popolazione.

 

Per tutta l’Ispanoamerica, il beneficio di un’educazione primaria di qualità dovrebbe essere riconosciuta come un diritto umano fondamentale. I Governi dovrebbero operare con il fermo impegno di garantire l’accesso globale al livello d’educazione media e fomentare la più ampia cooperazione per ottenerlo.

 

È necessario denunciare che il furto di cervelli e  il drenaggio senza scrupoli delle risorse umane, in contrasto con le brutali politiche anti-immigranti del mondo industrializzato, è una forma di saccheggio sempre più diffusa. L’America Latina e i Caraibi sono esportatori netti di capitali ed anche di risorse umane qualificate. Proteggerci da questi fenomeni, dovrebbe essere compito di tutti e formare parte dell’Agenda Ispanoamericana.

 

José Martí, che morì combattendo, “per evitare che gli Stati Uniti  ricadano con più forza sulle nostre terre d’America” proclamò: “essere colti per essere liberi”.

 

Non esiste, in realtà il vero esercizio dei diritti politici senza educazione e senza conoscenza. Senza accesso alla scienza e alla tecnologia, si limita il progresso culturale e si compromette lo sviluppo. L’educazione e lo sviluppo sostenuti con la cultura cubana, sono stati fattori centrali della nostra Rivoluzione, della partecipazione democratica del popolo al governo e della piena liberazione dei  cubani che oggi  dibattono sovranamente, senza ammettere ingerenze, l’attualizzazione del nostro modello economico socialista, con la guida del Presidente Raúl Castro Ruz.

 

Nonostante il blocco economico degli Stati Uniti, Cuba è un riferimento mondiale per i suoi successi nell’educazione.

 

Abbiamo trasformato queste conquiste in componenti  fondamentali della nostra solidarietà con i popoli dell’America Latina, i  Caraibi e di altre  regioni del mondo, convinti che la conoscenza è un bene comune dell’Umanità. Oggi studiano in Cuba 27391 studenti di 126 paesi. E più di 30000 lo fanno  con professori cubani, nei loro stessi  territori.  Abbiamo già realizzato il compito di preparare in un decennio centomila Medici  latinoamericani e dei  Carabi. Si sono laureati in Cuba 31528 universitari di 135 paesi. Non si può parlare di Cuba se non si dice “che sì, si può”!

 

Praticamente tutti i bambini e i giovani cubani con meno di 17 anni vanno a scuola. Tra questa età  e i 24 anni  studia nelle università il 53%. Tutti gli handicappati ricevono un’educazione speciale.  Dal 1959. si sono laureati nelle  università 989913 cubani. Il 65,7% della forza tecnica qualificata è femminile. Esistono 14 investigatori scientifici o dottori in scienze per ogni 10000 cubani. La famiglia cubana esercita il diritto all’educazione in forma piena, garantita dallo Stato e gratuita.

 

Sì, dobbiamo parlare di Haiti che soffre. Faccio una appello alla solidarietà ispanoamericana. Cuba, modestamente, ha  inviato altri 300 suoi professionisti della salute per affrontare il colera, e prestano servizio in Haiti  714 collaboratori della salute cubani, 100 medici latinoamericani  dei Carabi, e 89 haitiani formati nella nostra piccola Isola. Già  esistono 76 centri di salute e ospedali e ci propiniamo di dedicare sino a 50 centri per lottare contro l’epidemia,  che inoltre potrebbe porre a rischio tutta la nostra regione, e per affrontare  le conseguenze del terremoto e dello sfruttamento brutale che ha sofferto per secoli questo nobile popolo.

 

Signora Presidentessa:

 

Questo Vertice si svolge quando l’America Latina ed i Caraibi avanzano verso l’approfondimento  della loro indipendenza e della loro integrazione regionale.

 

Il sostegno dell’Ispanoamerica a questo corso inarrestabile è benvenuto.

 

Ma questa strada è piena di minacce. I golpisti sono rimasti impuniti in Honduras e il tentativo fallito avvenuto in Ecuador non è  stato un caso fortuito.

 

L’esperienza recente c’insegna che le forze reazionarie, in cospirazione con gli Stati Uniti, il capitale multinazionale ed i grandi mezzi di comunicazione, insistono nelle vecchie e brutali pratiche del colpo militare contro Governi costituzionali eletti dal popolo.

 

Non dimenticano le dottrine apprese nella “Scuola delle  Americhe” e fanno anche piani per ammazzare presidenti. Ammiriamo la condotta coraggiosa  e serena del Presidente Correa, e salutiamo l’eroico popolo  ecuadoriano por la difesa della sua Rivoluzione  Cittadina. Inoltre reiteriamo la nostra solidarietà al fraterno popolo honduregno ed ai settori  popolari che reclamano democrazia a castigo per i golpisti.

 

Come ha affermato il  Presidente Hugo Chávez Frías, potremo redigere documenti e  dichiarazioni per determinare cosa fare se si ripetono la rottura della pace e dell’ordine costituzionale in una qualsiasi delle nostre nazioni, ma non possiamo impedire che si ripetano i tentativi e non allontaneremo la minaccia, se non puntiamo direttamente sulle  cause e non segnaliamo con il loro nome i perpetratori. Nei giorni scorsi, in un brillante e coraggioso discorso durante l’incontro dei Ministri alla Difesa delle Americhe, il presidente Evo Morales ha detto che sarebbe pericoloso e ingenuo confondere gli strumenti per affrontare i colpi di Stato con le ricette della Carta Democratica Interamericana, della molto criticata OSA, o con meccanismi d’intervento  come il TIAR.

 

Signora Presidentessa:

 

Per tutto l’impegno giusto e altruista, i paesi della Comunità Ispanoamericana  potranno sempre contare con la solidarietà e l’ azione disinteressata di Cuba.

 

Molte grazie.