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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

Cuba: l'urna e la piazza

 

 

6 maggio 2010 - Abner Rivera Barrera www.cubadebate.cu

 

Una delle tante falsità che diffondono i nemici della rivoluzione cubana, è che nell'isola, tutte le mobilitazioni politiche sono realizzate per obbligo e mandato del governo cubano. Questo controlla e poi punisce coloro che si assentano. Secondo loro, la "dittatura cubana", nel suo desiderio di mostrare i suoi atti di mass, infonde timore tra i cubani costringendoli ad assistere alle sfilate e altri eventi, altrimenti si abbasserebbe  il salario della giornata. Il terrorista Carlos Alberto Montaner, ad esempio, ripete da molti anni, la litania che, per mobilitare la popolazione, il governo cubano mette un poliziotto in ogni casa.


Se osserviamo le democrazie occidentali - cosiddette rappresentative ed esemplari - troviamo un divorzio tra il governo e il popolo, e in non pochi paesi, il governo è nemico del popolo.

 

Nel caso di Cuba, non è possibile  fare questa  separazione o trovare questa avversità, perché, nell’isola, la rivoluzione l’ha fatta dal popolo e dal 1959 il popolo ha i suoi rappresentanti al potere.


Nelle ultime settimane vi è sono stati, nella maggiore delle Antille, due grandi atti di mobilitazione dei cittadini, in cui il popolo cubano ha partecipato con il fervore e il coraggio che li caratterizza, il primo è stata la
votazione dello scorso 25 aprile per eleggere i rappresentanti delle Assemblee Municipali del Potere Popolare (governi locali) e il secondo nella celebrazione del Giorno del Lavoratore il 1 ° maggio. Riferiamoci a questi due eventi.

 

Per quanto riguarda il primo, la stampa imbavagliata dall’impero, non ha informato il mondo su questa democrática festa socialista. La messa in discussione del sistema politico ed elettorale di Cuba, è uno degli obiettivi principali della multimilionaria campagna anticubana condotta dal governo degli Stati Uniti e seguita da altre nazioni capitaliste, l'obiettivo è quello di imporre ai paesi cosiddetti del terzo mondo un sistema politico elettorale che gli permetta di interferire negli affari interni di ogni paese in modo che possano continuare a controllarli e sottomettendoli al loro dominio. Ma con Cuba non hanno potuto e non  potranno.


Gli avversari da molti decenni accusano Cuba di essere una dittatura che non effettua elezioni(per loro la democrazia si esaurisce nelle elezioni), e ogni volta che Cuba realizza processi elettorali, L’impero ed i suoi accoliti si  rifiutano di informare. C'è un vergognoso silenzio
.

 

Lo scorso 25 aprile, 8205994 cubani hanno esercitato, volontariamente,  il voto nel primo turno di dette elezioni, questa cifra supera il 94% degli elettori che avevano diritto di votato alle elezioni. Quale altro paese al mondo può mostrare tali cifre di partecipazione popolare ed elettorale? Si può chiedere questo all’”esemplare” democracia statunitense? No, perché che lì eleggono il presidente del paese con meno del 50% degli staatunitensi aventi diritto al voto.


I grandi media neppure informano che le elezioni a Cuba sono molto più democratiche di quelle che si realizzano in altri paesi capitalisti. Una delle caratteristiche del sistema politico ed elettorale cubano è
“l’inesistenza di campagne elettorali con costi milionarie con il ricorso alle offese, alla diffamazione e alla manipolazione. Tutti i candidati ricevono uguale trattamento. L’unica propaganda accettata é la pubblicazione ufficiale della biografia , con i meriti e conddizioni, di tutti i candidati". Ma nei paesi capitalisti i candidati eletti lo sono dal potere del denaro, non é il popolo ma la grande capitale che determina chi vince una elezioni. Si manipolano le opinioni attraverso la pubblicità dei mass media. Le opinioni e  decisioni della gente sono influenzati dalle grandi macchine milionarie della propaganda realizzate dai partiti politici. Si tratta di uno spettacolo. Fidel Castro a questo proposito dice: "Mi pare uno show realmente ripugnante quello quello che avviene con molte di queste forme definite democratiche. Nel tipo di propaganda elettorale che, in ese, si fa si può apprezzare che il denaro si converte in un fattore decisivo dei risultati. Negli Stati Uniti e altrove, coloro che non hanno rissorse non possono proporsi alcun obiettivo politico perché sono esclusi, sono eliminati".

 

E sulla commemorazione del Giorno del Lavoratore, i governanti di molti paesi non possono celebrare il 1 Maggio insieme ai lavoratori, perché esercitano, contro i lavoratori,  delle politiche neoliberiste, non possono celebrare con il popolo, perché i loro governi hanno  e stanno saccheggiando le finanze pubbliche privatizzando le imprese statali, aumentando la disoccupazione e la povertà tra la classe lavoratrice. La celebrazione del giorno del lavoratore, in questi paesi, si converte in un atto vergognoso e di ripudio per i governanti di queste democrazie capitaliste. Cosa molto diversa a Cuba perché la Rivoluzione ha fatto  sì che gli interessi ed i diritti del popolo siano realmente rappresentati nella leadership politica rivoluzionaria al potere. Per questo, quando si convoca una manifestazione come quella del 1° maggio, il popolo risponde unito come una sola forza politica unita con i suoi dirigenti. Mentre nei paesi capitalisti la classe lavoratrice manifesta il 1 ° maggio per rivendicare i suoi diritti, violati dalle politiche antipopolari, la classe lavoratrice cubana lo ha fatto per celebrare le conquiste della rivoluzione socialista.


Su questa immensa dimostrazione popolare, a Cuba, alcuni dei grandi media non potevano essere indifferenti, hanno dovuto ammettere che si trattava di un’ondata di centinaia di migliaia di persone che hanno sfilato, per diverse  città  di Cuba, solo nella Piazza della Rivoluzione  si sono concentrate un milione di persone.


Coloro che accusano Cuba di violazioni dei diritti umani, potranno trovare, in questa moltitudine, solo: l'amore di patria, la difesa del sistema socialista e della rivoluzione, trincee di idee e il coraggio di continuare a lottare per un mondo più giusto e più umano. Le uniche assenti sono state le autodefinitesi
Damas de Blanco; non sfilarono, perché i loro padroni della SINA non avevano, in bilancio, i soldi  per pagare questa marcia.


Nella multimilionaria manifestazione, gli striscioni erano incaricati di dare gli affondi rivoluzionari. Citiamo solo tre: "A nessuno perderà il lavoro perché non ha assistito alla Plaza. Chi non è in piazza, é davanti alla TV nel soggiorno di casa  sua","I cubani sono già laureati nella difesa della patria" e "I cubani non si arrendono né si vendono".