LA CIBER PAGLIACCIATA

Ovvero: Yoani Sanchez e Generazione Y, come sputare

su Cuba e vivere da vittime felici...

 

 

24 febbraio 2010 - di Giovanna Mulas - Ufficio Stampa Isola Nera

 

 

'La stampa è talmente potente nel creare immagini da far apparire vittima un criminale e criminale la vittima. E' la stampa, una stampa irresponsabile. Se non stai attento, i giornali ti faranno odiare gli oppressi e amare coloro che opprimono.'

Malcolm X
 

 

Per quale motivo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dato l’ordine - eseguito - di far sparire più di 80 siti Internet legati a Cuba perché “fomentavano il commercio” e “violavano le leggi nordamericane”, e ‘non si è accorto’ del travaso di denaro fatto attraverso Internet verso il sito di Yoani?

Yoani eroina o vittima?. Sputare sul socialismo, negli ambienti della casta e nei regimi cosiddetti "democratici post industriali", paga. Il sostegno ‘sottobanco’ del potere a Yoani Sanchez è parte di una strategia di cyberguerra, come in altri momenti storici altre iniziative prese da Bush padre e da Reagan sul tema molto controverso dei diritti umani.

L’obiettivo di questa cyberguerra è, come riportato da Usa Today, usare il web come ulteriore applicazione del blocco degli Stati Uniti. Military Review, rivista del Pentagono, ha consigliato, per esempio, di creare blog “amici” e cyberdissidenti per questa strategia.

Ma procediamo con ordine... A Cuba li chiamano 'gusani', vermi... Quelli che, al soldo del potere capitalista degli Stati Uniti, sputtanano Cuba nel mondo facendo, appunto, gli interessi degli Stati Uniti. E non importa se i gusani siano cubani o italiani.

 

Mercenari sono e mercenari restano; traditori, principi del paradosso politico. Insomma…come che la sottoscritta, sarda doc come i malloreddus o il pane carasatu, una mattina si alza di bocca buona e monta in Sardegna (magari in Barbagia, vero cuore sardo) un gazebo di Lega Nord, di un bel verde pisello en pendant con natura e nuraghi. Cose che (inspiegabilmente) succedono, per carità. Come che io, sarda, giudicata da una certa mentalità razzista e padroncina belloccia ma pur sempre terún, terrona, mangiatrice di terra; prendessi da un giorno all’altro a fare gli interessi del razzista e padroncino che offende quotidianamente e la mia isola e le sue genti, e l’intelligenza di tutti gli italiani pensanti. Per la mia isola e le sue genti intendo la storia, la cultura, le tradizioni, l’anima, l’essenza. Sottobanco faccio questo col padroncino di turno, ma apparentemente dichiaro al mondo, agli altri sardi e agli italiani (mal?)pensanti che ciò che faccio è fatto per amore della mia isola. Ma pure se sempre di isole parliamo; io sono sarda, non cubana.

Utilizzando il suo pc e da hotel a cinque stelle, la filologa ed eterna aspirante cronista Yoani Sanchez fa (da emerita sconosciuta) quello che pochissimi cubani e non tanti stranieri possono fare a Cuba: pagare la connessione ad internet. Lei, nonostante dichiari persecuzione politica e armata, lo fa per ore, in barba dell’alto costo del servizio. Un prezzo che corrisponde a ciò che Cuba paga alle imprese straniere che forniscono il servizio; una delle conseguenze del blocco imposto dagli Stati Uniti.


Ogni suo scritto (e non parliamo della Bibbia o di Pinocchio, amici miei) è tradotto in tempo reale in 18 idiomi (da scrittrice di talento ma povera in canna ho intenzione di domandarle alla prima occasione il modus operandi, io, che arrivo ad oggi a 5 lingue e tradotte dall’editore interessato. Senza blocco). Leggo su Alexa che non esistono altri casi al mondo di illustri sconosciuti, com’è la Sanchez, tradotti in 18 lingue.

E’ certo che solo poche entità dell’ONU o dell’Unione Europea hanno questa magistrale, magica possibilità. Eh si. Ancora Stati uniti, Ancora il potere. The power of money. Nell’ottobre del 2007, esattamente a sei mesi dalla creazione del blog di Yoani, al corrispondente dell’agenzia Reuters ‘sfugge’ un parere molto positivo sul blog della Sanchez; Generazione Y. Il comunicato viene immediatamente ripreso dai media di tutto il mondo. Due mesi dopo, il The Wall Street Journal raccomanda vivamente di leggere il blog della signora. Il 3 gennaio 2008, il quotidiano spagnolo El País pubblica un’intervista.

Nell’aprile 2008, non in pochi rimasero sorpresi nel leggere che alla señora Yoani, una completa sconosciuta, era stato assegnato il prestigioso Ortega y Gasset, dedicato al giornalismo digitale.

Accompagnato da 15000 Euro. Il premio è bandito dal gruppo Prisa, proprietario di El País. Gruppo e quotidiano sono nemici dichiarati della Rivoluzione cubana.

In una sorprendente cascata cominciarono ad arrivare per Yoani altri premi e menzioni da parte della stampa mondiale…di potere.

 

In maggio, Time Magazine pone la nostra tra le 100 persone più influenti del mondo. Da solo un anno che il suo blog era in fortunata circolazione, la Yoani già divideva la menzione con personaggi dello spettacolo quali Brat Pitt e Angelina Jolie. Con polítici come George W. Bush, Evo Morales, Hu Jintao e… il Dalai Lama.

Nel febbraio 2009, Yoani viene selezionata come uno dei 10 intellettuali (?) più influenti dell’America latina. Almeno così dichiarò a suo tempo la Fundación Carnegie, nella rivista Foreign Policy. Yoani ubicata come quinta e preceduta, pensate un po’, solo da Gabriel García Márquez, Vargas Llosa, Fidel Castro y José Saramago. E, seppure a qualcuno paia strano, precedendo in graduatoria Eduardo Galeano, Carlos Fuentes e Fernando Savater.

Nell’ ottobre 2009 a Yoani viene concessa menzione al premio Maria Moors Cabot, dall’ Universidad de Columbia. Questo premio è considerato il più antico riconoscimento del giornalismo internazionale. 15000 euro di premio.

Un particolare importante, legato a questi premi e riconoscimenti: sono ‘formati’ da un gruppo ridotto di persone che giudicano e decretano. In nessuno dei premi nominati esiste votazione da parte di pubblico, o dai lettori. Se si chiede un ‘popolo pensiero’ internazionale su Yoani Sanchez molte cose, pare, cambiano.


Se si visita la pagina web “lalistawip”, tra le più importanti del mondo nel genere; Yoani non esiste, neppure come blogger e nonostante il patrocinio non ufficiale ma ormai verificato pro Sanchez da parte del Gruppo Prisa y El País, tra gli altri. Le statistiche vengono verificate col voto dei naviganti, con le loro opinioni. Non c’è trucco e non c’è inganno; Vox populi, Vox Dei.

Altro particolare interessante: il Yoani blog è registrato su GoDaddy, compagnia usata dal Pentagono per la cyberguerra. Il server è in Germania (Cronos AG Regesburg): la nostra vittima ha a disposizione una memoria a lungo e altissimo traffico, cose sconosciute al resto dei cubani

Aneddoto curioso sulla Sanchez... Amici cubani m’hanno parlato di una Yoani invitata alla sala del Centro Culturale Fresa y Chocolate, presso l’ ICAIC (Istituto Cubano di Arte e Industria cinematografica). Si presenta sotto falso nome, nonostante il palese invito fatto a suo nome... Si presenta NON circondata da agenti di polizia, come viene raccontato su numerosi blogs da altri convenuti; L’eroina, in pieno climax narrativo, urla a organizzatori e pubblico e stampa presente: ‘Ecco perchè devo venire in questo modo (agita la parrucchetta bionda)… per poter imbrogliare (?) la polizia che circonda la mia casa (?)’. Un folto gruppo di blogs cubani e non a sfondo politico per carità…insomma, come il blog della Yoani, appresa la notizia hanno definito la nostra ‘La Ciberpayasa’. La CyberPagliaccia...
 

In pochi sanno del congruo conto corrente che la sacrificata eroina Yoani mantiene in Spagna...