Il cancro di Posada Carriles:

“Chi sta ingannando chi?”

 

 

20 maggio 2010 - J.G.Allard www.granma.cu

 

 

Nel corso dell’ultima decada, il terrorista internazionale Luis Posada Carriles, in modo sistematico, è ricorso al suo stato di salute, presumibilmente cattivo, per giustificare il trattamento privilegiato che solo le sue relazioni della CIA spiegano, e cercano di salvarsi dalle punizioni che reclamano le sue vittime.

 

Dal momento del suo arresto a Panama, nel 2000, quando cercò di collocare 30 kg di esplosivo in un anfiteatro nel quale avrebbe parlato il leader cubano Fidel Castro, gli avvocati di Posada hanno citato e utilizzato costantemente la lunga lista delle malattie che vanno dal cancro al diabete all’artrite.

 

Tuttavia, mentre una corte del Texas gli appena autorizzato di comparire per telefono per “ragioni mediche”, nessuna delle sue presunte malattie ha ostacolato la sua recente partecipazione ad una manifestazione per Gloria Estefan.

 

Posada fu arrestato a Panama il 17 novembre del 2000 con un gruppo di complici quando stavano per compiere l’ultimo passo di un complotto che avrebbe provocato centinaia di morti stando a tutti gli esperti che comparvero nel suo processo al termine del quale fu giudicato colpevole e condannato a vari anni di carcere.

 

Eppure, non erano ancora cominciate le procedure quando l’agenzia statunitense Associated Press pubblicava, il 28 luglio del 2001, che aveva “seri problemi di salute”.

 

Citando l’avvocato mafioso Rosa Mancilla de Cruz, AP precisava testualmente che “A Posada era stato diagnosticato un cancro con serie complicazioni, e che soffriva di un angioma al petto complicata dall’età”.

 

Attraverso lo stesso mezzo l’avvocato insisteva: “È molto deteriorato, l’ho visto molto fragile, a volte sviene. Cammina e all’improvviso cade. Sono situazioni molto complicate e sono state certificate dagli stessi dottori”.

 

Per una maggiore credibilità mediatica, Mancilla rese le sue dichiarazioni “all’entrata di un ospedale pubblico al quale sarebbe stato portato” Posada Carriles.

 

 

Un ospedale privato per

un terrorista privilegiato

 

 

Tuttavia, a dispetto delle promesse del suo narco-avvocato Rogelio Cruz che poi si è personalmente incaricato del suo caso, Posada Carriles dovette aspettare gli ultimi giorni di giugno del 2002 per essere trasportato dal carcere di El Renacer all’ospedale privato San Fernando, a pochi passi dall’Ambasciata degli Stati Uniti.

 

La misura – un ulteriore privilegio – violava quanto stabilito dalle stesse autorità carcerarie che obbligavano i prigionieri ad essere assistiti nell’ospedale pubblico Santo Tomas.

 

Nell’ospedale privato San Fernando, i medici reclutati da Cruz hanno gli diagnosticarono un numero altissimo di malattie. Secondo gli specialisti, l’ex agente della CIA soffriva non solo di un cancro alla pelle, questa volta confermato, ma anche di atrofia encefalica, arteriosclerosi multiple con degenerazione dei tessuti, insufficienza cerebro-vascolare, oltre che affezione auditiva e di ipertensione.

 

Lo stato “tragico” di Posada fu rapidamente trasmesso al mondo da parte della compiacente agenzia spagnola Efe che annunciò, citando Rogelio Cruz, ex procuratore di Panama, come “l’anticristo cubano” fu portato ad un ospedale privato dopo aver “sofferto severi problemi di salute in prigione”.

 

L’agenzia ometteva di precisare che Cruz fu processato e “liberato” dal procuratore del Panama per corruzione e narcotraffico.

 

Gli archivi dicono che Cruz affermò che Posada fu internato “dopo aver sofferto problemi cardiaci, cancro della pelle, ipertensione arteriosa e affezioni nell’udito medio che gli fanno perdere l’equilibrio”.

 

Il colmo è che Cruz giustificò il trasferimento di Posada ad un ospedale privato indicando che “i medici della polizia” lo rimisero in prima istanza all’ospedale Santo Tomas “ma che fu necessario portarlo via dalla Sala 31 perché lì si trovavano sei casi di tubercolosi con HIV”.

 

Arrivò il 24 maggio del 2004. a Posada resta poco da soffrire nella sua cella a cinque stelle con telefono, televisore ed internet: stava quasi per concludere l’accordo del suo indulto con la presidentessa, la stessa che oggi vive con quello ce allora era il suo Procuratore Generale e Ministro della Giustizia e che ostacolò la sua uscita.

 

Quel giorno “l’anticastrista” che era stato condannato il 20 aprile a otto anni di prigione per il suo piano per assassinare il Presidente di Cuba, è di nuovo portato in ospedale per “nausea, vista offuscata e perdita di equilibrio”. Stavolta non potette evitare l’ospedale Santo Tomas e i suoi malati di tubercolosi, anche se, secondo il suo avvocato Cruz, continuava a soffrire di “cancro al naso, ipertensione arteriosa e problemi cardiovascolari”.

 

Alla sua uscita dalla prigione di El Renacer a Panama, l’anziano malato fu capace di sparire per vari mesi in Honduras, grazie alla sua rete centroamericana composta da vari delinquenti. Dopo, né il suo cancro, né la sua artrite gli impedirono di entrare clandestinamente in Messico e di attraversare il Golfo e di entrare illegalmente in territorio statunitense per viverci nascosto per alcune settimane.

 

 

“Non minaccia la tranquillità di nessuno”

 

 

Dopo il Panama, questo stesso copione del vecchio malato non si sarebbe perso.

 

A El Paso, Texas, durante il giudizio “farsa” che mantengono gli avvocati della Sezione “antiterrorista” del Dipartimento di Giustizia, l’attuale difensore di Posada, l’avvocato mafioso Arturo Hernández, ha ripreso il gioco delle “malattia” ogni volta che è stato possibile.

 

Cercando di conquistare il favore del tribunale, Hernández sostenne che Posada soffriva di tutta una serie di malattie che andavano dal cancro, al diabete, alla pressione alta, e questa volta aggiunse l’artrite.

 

“Posada è una persona anziana e malata che non minaccia la tranquillità di nessuno”, ha espresso una volta l’avvocato.

 

Dando una descrizione delle condizioni di detenzione nella carcere in una contea d Otaro, in New Mexico, dove si trovava Posada, Henrández sottolineava che “mantengono la luce accesa 24 ore su 24” e non offrono i servizi medici adeguati.

 

Nel luglio del 2007, l’ambasciatore uscente degli Stati Uniti in Venezuela William Brownfield, recuperò il tema del “cancro” per giustificare la situazione privilegiata del terrorista Posada nelle dichiarazioni al giornale venezuelano “Panorama”.

 

“Il signor Luis Posada Carriles è un uomo di 79 anni che, visto che soffre di cancro, non è evidentemente di nessun pericolo per nessuno”.

 

Cinque anni dopo la sua entrata clandestina negli Stati Uniti, il delinquente internazionale continua a vivere a Miami, e cospira con i suoi complici di sempre.

 

Che succede col suo stato di salute che preoccupa tanto la giudice texana Kathleen Cardone, al punto tale da esonerarlo da un viaggio tanto lungo.

 

Le sue sofferenze non gli hanno impedito di riunirsi in privato con Gloria Estefan in un ristorante per poi apparire in una marcia organizzata nella Calle Ocho con la cantante “che qualche mese fa ha confermato di lavorare per la CIA”.

 

Secondo il sito Cubadebate, Posada il 16 maggio stava celebrando in un altro ristorante di Miami della Calle 7 del NW e avenida 41, e “accompagnava il suo appetito culinario con una bottiglia di vino”.

 

Si sarà curato il diabete?

 

Che cosa sarà successo al suo cancro? E con l’angioma al petto? I problemi cardiaci, l’ipertensione arteriosa, le sue affezioni all’udito, le sue nausee, la vista offuscata, le perdite di equilibrio, l’atrofia encefalica, l’arteriosclerosi multiple, l’insufficienza circolatoria e l’artrite?

 

Posada nacque il 15 febbraio del 1928. Oggi ha 82 anni ed è più in forma di 10 anni fa. Chi si sta giocando di chi?