La FNCA, il terrorismo

 

e Barack Obama

 

 

 

 

19 ottobre 2010 - Carlos Fazio (la Jornada) www.cubadebate.cu

 

 

 

 

Da quando é giunto alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama ha dispiegato una politica di continuità in materia militare, che in alcuni casi ciò non ha neppure implicato un cambiamento di forma rispetto all'amministrazione Bush. In nome della difesa della patria e di una pretesa democrazia universale, la macchina globale di distruzione e di morte del Pentagono e la CIA fabbrica crisi, guerre asimmetriche e nemici ovunque.

 

Con il suo culto della violenza e della morte, la barbarie imperiale è sostenuta da varie istituzioni governative di Washington, think tanks, mass media, e mandarini e intellettuali al servizio di una struttura di combattimento unificata che, nel quadro di una strategia a spettro completo e nella difesa della sicurezza nazionale, ha creato un clima di terrore e paura internazionale, mentre cerca di "legittimare" i bombardamento punitivi nei confronti di paesi fabbricati come canaglia e/o falliti, l'uso della tortura, le sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali contro presunti "terroristi".

 

La diplomazia di guerra di Washington segue un'agenda di militarizzazione globale attentamente disegnata. Nella escalation militare mondiale i pianificatori del Pentagono hanno previsto vari scenari. In questo schema Cuba e Venezuela continuano ad occupare il posto di primo piano nell' "asse del male" in America Latina. Da ciò deriva che entrambi i paesi siano l'obiettivo strategico da distruggere mediante azioni segrete di destabilizzazione e l'orchestrazione di guerre sporche mediatiche, anche se nel mezzo si possono tentare colpi di stato e tentativi separatisti con sostegno paramilitare in nazioni considerate gli anelli deboli della catena. Verbigracia, il fallito colpo di stato poliziesco in Ecuador contro Rafael Correa e l'anch'esso fallito affaire secessionista nella Media Luna, in Bolivia, che nel 2008 ha cercato di rovesciare Evo Morales.

 

Nel caso cubano, da mezzo secolo, l'impero ha provato tutti i tipi di aggressione. Ha fatto ricorso all'invasione militare diretta con mercenari (Playa Girón, 1961), alla guerra psicologica e batteriologica, al criminale blocco (con l'intenzione di soffocare economicamente, finanziariamente e commercialmente l'isola e arrenderla per fame) e ad azioni sabotaggi e attentati terroristici di vario genere.

 

Inoltre, in modo sistematico, la guerra segreta della CIA ed FBI contro Cuba ha usato gruppi anticastristi contro rivoluzionari, ubicati  a Miami, in particolare la Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) e altri esponenti dell'ultradestra paramilitare, come il Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC), Alpha 66 e La Rosa Bianca, appellandosi ad azioni terroristiche e persino alle trasmissioni illegali e sovversive per radio e televisione, con l'obiettivo di fabbricare una dissidenza interna come testa di ponte per giustificare e legittimare un'invasione dell'isola.

 

In apparenza il più paradossale è che in pieno XXI secolo e dopo l'ascesa al governo di Obama, quando sembrava che il terrorismo anticubano sostenuto da Washington fosse passato di moda, congressisti USA cerchino di riattivare organizzazioni di questa indole. Tra essi si evidenziano diversi legislatori scrocconi, che hanno accumulato potere, mala fama e fortuna grazie all'industria della controrivoluzione, come Lincoln Diaz-Balart, Ileana Ros-Lehtinen (la Loba Feroz), Bob Menendez e Albio Sires, tutti protettori di terroristi rei confessi come Luis Posada Carriles, fuggiasco dalla giustizia venezuelana, che è rifugiato a Miami, con legami con la CIA.

 

Le recenti dichiarazioni di Francisco Chávez Abarca, un anello importante della rete centro americana di Posada Carriles e di varie organizzazioni estremiste di Miami, che é stato arrestato in Venezuela lo scorso luglio ed estradato a Cuba, mostrano la continuità delle azioni terroristiche e paramilitari contro l'isola e aprono nuovi interrogativi circa la complicità tra la CIA, l'FBI, la FNCA, Posada Carriles e congressisti anti-cubani del Capitolio.

 

Chávez Abarca ha rivelato che tra gli attuali piani di Posada Carriles figura l'intenzione di affondare navi cariche di petrolio venezuelano in transito verso L'Avana. Egli ha anche affermato che la FNCA ha stanziato quest'anno quasi 100 milioni di dollari in piani anti-venezuelani, considerando questo paese come la "colonna finanziaria" di Cuba, Ecuador, Bolivia e Guatemala.

 

Queste rivelazioni sgretola l'attuale strategia della Fondazione Nazionale Cubano Americana (amica, di sicuro, della fondazione di Vicente Fox e sponsor della sua campagna elettorale nel 2000) di, apparentemente, essersi convertita in un partito politico, civile e pacifico, e conferma che la sua principale linea d'azione e strumento per distruggere la rivoluzione è il terrorismo.

 

Rimane scoperta anche, ed ancora una volta, la doppia morale e il linguaggio duale dell'amministrazione Obama-Clinton. Prima del crollo dell'immagine "moderata" e "conciliante" che aveva tentato proiettare la Fondazione Nazionale Cubano Americana - che, come dimostra Chávez Abarca, continua a finanziare e sostenere le attività terroristiche di Luis Posada Carriles e dei suoi seguaci contro Cuba, Venezuela e altri paesi dell'ALBA - la passività della Casa Bianca ed il trattamento che la giustizia USA riserva a Posada li rende complici e protettori di questo vecchio  dirty warrior della CIA.

 

Allo stesso tempo la fanfaronesca minaccia di Posada Carriles di voler "attaccare gli interessi di Cuba e la sinistra, ovunque si trovino"  discopre l'inganno della "guerra al terrorismo" di Bush e il tandem continuatore della sua politica, Barack Obama-Hillary Clinton, e sta a dimostrare che le attività svolte dai cinque eroi cubani per proteggere l'isola dal terrorismo rispondeva ad uno "stato di necessità" e che la loro prigionia negli Stati Uniti è ingiusta.