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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

 

Tutti contro Cuba?

 

 

 

7.4.10 - Frida Modak è stata Addetto Stampa del Presidente Salvador Allende www.cubadebate.cu

 

 

Nel mezzo del rinnovato assalto a Cuba,l'ex candidato presidenziale USA ed attuale senatore democratico John Kerry ha dato un contributo importante per raggiungere una migliore comprensione della nuova offensiva contro il governo cubano, che si pretende abbia contorni universali. Naturalmente non era questa l'intenzione di Kerry, quando, nella sua qualità di capo del Comitato Esteri del Senato del suo paese ha posto un veto alla sovvenzione alla cosiddetta dissidenza cubana.

 

Si trattava di una partita di bilancio di 40 milioni di dollari all'anno che il senatore ha stimato che dovrebbe essere rivista perché ci potrebbero essere delle irregolarità nella destinazione di tali fondi. Ma le possibili irregolarità non sono la cosa più importante, ciò che è chiaramente esposto è che il governo degli Stati Uniti finanzia ufficialmente le attività destinate a destabilizzare il governo di un paese sovrano.

 

E benché questo non sia una novità, è una violazione dell'ordine internazionale che mostra l’altro lato dell’attuale offensiva contro il governo cubano e che meriterebbe un’approfondita indagine condotta da personalità latinoamericane la cui storia personale si fonda con la lotta per la democrazia. Perché non é Cuba l'unico obiettivo, come vedremo più avanti.

 

Aggiungiamo che il veto posto da Kerry ha guadagnato  commenti favorevoli dei gruppi ai quali il denaro è destinato, secondo la Agence France Presse. Laura Polian, che dirige le cosiddette Dame in Bianco ha dichiarato che "la dissidenza ha bisogno di aiuto, ma penso anche che sia molto importante fare un controllo" ...Anche Manuel Costa, del gruppo che si chiama socialdemocratico, ha dato ragione a Kerry in quanto a rivedere la trasparenza delle reali destinazioni di questi fondi, ponendo in dubbio che siano stati gestiti in modo trasparente e ha aggiunto: "L'altra considerazione é se sia appropriato che un governo destini risorse per la democratizzazione di un altro governo con cui non ha rapporti”.

 

Oltre al fatto che queste dichiarazioni convalidano ciò che il governo cubano ha fatto sapere su come si assegnano tali risorse nel settore che le riceve, ciò che è chiaro è che ci sono quelli che capiscono che questo li pone nella categoria dei mercenari e ciò non gli piace. Il Pentagono, che dirige la politica estera degli Stati Uniti, è abituato ad usare mercenari, come accade in Iraq e altrove, la questione è in che misura gli sarà permesso di pervertire la politica.

 

 

L’assedio informativo

 

 

Come al solito, ciò che accade con le persone è il meno importante. Fino alla sua morte, come conseguenza dello sciopero della fame iniziato, Orlando Zapata era uno sconosciuto che ha avuto accesso alla condizione di personalità politica a causa della sua morte. Ma, qualunque sia la ragione per cui fu condannato, è tornato nell’anonimato e di lui già non si parla, come se avesse compiuto la missione che gli era assegnata.

 

Guillermo Fariñas che, allo scrivere queste righe, continua lo sciopero della fame e ha respinto l’offerta della Spagna per recarsi in quel paese, ha un'altra carriera. Secondo la sua autobiografia ha combattuto in Angola, ha svolto altri compiti militari nel suo paese, poi ha studiato psicologia e ha fatto fece una rapida incursione nel giornalismo.

 

Nella gestione  mediatica che si sta facendo del suo caso, si tratta di trovare un fianco per attaccare Cuba e la sua rivoluzione e possibilmente farla termine perché rappresenta un ostacolo per gli obiettivi degli Stati Uniti.

 

Per Washington la nuova realtà politica che sta emergendo in America Latina deriva dalla rivoluzione cubana e crede che eliminandola riacquisterà l'influenza che ha perso.

 

Di conseguenza, il blocco informativo che è stato stabilito su questi fatti implica la gestione dei mezzi di comunicazione. Ci sono informazioni che non si danno, altre che le si riproducono in tutte le parti, una persecuzione dell’America Latina perché si pronunci contro Cuba e si accusa i governi e le forze politiche della regione di mantenere un silenzio che sarebbe  complice. Lo scrittore Mario Vargas Llosa così ha detto  criticando i governi democratici che secondo lui "guardano da un’altra parte” per evitare problemi con la loro sinistra.

 

L'Organizzazione Democratica Cristiana d'America, ODCA, ha rilasciato una dichiarazione perché i suoi membri condannino la morte di Zapata e la presunta repressione delle "Damas de Blanco” e si pronuncino su Fariñas. La ODCA é lontana dall'essere un'organizzazione che interpreta tutte i partiti latino-americani di questo segno, quindi la dichiarazione, in aperta contraddizione con il pensiero noto dei leader più in vista, deve segnalare "che sarebbe riprovevole che qualunque governo straniero intervenisse direttamente a Cuba o imponesse sanzioni unilaterali che violassero i diritti umani".

 

Quanto detto finora chiarisce che ciò di cui si sta parlando é che l'America Latina risolva i suoi affari in maniera sovrana, convenga o meno agli USA, il che significa togliere le mani da Cuba. Per nessuno è un mistero che senza blocco e senza la  costante persecuzione del paese del nord, la nazione caraibica si troverebbe in una condizione economica molto superiore a quella che, anche con tutti questi ostacoli, ha raggiunto.

 

Se così non fosse, non saremmo testimoni alla gestione dell’ informazioni che dà un basso profilo ai pronunciamenti contrari all'intervento a Cuba, come la sconfitta sofferta da Jose Maria Aznar quando ha preteso che nel Senato del suo paese si approvasse  una condanna di Cuba e ciò che è stato approvato è stato quello di rifiutare la condanna di Cuba approvata nel Parlamento Europeo.

 

E nemmeno è stata data la diffusione necessaria all'accordo dei 27 paesi del Sistema Economico Latino Americano, SELA, che riunito a Caracas ha chiesto la cessazione del blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dagli Stati Uniti già da 50 anni. Il Segretario Permanente della SELA, ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di parlare di rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma se abbiamo nazioni escluse abbiamo una questione irrisolta che non può essere ignorata".

 

 

La nuova destra

 

 

In questo contesto, emerge ciò che può considerarsi come una nuova minaccia ai progressi democratici in America Latina dopo la caduta delle dittature. Si tratta di quel che è nota come la "nuova destra", che è sorta di pari passo con la sconfitta dei dittatori e che sta attuando misure che vanno nella direzione opposta a quanto è stato realizzato.

 

I suoi rappresentanti più conosciuti sono i presidenti delle Colombia, Panama e Cile, mentre il peruviano Alan Garcia, con i suoi sfoghi temperamentali, non termina di definire una posizione che sa coerente con ciò che il suo partito, APRA, ha rappresentato, nella storia del suo paese. Questo lo fa oscillare da sinistra a destra.

 

L'allineamento a destra ha significato lo stabilimento di nuove basi militari militari USA in Colombia, la firma di un accordo analogo a Panama e come dichiarato pochi giorni fa dall'ambasciatore USA in Colombia, si sta per firmare un accordo con altri due paesi "i cui governi hanno chiesto il silenzio per evitare alcune delle reazioni" prodotte nel caso colombiano e si é pure vantato di tenere cooperazione militare con 120 nazioni.

 

Se questo aspetto già è un pericolo per le conquiste democratiche della regione, il nuovo presidente cileno sembra deciso non solo ad aderire, ma forse a guidare i governi della nuova destra, nel cui nome si é lanciato in politica negli anni novanta.

 

Sebastián Piñera già si é dimostrato disposto ad intervenire negli affari di Cuba e le misure annunciate per per il Perù sono preoccupanti.

 

Secondo i suoi orientamenti in materia di sicurezza, il direttore della polizia civile,  Polizia di Investigazione, PDI, ha annunciato che si sta preparando una brigata speciale anti-crimine, con veicoli che percorreranno tutti i comuni della capitale cilena, 24 ore al giorno, che sarà coordinato dal Sistema di Informazioni geo referenziato di tale entità.

 

E poiché lo scorso martedì 30 si commemorava la "Giornata del Giovane Combattente", istituito in memoria di due fratelli, di 20 e 18 anni, uccisi dalla dittatura, il presidente ha dato precise istruzioni per far fronte alle proteste che si verificano in quel giorno e che sono riflesso della frustrazione dei giovani di settori a basso reddito. Con "tutta la forza del mondo" e con "tutto il rigore della legge" ha annunciato Pinera che il suo governo  affronterà  tale data, durante una visita alla Prefettura delle Forze Speciali dei Carabinieri, polizia in divisa. Per assicurarli che "avranno il pieno sostegno del governo che io presiedo" li ha esortati ad affrontare la criminalità con "mano dura". E riferendosi al caso dei ragazzi assassinati, ha dichiarato: "i genitori, i familiari ed amici dei fratelli Vergara hanno tutto il diritto di ricordare la sua morte, ma non hanno alcun diritto di turbare l'ordine pubblico né porre in pericolo la vita o la proprietà delle persone". Solo che "tutta la forza del mondo" suole convertirsi in una provocazione annunciata.