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Los Van Van contro

 

l’intolleranza

 

 

 

2 febbraio 2010 - Pedro De La Hoz www.granma.cu

 

 

Per più di due ore Los Van Van hanno fatto ballare e divertire il pubblico che ha strariempito, domenica 30 gennaio, il James L. Knight Center, di Miami.

 

E non è stata solo  una cosa  tra cubani: latini immigrati, nati negli USA e non pochi nordamericani, hanno fatto tremare i corridoi al ritmo di questo treno delle Antille, il cui leader da sempre è Juan Formell.  

 

Tutti sapevano che questo gruppo è molto rispettato ed apprezzato, dopo 40 anni ininterrotti di apporti alla musica popolare ballabile.

 

Il successo ha superato la voce dell’intransigenza e dell’intolleranza in una città che risponde più al patron di una repubblica delle banane che ad un civile luogo del primo mondo.

 

200 persone circa, gli stessi che applaudono  le azioni di terrorismo contro il loro paese d’origine, che hanno triturato i  dischi del colombiano Juanes  e che contribuito alla frode del millennio per far eleggere Bush jr alla presidenza, hanno proferito insulti ai membri dell’orchestra cubana ed hanno offeso chi si stava divertendo.

 

Non ci si poteva aspettare altro da questo gruppaccio, da quando, il congressista Lincoln Díaz-Balart, prima del concerto, aveva chiesto alla Casa Bianca di proibire il concerto e l’entrata dei musicisti negli Stati Uniti. 

 

Ma pochi giorni prima d’iniziare questa tappa negli USA, a Cayo Hueso, un cubano residente ha scritto: “Una notte rara e indimenticabile... Abbiamo celebrato l’anniversario della nascita di Martí vicino alle strade che lui percorse  qui, in questo Cayo, per organizzare la Rivoluzione. Non si può immaginare l’emozione: Martí e Los Van Van! L’allegria di Cuba e l’Eroe di tutti i cubani nella stessa piazza. Per la prima volta si è respirata la vera aria di Cuba in  questi luoghi. Grazie a Los Van Van da tutti noi cubani che viviamo in Florida,  che amiamo Cuba e Martí e che non abbiamo niente a che spartire con i Lincoln Díaz-Balart che odiano Formell e la sua magnifica orchestra per il piacere d’odiare, o perchè vivono dell’ affare di maledire il paese dove sono nati e che in realtà non conoscono affatto. Non tutti siamo Díaz-Balart, e l’allegria di questa notte lo conferma".