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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

La stessa vecchia ed arrogante ingerenza

 

 

17.04.10 - Manuel E. Yepe  www.cubadebate.cu

 

 

Il Dipartimento di Stato USA ha rimesso al Congresso, all'inizio di aprile, la "comunicazione esplicativa" dell’uso che farà dell'assegnazione di venti milioni di dollari approvati per il progetto "Cuba" destinato a promuovere “iniziative su diritti umani e società civile a favore del popolo cubano" un compito che esegue congiuntamente con l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID).

Aggettivate come democratizzanti, umanitarie e altri eufemismi, queste azioni sono parte di un volume molto più ampio di attività contro Cuba, pubbliche e segrete, che incarnano il vecchio anelito di riassorbire l'isola nell'egemonia statunitense.

 

Dei 20 milioni di dollari stanziati, 16 milioni di $ si destinano ad organizzazioni della società civile e mezzi di comunicazione contrari al governo legale dell'isola; 2,5 milioni di dollari per sostenere quelli che chiamano programmi specifici; e 1,5 milioni di $ per iniziative sui diritti umani.


Il documento spiega che 10,6 milioni di dollari di questi fondi saranno gestiti dall'
Ufficio per l'America Latina e i Caraibi dell’USAID.

 

L'Ufficio di Transizioni Internazionali dell’USAID gestirà 2,75 milioni, l'Ufficio per la Democrazia, Diritti Umani e del Lavoro del Dipartimento di Stato amministrerà 5,5 milioni dollari, e l'Ufficio degli Affari dell'Emisfero Occidentale della Cancelleria amministrerà 1,15 milioni di dollari.


Non vi è alcuna menzione di concretizzare questi piani con la preventiva conoscenza ed approvazione del governo di Cuba, quello che di fatto qualifica tutti i suoi obiettivi come una operazione clandestina d’ingerenza negli affari interni di un altro paese, delitto descritto dal diritto internazionale.


Un articolo della
Associated Press, datato a Miami e pubblicato l'8 aprile dal Miami Herald, ha rivelato che "durante gli ultimi mesi del 2008, l'amministrazione Bush silenziosamente fece pressioni per ottenere due importanti contratti con imprese internazionali di sviluppo in uno sforzo per dedicare, una cifra record di 45 milioni di dollari per sostenere un cambio di regime a Cuba. Furono questi - dice il lavoro - i primi fondi a tal fine erogati attraverso contrattisti privati, in uno sforzo per professionalizzare l’aiuto ai media indipendenti e  persone che si oppongono al governo comunista dell'isola".

 

"Ma due anni dopo, quando l'amministrazione Obama si stava preparando per ri-autorizzare  il finanziamento per la democrazia a Cuba, è stato difficile verificare dove è andato a finire quel denaro o se i contrattisti hanno fatto un lavoro migliore di fondazioni, università e ONG che prima erano responsabili d’incanalare questo aiuto" dice l'articolo.

 

Si sa che, a fine marzo, membri del Congresso, tra cui il Senatore ed ex candidato democratico alla presidenza alla Casa Bianca John Kerry ed il rappresentante Howard Berman, anch’egli  un democratico e Presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento, hanno sollevato difficili domande su frodi, saldi e se ha realmente funzionato a beneficio degli obiettivi degli Stati Uniti contro Cuba.

 

"Negli ultimi anni, la supervisione del nostro Comitato su questi programmi ha scoperto abusi scandalosi che vanno da viaggi personali per fare acquisti, fino a centinaia di migliaia di dollari dei contribuenti semplicemente intascati e nulla più", ha detto Berman, facendo riferimento a precedenti investigazioni sul finanziamento della sovversione a Cuba.

 

Gli obiettivi che pianificano questi piani interventisti sono gli stessi di sempre, solo che  inizialmente mezzo secolo fa, erano  nascosti, a carico di organizzazioni di intelligence e sovversione, e poi una parte di loro sono stati resi pubblici, come per legittimare il diritto USA all'esercizio del suo impero senza l'ostacolo del diritto internazionale.

 

Come risultato - ha affermato Philip Peters, esperto presso l'Istituto di Lexington in Arlington, Virginia - "i programmi di assistenza a Cuba si sono trasformati in uno strano ibrido di attività palesi e sotto copertura".

 

Il dibattito sui controlli e sui modi di gestire i fondi degli Stati Uniti "per la democrazia a Cuba", ha generato reazioni di rabbia da parte dei massimi beneficiari, per mezzo secolo, di tali fondi  in particolare i congressisti cubano-americani e di altri "leader anticastristi" a Miami e New Jersey. Tutti rifiutano i controlli, anche se alcuni difendono l'uso delle ONG come intermediari e altri sostengono che siano contrattisti privati, a secondo la loro convenienza e beneficio.

 

L’intromissione statunitense negli affari interni di Cuba per impedire la sua indipendenza, non è nuova. In realtà, non ha cessato da quando nell’isola si affermò  la nozione  di nazione a metà del diciannovesimo secolo.

 

Anche se ricevette dal popolo nordamericano   numerose espressioni di solidarietà, la lotta dei cubani contro il colonialismo spagnolo non ebbe alcun sostegno da parte del governo degli Stati Uniti se non quando gli servì per intraprendere la prima guerra imperialista della sua storia, che gli valse l'occupazione di parte significativa del malconcio impero coloniale spagnolo, tra cui Cuba.

 

Washington solo ha accettato di riconoscere l'indipendenza di Cuba, dopo l'occupazione del paese da parte delle sue truppe (1898-1902), quando  furono garantiti i privilegi per detenere l'isola sotto la sua egemonia come repubblica dipendente, una relazione che ha potuto mantenere finché, nel 1959, una insurrezione popolare armata ha portato al potere la rivoluzione che ha riscattato, per i cubani, la sovranità nazionale.