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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI 

 

Libertà per i Cinque, ORA!

Una questione cubana di cui la stampa non parla

 

1.09.11 - Silvia Garcia Tabío, consigliere dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba

La Jornada www.cubadebate.cu

 

 

Nel settembre 1998, Cinque cubani, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González sono stati arrestati a Miami dall'FBI e isolati in celle di punizione per 17 mesi prima che il loro caso fosse portato in tribunale. La loro missione negli Stati Uniti era  il monitoraggio delle attività delle organizzazioni terroristiche contro Cuba.

 

Tutti sono stati accusati del nebuloso reato di cospirazione contro gli Stati Uniti. A tre di loro, Gerardo, Ramón e Antonio, fu aggiunta l'accusa di cospirazione per commettere spionaggio. Il governo USA non li ha accusati di spionaggio reale,  né ha detto che ciò era avvenuto. Non gli hanno sequestrato nessun documento classificato.

 

Nonostante le forti obiezioni della difesa, il caso fu giudicato in un tribunale di Miami, una comunità che ospita oltre mezzo milione di esiliati cubani con una lunga storia di ostilità verso il governo cubano, ambiente che una corte federale di appello degli Stati Uniti avrebbe poi descritto come una "tempesta perfetta" di pregiudizi che ha impedito la realizzazione di un equo  processo.

 

Il processo è durato più di sei mesi, il più lungo, fino ad ora, negli Stati Uniti,  e in esso hanno testimoniato tre generali dell'esercito in pensione, un ammiraglio in pensione, l’ex consigliere del presidente Clinton per gli affari cubani, i quali hanno convenuto che non c'erano prove di spionaggio.

 

Sette mesi dopo l’accusa iniziale è stata aggiunta una nuova imputazione contro Gerardo Hernández: cospirazione per commettere omicidio, come conseguenza di una intensa campagna pubblica destinata a vendicare l'abbattimento, da parte della Forza Aerea Cubana, di due aerei di un gruppo anticastrista e la morte dei quattro occupanti, eventi che hanno avuto luogo nel 1996. Gli aerei - appartenenti ad una organizzazione anticastrista  -   nei 20 mesi precedenti l’abbattimento erano penetrati nello spazio aereo cubano 25 volte, oggetto di ripetute proteste da parte del governo di Cuba.

 

Alla fine del processo, quando il caso stava per essere presentato alla giuria per la sua valutazione, il governo ha riconosciuto, per iscritto, che non era riuscito a dimostrare l'accusa di cospirazione per commettere omicidio imposta contro Gerardo Hernández, sostenendo che "alla luce delle prove presentate al processo, questo costituisce un ostacolo insormontabile per gli Stati Uniti in questo caso e probabilmente porterà al fallimento dell’accusa su questa imputazione".

 

La giuria, invece, ha riconosciuto colpevole, sia Gerardo sia i suoi compagni, di tutte le accuse dopo essere stata messa sotto forte pressione da parte dei media locali.

 

I Cinque sono stati condannati ad un totale di quattro ergastoli più 77 anni, facendo diventare tre di loro le prime persone, negli Stati Uniti, a ricevere l'ergastolo in casi di spionaggio, in cui non vi era alcuna prova di ottenimento e trasmissione di  un solo documento segreto. Sono stati confinati in cinque differenti prigioni di massima sicurezza, distanti tra loro e senza alcuna comunicazione tra loro.

 

 

L'appello è durato 9 anni

 

 

Il 9 agosto 2005, un panel di tre giudici della Corte d'Appello revoca i verdetti di colpevolezza considerando che non hanno avuto un giusto processo a Miami. Con un'azione che di regola solo si esercita nei casi in cui sono in gioco i principi costituzionali, il governo chiede ai dodici giudici della Corte d'Appello di rivedere la decisione del panel,  in una procedura chiamata in banc. Un anno dopo il plenum della Corte revoca, a maggioranza,  la sentenza unanime dei tre giudici originali.

 

Il 27 maggio 2005, il Gruppo di Lavoro dell’ONU sulle Detenzione Arbitrarie dopo aver esaminato le argomentazioni presentate tanto dalla famiglia dei Cinque come da parte del governo degli Stati Uniti ha determinato che la loro detenzione era arbitraria e ha esortato Washington ad adottare le misure necessarie per porre rimedio a questa arbitrarietà.

 

Il 2 settembre 2008 la Corte d'Appello d’Atlanta ha ratificato le condanne dei Cinque. Ratificato le sentenze di Gerardo Hernández (2 ergastoli più 15 anni) e René González (15 anni), ed ha annullato le sentenze di Antonio Guerrero (ergastolo più 10 anni), Fernando González (19 anni) e Ramón Labañino (ergastolo più 18 anni), per considerarle non corrette, rinviando nuovamente alla Corte Distrettuale di Miami i casi di questi ultimi tre per essere ri-processati. La Corte ha pienamente riconosciuto che non vi era alcuna prova che avessero ottenuto né trasmesso informazioni segrete o di difesa nazionale nel caso degli accusati di cospirazione per commettere spionaggio.

 

Mesi dopo Antonio era ricondannato a 21 anni e 10 mesi di carcere più 5 anni di libertà vigilata, Fernando a 17 anni e 9 mesi di carcere e Ramon a 30 anni di prigione.

 

Il 15 giugno 2009 la Corte Suprema USA ha annunciato, senza ulteriori spiegazioni, la sua decisione di non rivedere il caso dei Cinque, nonostante i solidi argomenti della difesa per le evidenti e molteplici violazioni legali commesse durante tutto il processo.

 

Hanno anche ignorato l'universale appoggio a questa petizione e ai Cinque, espresso in una cifra di 12 documenti di "amici della Corte" numero che costituisce un fatto senza precedenti poiché rappresenta il maggior numero di amicus  che si sia presentato alla Corte Suprema USA per la revisione di un processo penale.

 

Dieci Premi Nobel tra cui il Presidente di Timor Est, José Ramos Horta, Adolfo Perez Esquivel, Rigoberta Menchu, José Saramago, Wole Soyinka, Zhores Alferov, Nadine Gordimer, Günter Grass, Dario Fo e Mairead Maguire; l’intero Senato del Messico , l'Assemblea Nazionale di Panama, Mary Robinson, presidente dell'Irlanda (1992-97) e l’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (1997-2002) e l’ ex Direttore Generale dell'UNESCO, Federico Mayor tra altri hanno sottoscritto l'amicus.

 

Dal punto di vista giuridico questo caso ha ora completato il suo corso normale. Ora i cinque sono nel bel mezzo di una procedura straordinaria, chiamata Habeas Corpus, che è un'opportunità che viene offerta, solo una volta, ai condannati dopo aver esaurito, senza successo, tutti i ricorsi d'appello.

 

Nell’ottobre 2010 Amnesty International ha pubblicato un Rapporto sul caso in cui che si conclude: "Se il processo legale di appello non fornirà un adeguato risarcimento, e  data la durata delle pene detentive imposte e il tempo già trascorso dai condannati, Amnesty International sosterrà la richiesta che le autorità giudiziarie statunitensi riesamino il caso attraverso il procedimento di indulto o altri mezzi appropriati".