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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

Danni del blocco

all’industria mineraria

 

23 settembre 2011 - William Fernández www.cubadebate.cu

 

Il blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti impongono a Cuba da circa mezzo secolo, danneggia nell’acquisto di pezzi e componenti per l’industria mineraria nazionale a cielo aperto.

 

La persecuzione di individui o e imprese in terzi paesi, impedisce che l’Isola acquisti in Messico l’acido solforico che si usa nelle fabbriche di nichel e di cobalto, che si trovano in provincia di Holguín, a 734 chilometri a est della capitale.

 

L’ammontare delle perdite, solo per questo motivo, si calcola in più di 14 milioni di dollari, indica il Progetto di Risoluzione: “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”, che sarà presentato nell’ottobre prossimo nell’Assemblea Generale della ONU.

 

Per supplire a questo deficit, aggiunge il testo, è stato necessario importare l’anno scorso circa 411000 tonnellate di acido solforico con un prezzo medio a tonnellata di 73.66 dollari, molto più alto di quello di negoziati similari.

 

I pezzi di ricambio contrattati in Europa per i compressori di un impianto dell’Impresa del nichel Comandante René Ramos Latour, nel municipio holguinero di Mayarí, non sono stati venduti perchè la tecnologia era statunitense.

 

Sino ad oggi il tema ha provocato perdite di 26300 dollari, precisa il testo.

 

Altre manifestazioni del carattere aggressivo e persistente della politica del governo degli USA è la cancellazione di un contratto con un’entità europea per l’acquisto di una retro scavatrice destinata al settore del nichel: tra le componenti della macchina c’era un motore di marca CUMMINS, d’origine nordamericana, che ha proibito la vendita all’Isola.