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Cuba puntualizza i principi per il

trattato sul  commercio delle armi

 

2.03.2011 -  Victor M. Carriba  www.granma.cu

 

Cuba ha sostenuto nelle Nazioni Unite che qualsiasi trattato sul commercio delle armi dovrà avere una messa a fuoco verso la prevenzione e la battaglia al traffico illecito delle stesse e non potrà essere nè discriminatorio nè selettivo.

 

“Dev’essere uno strumento pienamente rispettoso dei principi e dei propositi della Carta della ONU, tra i quali la non ingerenza nei temi interni, la sovranità e  l’integrità territoriale di tutti gli Stati”, ha aggiunto.

 

Per la nazione dei Caraibi ha parlato  il rappresentante permanente alterno di Cuba, Rodolfo Benítez,  durante una sessione del Comitato preparatorio della Conferenza della ONU sul trattato del commercio delle armi.

 

Il diplomatico ha sottolineato come altra condizione  indispensabile, con vista all’accordo in discussione, che questo testo non deve danneggiare o limitare in modo assoluto il diritto degli Stati alla propria legittima difesa, in corrispondenza con l’articolo 51 della Carta della ONU.

 

“Inoltre l’accordo deve riguardare tutte le armi convenzionali ed in particolare le più moderne e sofisticate, il cui potere di distruzione è sempre maggiore”. ha puntualizzato.

 

Benítez ha chiesto di garantire che il futuro  trattato "non termini convertendosi in un nuovo sistema di controllo dei trasferimenti di tecnologie, equipaggiamenti e parti, che danneggi il loro uso nella sfera civile, soprattutto per i paesi in via di sviluppo.

 

Inoltre il diplomatico ha respinto l’inclusione nel testo delle attività e delle transazioni come l’investigazione, lo sviluppo, il finanziamento e l’assistenza tecnica ed ha richiamato a mantenere nel futuro accordo le armi sportive, da caccia e quelle  antiche, "perchè anche queste  possono terminare, e succede in molti casi, in attività criminali terroristiche o in altre  illegali”.