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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI 

 

Avvoltoi "del  capitalismo sui generis" impongono

l'agenda dei corrispondenti a Cuba?

 

9.05.11 - Pubblicato il 9 Maggio 2011 da iroelsanchez Cubainformación

 

"Muore un dissidente cubano dopo essere stato picchiato dalla polizia", titolava il quotidiano El Pais in un dispaccio dal suo corrispondente a L'Avana, mentre il suo socio a Miami, El Nuevo Herald, intitolava la sua sezione dedicata a Cuba con un cable di AFP: "Muore dissidente cubano dopo essere stato picchiato dalla polizia", e così, tutti i principali media, uno dopo l'altro, hanno riprodotto la stessa storia senza confronti con medici o parenti del defunto.

 

Dalla notte del 7 maggio la notizia della morte di Wilfredo Soto Garcia è stata lanciata su Internet come conseguenza di un "pestaggio poliziesco" verificatosi due giorni prima nel centrale Parcoy Vidal nella città di Santa Clara. Nessuno dei corrispondenti stranieri a Cuba, si è chiesto il perché il "pestaggio", che doveva essere così forte da provocare la morte di una persona, apparentemente avvenuto nel luogo più affollato di una delle città principali del paese, non è assurto al rango di notizia nello stesso momento in cui, tale violenza, sarebbe avvenuta, anche se come riconosce un dispaccio della AP "i pestaggi non sono usuali nell’isola".

 

Ai corrispondenti è stata sufficiente la testimonianza di Guillermo Fariñas, una persona che in passato ha diffuso informazioni false dalla stessa città di Santa Clara e prova, lui stesso, della pazienza delle autorità di questa città che, nonostante le sue costanti provocazioni, mai hanno esercitato violenza  contro di lui e gli hanno offerto, ogni volta che ne aveva bisogno, assistenza medica qualificata.

 

In vari dispacci stampa si cita l’Ospedale Arnaldo Milian Castro  come il luogo dove è morto Soto Garcia, ma nessuno dei media ha preso contatto con i medici che lo hanno curato, ciò che ha fatto la giornalista cubana che vive in Santa Clara, Norelys Morales. A Morales il dottor Ruben Aneiro Medina, della Sala di Terapia Intermedia dell’Ospedale Arnaldo Milian, l’ha informata della totale  assenza di segni di violenza fisica sul defunto e ha assicurato che la morte è stato il risultato di una pancreatite acuta e insufficienza renale. La giornalista riferisce che Soto Garcia era anche affetto da diabete, ipertensione ed una miocardiopatia dilatata.

 

E 'comprensibile che come quegli uccelli che si nutrono con resti di morte altrui, la "cyberdissidenza" cubana ha bisogno di martiri per vendere la sua cau$a e poiché non li ha li inventa, ma che dietro ad essa vadano, in massa, i mass media stranieri accreditati a Cuba, senza la più elementare verifica, è più preoccupante. Loro sanno molto bene, poiché  le botte non sono usuali sull’isola, che, a differenza dei paesi per cui loro scrivono, la brutalità della polizia è esclusa dal panorama sociale cubano in modo che gli stessi cittadini non la permetterebbero.

 

Sicuramente, nel corso dei prossimi giorni la verità verrà alla luce, ma non sappiamo se i grandi media avranno, allora, spazio per diffonderla, o, se come accade di solito, rimarranno con la versione che è stata fornita dagli avvoltoi della rete, proprio quelli che bramano per una notte dei lunghi coltelli a Cuba, ma ora in twitter cinicamente scrivono che “De la camilla de policlínico se pasará a cunetas de provincias. De calumnia … se pasara a lista de los desaparecidos”. C’è solo  un modo che ciò accada è che all'isola sia imponga a sangue e fuoco il "capitalismo sui generis" che loro e i media bramano per Cuba.