Anche le vittime di

 

Posada hanno un sogno

 

 

 

 

17 gennaio 2011 - Julio Hatuey da Cambios en Cuba (CD)

 

 

 

 

Le sessioni del processo contro il terrorista Luis Posada Carriles, accusato di mentire al momento di essere interrogato per dirimere la sua situazione migratoria, riprenderanno il prossimo martedì, perché il prossimo 17 coincide col terzo lunedì di gennaio, data istituita, dal 1986, come festa nazionale in omaggio del Pastore Martin Luther King.

 

Il 28 agosto 1963, il figlio del popolo nordamericano, Martin Luther King, con un ruolo cruciale negli Stati Uniti a capo del Movimento per i Diritti Civili in USA, pronunciò un memorabile discorso che ha lasciato alla storia la famosa frase: "Io ho un sogno".

 

E' impossibile conoscere i pensieri che avrà il terrorista Luis Posada Carriles, il giorno in cui si renderà omaggio a Luther King e alla sua lotta per i diritti dei neri negli Stati Uniti, ma non devono essere affatto promettenti.

 

Posada Carriles oltre ad essere un terrorista, è un consumato razzista. Per anni ha condiviso una cella con un amico del cuore di attentati e atti di terrorismo Orlando Bosch, lo stesso che quando fu interrogato circa l'equipaggio del velivolo che fece esplodere in volo, ha dichiarato: "quelle che stavano venendo erano uno, tre o quattro negrette".

 

Questo lunedì, sicuramente, il Commissario Basilio non vorrà che gli si parli di sogni, soprattutto se si considera che alcuni dei testimoni chiave della procura, la giornalista Ann Louise Bardach, dovrà certificare le parole che gli confessò l'assassino sulla morte di Fabio di Celmo: ”stava nel luogo e nel momento sbagliato. Io dormo come un bambino".

 

Mentre Posada Carriles non ha smesso di dormire come un bambino, i parenti delle sue vittime alle Barbados non sono riuscite a conciliare il sonno da più di 34 anni. Essi, in una lettera aperta, il 5 ottobre scorso,  indirizzata al Presidente Obama, hanno espresso:

 

Le chiediamo che, partendo dalle prove contro il terrorista Posada Carriles, le autorità nordamericane giudichino e condannino questo assassino e che il peso della legge ricada sul vero colpevole di tanti crimini contro il nostro popolo e quelli  di altre nazioni fraterne. Se il suo Governo non desidera giudicare Posada Carriles come terrorista, permetta la sua estradizione al Venezuela,  paese che ha tutto il diritto di  processarlo nel suo carattere di evaso dalla giustizia di questo paese.

Evocando Martin Luther King, Jr., illustre figlio del popolo nordamericano, che nel 1963 disse "Io ho un sogno", anche noi, i familiari delle vittime del Crimine di Barbados abbiamo un sogno: vedere il giorno in cui si farà giustizia con gli autori di quella così abominevole azione terroristica. Quando giungerà quel giorno non c’è  dubbio che i sogni dell’umanità si libereranno di quell’incubo provocato dal vivere in un mondo in cui un’azione di terrorismo non  viene punita.

 

Intende l’amministrazione Obama ascoltare la denuncia delle famiglie delle vittime delle azioni terroristiche di Luis Posada Carriles? L’umanità non ha diritto di liberarsi dall'incubo che comporta vivere in un mondo dove un atto di terrore resta impunito?