Terroristi

 

Chi sono i terroristi di Miami che sostengono i mercenari a Cuba?

Un "pacifista", un "democratico" che

ha trascorso 40 anni ponendo bombe

 

 

 

 

28/11/11 -  Lazaro Barredo Medina http://cambiosencuba.blogspot.com/ Tratto da Granma

 

 

 

 

Di nuovo appare in scena "Ramoncito" e il suo movimento "Democrazia", ​​orchestrando una nuova provocazione contro la nostra Patria. Ha trascorso 40 anni seminando bombe e compiendo atti violenti in totale impunità.


Senza dubbio a Ramón Saúl Sánchez Rizo è venuta molto bene la metamorfosi che l'amministrazione di Ronald Reagan impose  alla controrivoluzione cubana negli Stati Uniti, nella decade degli anni 80, quando i terroristi e gli agenti della Central Intelligence Agency furono  trasformati in politici locali della nuova contea di Miami-Dade.
 

Sánchez Rizo si compiace del casino che è l'invenzione della flottiglia, un modo ideale per provocare un incidente e come aveva detto "per vedere se questi stupidi yankee si decidano di porre termine con Castro", mentre per gli stanchi contribuenti della guerra contro il comunismo, è un'azione più sicura, nei nuovi tempi, da  quando vennero a "passare il pennello".
 

"Ramoncito", come lo chiamano tutti i vecchi capi vecchi della mafia terrorista di Miami, è stato il "delfino" della guerra terrorista ed era un bambino viziato dai capi delle principali organizzazioni anticastriste e anche dalla giustizia USA.
 

Nacque nel municipio Colon, in provincia di Matanzas, Cuba, nel 1954, l'anno dopo gli eventi dell'assalto alla caserma Moncada, e andò a Miami nel 1967, dove fu ammesso "sulla parola". Miami era allora un focolaio di azioni contro la Rivoluzione e "Ramoncito" trovò rapidamente impiego in quella crociata, perché certo é il fatto che da quando emigrò negli Stati Uniti ha vissuto delle operazioni contro Cuba.
 

Nel 1970 si arruola nelle sue due prime organizzazioni di carattere terrorista: il Fronte di Liberazione Nazionale Cubano (FLCN) e Alpha 66, che fu diretta, fino alla sua recente morte,  dal suo socio Andres Nazario Sargen.
 

E subito ebbero inizio le sue avventure criminali. A suo 'merito' si contano l'organizzazione di più di venti attacchi contro imbarcazioni e missioni diplomatiche cubane. La sua prima attività terroristica fu la sua attiva partecipazione, nello stesso 1970, all'affondamento delle barche da pesca Plataforma I e IV vicino alle Bahamas, ferendo due pescatori, così come la promozione dei rapimenti in Venezuela, Messico e Stati Uniti.
 

In quel periodo fu arrestato, per la prima volta, in un campo di Alpha 66 in possesso di armi da combattimento, ma ricevette da un giudice compiacente solo la condanna ad un anno di detenzione da compiere in libertà vigilata.
 

Nel suo delirio di grandezza, s'ingegnò a convertirsi in un "leader" della sua prima organizzazione terroristica denominata "Giovani della Stella". Tra le azioni portate a termine dagli assassini di tale violenta formazione furono, per esempio, l'attentato dinamitardo effettuato nell'aeroporto internazionale di Miami il 17 ottobre 1975 o l'atto barbarico eseguito nel settembre 1978 quando, quattro cittadini statunitensi, furono assassinati nell'esplosione in volo di un piccolo aereo diretto a Cuba.
 

 

Secondo di Orlando Bosch Avila
 

 

"Ramoncito" aspirava ad un maggior protagonismo e così si unisce al CORU (Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite) dove ha stretti contatti con il suo capo Orlando Bosch Avila. Nel 1979, il Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti (FBI) identifica Ramón Saúl Sánchez Rizo come il vice capo di questo gruppo.
 

Il CORU realizzò più di 90 attacchi terroristici contro installazioni cubane in diversi paesi, incluso all'interno gli stessi Stati Uniti, il più noto dei quali la mostruosa  esplosione dell'un aereo civile di linea della Cubana sulle Barbados, dove trovarono la morte 73 persone.
 

Alla fine degli anni 70, anche Sánchez Rizo addestrava vari elementi controrivoluzionari in un accampamento in Nicaragua, al fine di realizzare azioni contro navi mercantili cubane, partecipa all'assassinio del giovane Carlos Muñiz Varela, a Portorico e integra il gruppo, che nel 79, organizza un attentato alla Sezione di Interessi di Cuba a Washington e realizza un altro tentativo di assassinare l'allora ambasciatore di Cuba alle Nazioni Unite, Raul Raul Roa Kourì.
 

Nei primi mesi dell'80, "Ramoncito" vuole continuare a "giocare al  duro" e fonda e dirige il gruppo terroristico Organizzazione per la Liberazione di Cuba (OPLC), che seminerà il terrore fino al 1984. In quegli anni anche aderirà, come specialista in esplosivi, alla temibile organizzazione Omega-7.
 

Diversi rapporti declassificati dell'FBI delineano la pericolosità di questo terrorista. Uno di loro, per esempio, da conto che nel dicembre 1980, ore dopo l'esplosione di una bomba nel consolato cubano a Montreal, fermano al confine tra il Canada e gli Stati Uniti i presunti colpevoli: Pedro Crispín Remón Hernández y Ramón Saúl Sánchez Rizo.


Un altro rapporto dell'FBI emesso il 25 settembre 1982, che tratta di un altro tentativo di attentato contro l'ambasciatore di Cuba presso le Nazioni Unite, cercando di  far esplodere una bomba nella sua auto, afferma che: "Ramon Saul Sanchez costruì la bomba con comando a distanza con l'aiuto di
Arocena". Si riferisce a Eduardo Arocena: capoccia dell'organizzazione Omega-7, che acquistò rilevanza negli anni '70 e realizzò atti terroristici, di marcata violenza, nel territorio nord americano. Considerato dall'FBI come uno dei terroristi nemico numero uno del governo USA. Al processo contro di lui davanti la Corte Federale di New York riconobbe essere stato, su istruzioni dalla CIA, colui che introdusse,  nel 1980 a Cuba,  il dengue emorragico che ha ucciso 158 persone, tra cui 101 bambini. Omega-7 arrivò ad essere considerata dall'FBI come "la più pericolosa organizzazione terroristica negli Stati Uniti". Fu responsabile di diverse decine di attentati dinamitardi contro le missioni dei vari paesi accreditati alle Nazioni Unite a New York, come contro installazioni pubbliche degli Stati Uniti, come per esempio la compagnia aerea statunitense TWA, il Madison Square Garden, il porto di New York e la realizzazione di numerosi omicidi.
 

Nel 1984, "Ramoncito" è condannato ad una pena di quattro anni di carcere per aver rifiutato di comparire davanti a un Gran Giurì a New York che  cercava di chiarire le attività di Omega-7. E' scarcerato nel 1986, due anni prima della scadenza della sanzione.
 

Non pochi esperti concordano nel segnalare che l'intensificazione degli attentati all'interno degli Stati Uniti alla fine degli anni 70 e primi anni 80, determinò che alcune di queste persone di origine cubana tanto vincolati alla "guerra sporca" della CIA furono considerati una minaccia alla sicurezza nazionale. A partire dalla metà degli anni 80 era in marcia il proposito dei neoconservatori, che avevano portato Ronald Reagan al potere, di garantire un'immagine rinnovata e sicura, per la società nordamericana, di quella emigrazione cubana tanto associata al terrorismo.
 

Quando "Ramoncito" uscì di prigione fu "congelato" per un pò. Tentò la fortuna come dipendente, come commerciante e persino come guidatore di un rimorchio di gru per auto. Ma non era fatto per questo.
 

Il crollo del campo socialista servì da stimolo per rivitalizzare l'attività controrivoluzionaria contro Cuba, in generale, ricominciarono la violenza e il terrorismo e modificò ,all'interno della mafia stessa, la nozione di riarticolazione con i gruppi che verso l'interno dell'isola potenziavano altra forma di sovversione contro il processo rivoluzionario.
 

"Ramoncito", se ben ritornò a tentare i  vecchi e comuni cammini incorporandosi prima al suo vecchio gruppo, l'Organizzazione per la Liberazione di Cuba, cercò poi di risorgere  come "leader" al costituire un altro gruppo chiamato Commissione Nazionale Cubana  e finì sotto l'ombrello del traditore Hubert Matos in Cuba Indipendente e Democratica (CID), organizzazione a cui i nordamericani stavano dando molti soldi e lì condusse il rimbombante Gruppo di Azioni Navali, dove sostenne la strategia di riunire nel suo seno terroristi impiegati ad agire violentemente contro Cuba.
 

 

Provocare tensioni tra Cuba e gli Stati Uniti
 

 

La sua "grande occasione" per rilanciarsi di fronte alla comunità cubano-americana di Miami come "leader" la ebbe durante i disordini provocati dalla firma degli accordi migratori tra Cuba e gli Stati Uniti il 1 maggio 1995. Il giorno successivo, 2 maggio, fu arrestato, ma fu  subito rimesso in libertà nonostante il fatto che l'FBI sapesse che aveva un gran numero di armi.
 

Organizza la prima flottiglia il 13 luglio dello stesso anno, il cui velato interesse era quello di creare un conflitto con la continua violazione delle acque territoriali e dello spazio aereo cubano. E' dimostrato che Sánchez Rizo e José Basulto sono stati due nemici giurati di questi accordi migratori e si sono costantemente impegnati a sabotarli. Sia il Movimento Democrazia come Hermanos al rescate hanno concentrato tutti i loro sforzi per provocare tensioni tra i governi degli Stati Uniti e Cuba, per promuovere attività terroristiche e ripetuti appelli alla disobbedienza della comunità cubana presente a Miami.
 

Nel novembre 1995 fu arrestato per interrompere le attività della Sezione di Interessi di Cuba a Washington. In quell'occasione fu inviato dalle autorità statunitensi ad effettuare un test psicologico.
 

È stato tra i leader delle attività realizzate dalla mafia di Miami che incoraggiò il rapimento del bambino cubano Elián González e inventò quanti imbrogli fosse possibile per, illegalmente e in violazione di ogni norma internazionale, tenere lontano il bambino da suo padre e dalla sua Patria.
 

Insieme con altre organizzazioni che compongono l'estrema destra anticubana a Miami, pianificò e incitò alla disobbedienza civile per impedire l'esecuzione della decisione del INS (Servizio d'Immigrazione) di consegnare il bambino rapito a suo padre.

 

Nell'agosto 2000, Sánchez Rizo è stato convocato davanti a un giudice per assembramento illegale, disobbedienza e ostruzione della via, dopo gli scontri per le strade di Miami dei fanatici oppositori alla restituzione del ragazzo cubano. Tuttavia, nulla successe all'istigatore.
 

Un mese prima, Ramon Saul fu arrestato dalla Guardia Costiera USA per aver violato le dodici miglia e penetrato in acque cubane in palese disubbidienza di un ordine esecutivo presidenziale, ma ancora una volta venne rilasciato immediatamente, ma questa volta  gli fu confiscata la barca.
 

Un anno dopo, nel luglio 2001, fu arrestato di nuovo al ripetere la violazione del decreto presidenziale USA. Ma fu solo due mesi dopo, a settembre, che le autorità degli Stati Uniti presentarono contro di lui un'accusa legale per la costante violazione delle acque cubane.
 

Infine, nonostante la presentazione a suo carico di varie accuse  per aver violato le acque cubane, il 15 maggio 2002, una giuria di Miami assolse Ramón Saúl Sánchez Rizo.
 

Dopo aver trascorso diversi mesi senza lavorare e vivere con i proventi del Movimento Democrazia, il suocero decise di impiegarlo, anche se temporaneamente, nel suo negozio di scarpe ortopediche e di  moda "Alicia Shoes", senza molta intensità, perché Ramon Saul ha alcuni problemi a un braccio dopo un incidente in una delle sue avventure.
 

Il 23 settembre 2003, Ramón Saúl Sánchez Rizo è citato per essere illegale negli Stati Uniti, non avendo dato alcuna cittadinanza né residenza permanente. In base alle nuove leggi antiterrorismo le norme sull'immigrazione prevedono l'espulsione degli stranieri che hanno scontato pene in carcere per un grave crimine.
 

L'arrogante personaggio s'innervosì dopo l'11 settembre e decise di regolarizzare  la sua situazione con urgenza. Ha vissuto con notevole impunità quasi 40 anni negli Stati Uniti. Ma il giorno che si é presentato alle autorità migratorie riapparve il suo voluminoso fascicolo e come ha scritto un collega, ebbe la brutta sorpresa di sentire i funzionari federali annunciargli che era arrestato.
 

Comunque, conoscendo la "carta bianca" che hanno i cubani servitori della "causa" a "Ramoncito" ciò non preoccupò più di tanto. La detenzione fu breve, anzi lo aiutò per fargli pubblicità. Tutto ciò che fecero fu compiere, nuovamente, la formalità di citarlo per un'altra comparizione dinanzi a un giudice, ma questo già  lo hanno fatto così tante volte che l'unica cosa da rimpiangere è stata la perdita di tempo.
 

Infatti, poche settimane più tardi un tribunale gli riconoscerà il diritto di rimanere negli Stati Uniti...

Nulla può passare sopra questo principio di aver sempre per mano gli "esiliati" cubani perché, come uno dell'alta politica dell'estrema destra a Washington, ha riconosciuto una volta, loro sono "un efficace dado per favorire l'aggressiva politica estera"
contro Cuba.