Nuestra America - ALBA

 

 

 

 

I Paesi dell’ALBA hanno celebrato

a Caracas l’8º anniversario

 

 

17.12.2012  - www.granma.cu

 

 

Piazza Simón Bolívar ha vibrato con il messaggio del presidente Hugo Chávez al popolo venezuelano e ai capi di Stato e di Governo, agli alti dignitari presenti alla celebrazione dell’8º anniversario dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America. (ALBA).

 

Il vicepresidente esecutivo, Nicolás Maduro, con il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha guidato la cerimonia popolare che ha ricordato gli otto anni dell’ ente integrazionista, creato il 14 dicembre 2004 a L’Avana, quando Chávez e Fidel firmarono il documento costitutivo di un blocco regionale al quale oggi appartengono otto paesi dei Caraibi, Centro America e Sudamerica.

 

La celebrazione si è svolta nel più emblematico centro sociale e culturale di questa capitale, la Piazza Bolívar, dove sono stati commemorati vari eventi storici: i 200 anni del Manifesto di Cartagena, scritto da Bolívar; il 18º anniversario del primo incontro di Chávez e Fidel; i 13 anni dall’approvazione per referendum della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, e la costituzione dell’ALBA, otto anni fa.

 

Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba, Miguel Díaz-Canel, presente per Cuba, ha ricordato che tutti questi avvenimenti sono marcati come una colonna vertebrale da un concetto: l’unità, ed ha trasmesso un saluto pieno d’affetto di Fidel e Raúl, e del popolo cubano, ai venezuelani.

 

“Tutto il popolo cubano vi accompagna in questi momenti difficili, come tutti i popoli del mondo che sono uniti all’agguerrito popolo del Comandante Hugo Chávez” ha detto.

 

Il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba ha ricordato che l’ALBA fu la morte definitiva dell’Alleanza di Libero Commercio per le Americhe ‘ALCA’, l’iniziativa di nuova colonizzazione proposta dagli Stati Uniti per l’America Latina e i Carabi.

 

Evo Morales ha ricordato a sua volta le conquiste dei popoli latinoamericani da allora e la guida regionale del presidente venezuelano, ed ha dichiarato che scommette che il fratello Chávez, che ha vinto tante battaglie politiche, economiche e colpi di Stato, adesso vincerà anche questa battaglia di difesa della vita.

 

Hanno partecipato alla commemorazione di questi eventi storici anche i primi ministri Di Antigua y Barbuda, Baldwin Spencer; Dominica, Roosevelt Skerrit; e San Vicente y las Granadinas, Ralph Gonsalvez. A nome del presidente Rafael Correa, il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo Patiño con la ministra di Governo del Nicaragua, Ana Isabel Morales, che ha rappresentato il comandante Daniel Ortega.

 

Con il gabinetto ministeriale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, hanno partecipato alle celebrazioni storiche i rappresentanti del popolo venezuelano attraverso la popolazione di Caracas, che ha riempito ogni angolo della piazza centrale della capitale.

 

 

Otto anni di ALBA:

il compleanno dei più

 

 

16.12.2012  - Iroel Sanchez Pubblicato in CubAhora

 

 

"Ora sì la storia dovrà contare sui poveri d'America, con gli sfruttati e offesi, che hanno deciso di iniziare a scrivere loro stessi, per sempre, la loro storia", ha detto di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il Comandante Ernesto Che Guevara il 12 dicembre 1964.

Dura è stata l'epopea vissuta da allora ma quarant'anni dopo, due rappresentanti degli sfruttati e offesi del continente proclamavano a L'Avana la nascita dell'Alternativa Bolivariana per i popoli della Nostra America (ALBA), che è diventata, anni dopo, Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nostra America.

"Affermiamo che il principio cardine che deve guidare lALBA è la solidarietà più ampia tra i popoli dellAmerica Latina e dei Caraibi, che si fonda sul pensiero di Bolívar, Martí, Sucre, OHiggins, San Martín, Hidalgo, Petion, Morazán, Sandino e di tanti altri grandi, senza nazionalismi egoisti né politiche nazionali restrittive che neghino lobiettivo di costruire una Patria Grande nellAmerica Latina, come sognarono gli eroi delle nostre lotte emancipatrici", recita il documento siglato dai presidenti di Cuba, Fidel Castro, e Venezuela, Hugo Chavez, il 14 dicembre 2004.

In soli otto anni l'ALBA somma ora otto paesi (Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Saint Lucia, Dominica e Antigua e Barbuda) che sarebbero nove se -  con le simpatie e il sostegno degli Stati Uniti - un colpo di stato in Honduras non aveva spazzato il governo costituzionale di Manuel Zelaya.

Fedele al suo spirito fondante, grazie a l'ALBA, decine di milioni di latinoamericani e caraibici hanno conosciuto, per la prima volta, un medico, hanno imparato a leggere e scrivere, hanno avuto servizio elettrico stabile o hanno potuto affrontare, con successo, problemi di disabilità. "L'ALBA si basa sui principi di solidarietà, genuina cooperazione e complementarità tra i nostri paesi, nell'utilizzo razionale  e in funzione del benessere dei nostri popoli, delle sue risorse naturali, - compreso il suo potenziale energetico - nella formazione integrale ed intensiva del capitale umano necessario per il nostro sviluppo e nell'attenzione ai bisogni e alle aspirazioni dei nostri uomini e donne" hanno sottoscritto, nel suo V Vertice, i rappresentanti dei suoi Stati membri.

Sì l'America Latina, e gran parte del mondo, che vivono oggi in attesa della salute del presidente Chavez operato di cancro a Cuba, è soprattutto perché il leader bolivariano, insieme con i capi di stato dei paesi dell'ALBA, e in particolare Fidel, hanno avverato quanto proclamato dal Che dalle Nazioni Unite. L'ALBA è un'onda che andrà crescendo, come anticipò il comunista i cui sogni non poterono cancellare gli uomini della CIA a La Higuera: "Questa onda andrà crescendo ogni giorno che passa. Perché tale onda la formano i più, la maggioranza in tutti gli aspetti, quelli che accumulano con il loro lavoro le ricchezze, creano i valori, fanno muovere le ruote della storia e che ora si svegliano da un lungo sonno abbruttente a cui sono stati sottoposti".

 

 

Ocho años del ALBA: El cumpleaños de los más

Iroel Sánchez

“Ahora sí la historia tendrá que contar con los pobres de América, con los explotados y vilipendiados, que han decidido empezar a escribir ellos mismos, para siempre, su historia”, decía ante la Asamblea General de la ONU, el Comandante Ernesto Che Guevara el 12 de diciembre de 1964.
Dura ha sido la epopeya vivida desde entonces pero cuarenta años después, dos representantes de los explotados y vilipendiados del continente proclamaban en La Habana el nacimiento de la Alternativa Bolivariana para los pueblos de Nuestra América (ALBA), devenida años después Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América.
“Afirmamos que el principio cardinal que debe guiar el ALBA es la solidaridad más amplia entre los pueblos de América Latina y el Caribe, que se sustenta con el pensamiento de Bolívar, Martí, Sucre, O’Higgins, San Martín, Hidalgo, Petión, Morazán, Sandino, y tantos otros próceres, sin nacionalismos egoístas que nieguen el objetivo de construir una Patria Grande en la América Latina, según lo soñaron los héroes de nuestras luchas emancipadoras”, reza el documento que rubricaron los presidentes de Cuba, Fidel Castro, y Venezuela, Hugo Chávez, el 14 de diciembre de 2004.
En sólo ocho años el ALBA suma ya ocho países (Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Santa Lucía, Dominica y Antigua y Barbuda) que serían nueve si -con las simpatías y el apoyo de Estados Unidos- un golpe de estado en Honduras no hubiese barrido con el gobierno constitucional de Manuel Zelaya.
Haciendo honor a su espíritu fundacional, gracias al ALBA, decenas de millones de latinoamericanos y caribeños han conocido por primera vez un médico, han aprendido a leer y escribir, han tenido un servicio eléctrico estable o han podido enfrentar exitosamente problemas de discapacidad. “El ALBA se sustenta en los principios de solidaridad, cooperación genuina y complementariedad entre nuestros países, en el aprovechamiento racional y en función del bienestar de nuestros pueblos, de sus recursos naturales -incluido su potencial energético-, en la formación integral e intensiva del capital humano que requiere nuestro desarrollo y en la atención a las necesidades y aspiraciones de nuestros hombres y mujeres”, suscribieron en su V Cumbre los representantes de sus estados miembros.
Si Latinoamérica, y gran parte del mundo, viven hoy pendientes de la salud del presidente Chávez, operado en Cuba de cáncer, es sobre todo porque el líder bolivariano, junto a los jefes de estado de los países del ALBA, y especialmente Fidel, ha hecho realidad lo proclamado por el Che en la ONU.

El ALBA es una ola que irá creciendo, como anticipó el comunista cuyos sueños no pudieron aniquilar los hombres de la CIA en La Higuera: “Esa ola irá creciendo cada día que pase. Porque esa ola la forman los más, los mayoritarios en todos los aspectos, los que acumulan con su trabajo las riquezas, crean los valores, hacen andar las ruedas de la historia y que ahora despiertan del largo sueño embrutecedor a que los sometieron”. (Publicado en CubAhora)