La partitocrazia, Mark Twain

e le elezioni a Cuba

 

 

24.07.12 - Ernesto Vera Mellado  www.granma.cu

 

 

Dalla fine del XIX secolo e fino alla sua morte nel 1910, il famoso scrittore nordamericano Samuel Langhorne Clemens - "Mark Twain" - denunciò la corruzione del sistema politico del suo Paese e svelò il marciume con cui i seggi parlamentari venivano comprati come all'asta. (...)

 

Pero è proprio dagli Stati Uniti che si attacca il sistema elettorale cubano:

 

"Le elezioni a Cuba sono una farsa", o "a Cuba non ci sono elezioni", si contraddicono l'un l'altro i rappresentanti della estrema destra di Miami, tanto certamente edotta in "temi di democrazia".

 

Quando la partitocrazia "fa acqua" in molti posti del mondo, propongono che siano i partiti - e non il popolo - a proporre e scegliere i candidati e promuovono le loro "virtù" con carnevalesche campagne elettorali nelle quali, invariabilmente, vince chi è riuscito a raccogliere più fondi, e non chi ha più meriti e capacità.

 

Pretendono di abolire il diritto che hanno tutti i cittadini cubani, fin dall'età di 16 anni, all'iscrizione gratuita e automatica nel registro elettorale senza distinzione di sesso, religione, razza o ideologia politica (...). La destra più recalcitrante di Miami è rappresentata da politici di origine cubana che dai tempi della amministrazione repubblicana di Ronald Reagan, e grazie al suo appoggio, hanno occupato posti perfino rilevanti nel Congresso USA.

 

Con questa leva si sono alzati in vetta alla cresta dell'onda reazionaria che essi stessi hanno alzato e che vogliono far ricadere su Cuba (...)

 

Ignorando manipolazioni e campagne, e con il popolo, il sistema elettorale cubano appronta gli ingranaggi per realizzare il suo 13° processo elettorale (...), con l'attiva partecipazione di tutti i suoi cittadini elettori.

 

Il prossimo 21 ottobre - e una settimana dopo là dove fosse necessaria una seconda tornata - si effettueranno le elezioni parziali dei rappresentanti municipali.

 

Successivamente i cubani eleggeranno i loro deputati nazionali e i componenti delle assemblee provinciali.

 

Sará un'opportunità anche per la autonominata dissidenza interna; basta che un membro della comunità li proponga, o che si candidino da soli, com'è già successo.

 

E' probabile che nessuno raggiunga la quantità di voti necessari — com'è già successo — però almeno verificheranno l'appoggio reale che riscuotono nella massa dei votanti.