Ignacio RamonetGrazie alle politiche adottate dai governi progressisti, l’America Latina sta vivendo il migliore momento della sua storia, visto che 80 milioni di persone sono uscite dalla povertà, sottolinea il direttore del giornale francese Le Monde Diplomatique, Ignacio Ramonet.

 

“Dopo due secoli di storia, la regione sta celebrando il bicentenario delle indipendenze e forse in questi ultimi due secoli non c’era mai stata una democrazia così estesa nei paesi latinoamericani e soprattutto pace, eccetto quello che succede in Colombia”, ha aggiunto Ramonet, come riporta una nota di Prensa Latina.

 

Nelle dichiarazioni fatte al giornale digitale ufficiale El Ciudadano, dell’Ecuador, lo scrittore, giornalista e accademico, evidenzia che non c’era mai stato prima, nel contesto regionale, un interesse così spiccato verso l’integrazione.

 

In questo senso, si è distaccata l’attività dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (Alba) e la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac), come importanti meccanismi per lo sviluppo.

 

Secondo Ramonet, i governi progressisti, che sono maggioritari nella regione, hanno insistito sulla giustizia e l’uguaglianza sociale, come dimostra l’impegno a realizzare un lavoro comune, aggiunge la nota.


A proposito della presentazione lo scorso lunedì a Quito, in Ecuador, del suo ultimo libro, “La explosion de la comunicacion”, che parla dell’auge del giornalismo grazie all’impatto di internet, Ramonet ha sostenuto che al giorno d’oggi nella regione si sta verificando una battaglia tra i monopoli dei gruppi privati e le nuove proposte di informazione sollevate dai governi progressisti.

 

Oggi ci si trova davanti ad “una terribile disuguaglianza rispetto al monopolio del settore privato per quanto riguarda i mezzi di comunicazione e molti di questi governi hanno posto la necessità di tornare ad equilibrare tale monopolio e stanno creando servizi pubblici di informazione e comunicazione”, ha aggiunto il direttore del giornale francese Le Monde Diplomatique.