Le sanzioni economiche contro Cuba

 

sotto l'amministrazione Obama

 

 

 

27 agosto 2012 - Salim Lamrani* da Cubainformación – traduzione a cura della redazione di El Moncada

 

 

L'arrivo al potere del Presidente Obama negli Stati Uniti nel 2008 ha segnato una rottura di stile verso Cuba rispetto alla precedente amministrazione Bush. Ciò nonostante, salvo togliere alcune restrizioni relative ai viaggi, le sanzioni economiche continuano a essere applicate, anche in maniera extraterritoriale.

 

Ecco alcuni esempi recenti.

 

Durante la sua campagna elettorale nel 2007, l'allora candidato Barack Obama fece una lucida constatazione sul carattere obsoleto della politica degli Stati Uniti verso Cuba. Una volta eletto, dichiarò la sua volontà di cercare “un nuovo inizio con Cuba”. “Credo che possiamo portare la relazione tra USA e Cuba in una nuova direzione e lanciare un nuovo capitolo di avvicinamento che continuerà durante il mio mandato”, sottolineò. [1]

 

Obama aveva denunciato la politica del suo predecessore verso Cuba, il quale aveva limitato fortemente i viaggi della comunità cubana degli Stati Uniti. “Si tratta nello stesso tempo di una questione strategica  umanitaria. Questa decisione […] ha avuto un impatto profondamente negativo sul benessere del popolo cubano. Concederò ai cubano-americani diritti illimitati per visitare i loro parenti e mandare denaro nell'Isola”, si impegnò. [2]

 

Obama mantenne la sua parola. Nell’aprile del 2009 annunciò l’abolizione di alcune restrizioni che colpivano i cubani che vivono negli Stati Uniti e che hanno familiari nell'isola, che entrò in vigore il 3 settembre 2009. Da allora possono viaggiare nel loro paese d’origine senza alcun ostacolo (invece di quattordici giorni ogni tre anni) e mandare rimesse illimitate alle loro famiglie (invece di cento dollari al mese). [3]

 

 

Applicazione extraterritoriale delle

sanzioni economiche contro Cuba

 

 

Tuttavia, Washington non ha avuto esitazioni nell’applicare le sanzioni economiche, anche in maniera extraterritoriale, violando così gravemente il diritto internazionale. In effetti, questo dispone che le legislazioni nazionali non possono essere extraterritoriali, cioè essere applicate fuori dal territorio nazionale. Così, la legge brasiliana non può essere applicata in Argentina. Allo stesso modo, la legislazione venezuelana non può essere applicata in Colombia. Ebbene, la legge statunitense delle sanzioni economiche contro Cuba si applica in tutti i paesi del mondo.

 

Di fatto, nel giugno 2012, la banca olandese ING ha ricevuto la più pesante sanzione mai dettata dall'inizio dello stato di blocco economico contro Cuba nel 1960. L'Ufficio di Controllo dei Fondi Stranieri (OFAC) del Dipartimento del Tesoro ha sanzionato l'istituto finanziario con una multa di 619 milioni di dollari per aver realizzato, tra le altre, transazioni in dollari con Cuba, attraverso il sistema finanziario statunitense, tra il 2002 e il 2007.[4]

Anche il Dipartimento del Tesoro ha obbligato la banca olandese a rompere le sue relazioni commerciali con Cuba e ha annunciato che la “ING ha assicurato all' Ufficio di Controllo dei Fondi Stranieri che aveva messo fine alle pratiche che avevano portato all'accordo di oggi”. Così, Washington ha proibito a una banca europea ogni transazione commerciale con Cuba. [5]

 

Il governo cubano ha denunciato questa nuova applicazione extraterritoriale delle sanzioni economiche, le quali, oltre a impedire qualunque commercio con gli Stati Uniti (eccetto le materie prime alimentari), costituiscono il principale ostacolo allo sviluppo delle relazioni commerciali di Cuba con il resto del mondo. “Il Governo degli Stati Uniti ha sanzionato unilateralmente la banca ING per aver effettuato, insieme alle sue filiali in Francia, Belgio, Olanda e Curaçao, transazioni finanziarie e commerciali di enti cubani, proibite dalla criminale politica di blocco contro Cuba”, sottolinea il comunicato ufficiale. [6]

 

Adam Szunin, Direttore dell'OFAC, ha colto l'occasione per dare un avvertimento alle imprese straniere che hanno relazioni commerciali con Cuba. Questa multa “dovrebbe servire come un chiaro avvertimento a chiunque prenda in considerazione di evadere le sanzioni degli Stati Uniti”, ha dichiarato, riaffermando cosi che Washington avrebbe continuato ad applicare le sue misure extraterritoriali. [7]

 

Anche altre imprese straniere sono state sanzionate per le loro relazioni commerciali con Cuba. Così, la multinazionale svedese Ericsson, specializzata nel campo delle telecomunicazioni, ha dovuto pagare una multa di 1,75 milioni di dollari per aver riparato, tramite la sua filiale con sede a Panama, apparecchiature cubane del valore di 320000 dollari, negli Stati Uniti. Tre impiegati, implicati nel caso, sono stati anche licenziati. [8]

 

Il 10 luglio 2012, il Dipartimento del Tesoro ha inflitto una multa di 1,35 milioni di dollari all'impresa statunitense Great Western Malting Co. per aver venduto orzo a Cuba, tramite una delle sue filiali straniere tra agosto 2006 e marzo 2009. Tuttavia, il diritto internazionale umanitario proibisce tutti i tipi di embargo sulle materie prime alimentari e sui medicinali, perfino in tempo di guerra. Ebbene, ufficialmente, Cuba e gli Stati Uniti non sono stati mai in conflitto. [9]

 

In Francia, Mano Giardini e Valérie Adilly, due direttori dell'agenzia di viaggi statunitense Carlson Wagonlit Travel (CWT), sono stati licenziati per aver venduto pacchetti turistici con destinazione Cuba. L'impresa corre il rischio di ricevere una multa di 38000 dollari per ogni soggiorno venduto, il che ha suscitato l'ira di alcuni dipendenti che difficilmente comprendono la situazione. “Perché Carlson non ha ritirato dal sistema di prenotazioni i prodotti Cuba dato che non avevamo diritto a venderli?”, ha domandato un impiegato. [10]

 

Allo stesso modo, è possibile che CWT non sia autorizzata a rispondere ai concorsi dei viaggi dall'amministrazione statunitense, i quali rappresentano una parte sostanziale del suo volume d’affari. La direzione di CWT si è espressa al riguardo: “In queste condizioni, dobbiamo applicare la regola statunitense che proibisce di mandare viaggiatori a Cuba, anche per le filiali”. Così, una filiale statunitense con sede in Francia è obbligata ad applicare la legge statunitense sulle sanzioni economiche contro Cuba, facendosi beffe della legislazione nazionale in vigore. [11]

 

 

Google censurato e un preventivo di 20 milioni

di dollari per la “democrazia digitale”

 

 

Più insolito, le sanzioni economiche proibiscono che i cubani utilizzino alcune funzioni del motore di ricerca Google, quali Google Analytics (che permette di calcolare il numero di visite in un sito web, così come la loro origine), Google Earth, Google Destktop Search, Google Toolbar, Google Code Search, Google AdSense o Google AdWords, privando così Cuba dell’accesso a queste nuove tecnologie e a numerosi prodotti scaricabili. L'impresa statunitense ha fornito una spiegazione tramite il suo rappresentante Christine Chen: “L'avevamo scritto nei nostri termini e condizioni. Non si può usare Google Analytics nei paesi sottoposti a embargo”. [12]

 

Allo stesso tempo, mentre Washington impone a Google di restringere l'uso dei suoi servizi digitali a Cuba e proibisce che La Habana si colleghi al suo cavo in fibra ottica per Internet, il Dipartimento di Stato ha annunciato che avrebbe destinato, tramite l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), la somma di 20 milioni di dollari ad “attivisti dei diritti umani, giornalisti indipendenti e biblioteche indipendenti nell'isola”, al fine di diffondere, tra l’altro, la “democrazia digitale”. [13]

 

L'amministrazione Obama, lungi da adottare “un nuovo inizio con Cuba”, continua a imporre sanzioni economiche che colpiscono tutte le categorie della popolazione cubana incominciando da quelle più vulnerabili cioè le donne, i bambini e gli anziani. Non esita nel sanzionare imprese straniere violando il diritto internazionale applicando misure extraterritoriali. Si rifiuta anche di sentire la protesta unanime della comunità internazionale che ha condannato nel 2011, per il ventesimo anno consecutivo, l'imposizione di un blocco anacronistico, crudele e inefficace che costituisce il principale ostacolo allo sviluppo della nazione.

 

Note:

 

[1] The Associated Press, «Obama Seeks ‘New Beginning’ With Cuba», 17 de abril de 2009.

[2] Barack Obama, «Our Main Goal: Freedom in Cuba», The Miami Herald, 21 de agosto de 2007.

[3] Office of Foreign Assets Control, «Hoja informativa: Tesoro modifica reglamento para el control de bienes cubanos a fin de implementar el programa del Presidente sobre visitas familiares, remesas y telecomunicaciones», Treasury Department, 3 de septiembre de 2009.

[4] Office of Foreign Assets Control, «Settlement Agreement ING», Department of the Treasury, junio de 2012.

http://www.treasury.gov/resource‐center/sanctions/CivPen/Documents/... (sitio consultado el 10 de julio de 2012)

[5] Ibid.

[6] Ministry of Foreign Affairs of Cuba, «Statement by the Ministry of foreign Affairs», 20 de junio de 2012.

http://www.cubaminrex.cu/english/Statements/Articulos/StatementsMIN... (sitio consultado el 10 de julio de 2012).

[7] Ibid.

[8] Steve Stecklow & Bail Katz, «U.S. to Fine Ericsson in Panama $1,75 Million Over Cuba Shipments», Reuters, 24 de mayo de 2012.

[9] Office of Foreign Assets Control, «Enforcement Information for July 10, 2012», Department of the Treasury, 10 de julio de 2012. http://www.treasury.gov/resource‐center/sanctions/CivPen/Documents/... (sitio consultado el 12 de julio de 2012).

[10] Jean da Luz, «Carlson Wagonlit Travel : l’embargo cubain fait tomber des têtes en France», Tourmag, 2 de julio de 2012 ; Geneviève Bieganowsky. «Licienciements, Carlson redoute la perte des budgets voyages de l’administration US», Tourmag, 3 de julio de 2012.

[11] Ibid.

[12] Michael McGuire, « Google responde a denuncias de Cuba », The Miami Herald, 20 de julio de 2012.

[13] Juan O. Tamayo, « Estados Unidos busca romper censura tecnológica en Cuba », El Nuevo Herald, 23 de junio de 2012.

 

* Salim Lamrani Dr. professore universitario, scrittore, giornalista, specialista in relazioni Cuba-USA