24 febbraio 1895

 


Una pietra miliare gloriosa del

 

processo rivoluzionario cubano

 

 

24 febbraio 2012 -  www.granma.cu

 

 

 

Corone di fiori di Fidel e Raúl

in omaggio a Martí

 

25.11 - Corone di fiori inviate dal Comandante in Capo, Fidel Castro e dal Presidente cubano, Generale d’Esercito Raúl Castro; dai Consigli di Stato e dei Ministri e dal popolo di Cuba, sono state poste ieri, venerdì 24, in omaggio a José Martí, a Santiago di Cuba.

In occasione del 117º anniversario della ripresa delle gesta liberatrici nell’Isola, si è svolta una cerimonia militare davanti al Mausoleo dove riposano i resti del Patriota, nel cimitero Santa Ifigenia, Monumento Nazionale.

Hanno partecipato alla guardia d’onore speciale, i cadetti della Facoltà di Medicina delle Forze Armate Rivoluzionarie e gli allievi della Scuola Militare Camilo Cienfuegos, de la provincia de Cienfuegos.

Anche a Baire, è stata ricordata l’azione che fece sollevare in armi la popolazione dell’ attuale municipio di Contramaestre, dove brillarono i nomi del maggiore generale Jesús Rabí, dei generali di divisione Saturnino Lora e Florencio Salcedo e del capitano Juan Joaquín Urbina.

Dopo la cerimonia politico-culturale è partita la processione, sino al cimitero, per rendere omaggio ai patrioti.

Le tradizioni si sono impadronite di questa regione orientale con la presenza alla Cerimonia della Bandiera, a mezzanotte, nel Parco della Rivoluzione, luogo dove Saturnino Lora gridò “Indipendenza o Morte”, per la ripresa della lotta.

Alle cinque di mattina sono risuonati gli squilli di tromba della Diana Mambisa, che ha percorso le arterie principali di Baire.

Il 24 febbraio 1895, dopo lo sforzo titanico della preparazione realizzata da José Martí, iniziò nuovamente a Cuba la guerra indipendentista.

 

Da Montecristi, lo stesso Martí, che era delegato del Partito Rivoluzionario Cubano, e Máximo Gómez, Generale in Capo dell’Esercito Liberatore, annunciarono all’opinione pubblica internazionale che "La Rivoluzione per l’indipendenza, iniziata a Yara dopo la preparazione gloriosa e cruenta è rientrata a Cuba in un nuovo periodo di guerra, in virtù dell’ordine e degli accordi del Partito Rivoluzionario all’estero e nell’Isola e dell’ esemplare congregazione in lui di tutti gli elementi dedicati al risanamento e l’emancipazione del paese per il bene dell’America e del mondo”.

 

Il prezioso lavoro del Partito Rivoluzionario Cubano dentro e fuori dall’Isola, diede i suoi frutti: aveva rivitalizzato con nuovo vigore la fiamma della rivoluzione, sollevando il patriottismo tra le masse, unite a tutti i combattenti, veterani e giovani.

 

Per quello l’ordine del sollevamento comunicato da Martí a Juan Gualberto Gómez, e molto atteso nel territorio cubano dai settori indipendentisti, incontrò un’eco nelle azioni degli Eroi di quel giorno di luce: a Baire, a Bayate, a Guantánamo, a Ibarra..., che risposero la sacro dovere del richiamo della Patria.

 

E con loro marciò tutto un esercito di popolo, perchè la guerra si estese rapidamente prima nelle indomite regioni orientali e poi, dopo l’arrivo di Martí, Gómez e Maceo, negli altri territori.

 

Non riuscirono ad impedirlo nemmeno quei 300000 uomini che il colonialismo inviò a combattere a Cuba, nè i crimini più atroci commessi contro la popolazione, nè le manovre politiche dell’ultima ora. In pochi mesi la sfida rivoluzionaria si conosceva anche nell’angolo più occidentale del paese e il colonialismo crollava.

 

Nemmeno il duro colpo che ricevette il movimento rivoluzionario poche settimane dopo il sollevamento, quando le autorità nordamericane fermarono e impedirono la spedizione armata che segretamente doveva partire da La Fernandina, e che lasciò il Partito Rivoluzionario Cubano praticamente senza navi, senza armi e senza denaro, nel momento in cui da Cuba si esigeva un sollevamento immediato, riuscirono ad evitare la guerra necessaria e giusta.

 

Allora nè i più recalcitranti rappresentanti del colonialismo, nè il console generale degli Stati Uniti a L’Avana immaginarono il significato di quel 24 febbraio del 1895 e ancora una volta disdegnarono i fattori fondamentali che si trovano nell’essenza stessa dei grandi movimenti sociali cubani. È sempre avvenuto così, anche il 10 ottobre del 1868, quando un piccolo gruppo di uomini, con Carlos Manuel de Céspedes al fronte, si alzò in armi a La Demajagua, la miopia politica dei rappresentanti della reazione impedì di vedere che cominciava la rivoluzione; come successe dopo il 26 di luglio del 1953, quando i portavoce della tirannia pro- imperialista si affrettarono a togliere importanza all’accaduto.

 

Perchè ci sono stati un 10 di Ottobre, un 24 di Febbraio e un 26 di Luglio, e c’è stato anche il vittorioso Primo Gennaio, come gloriose pietre miliari del processo rivoluzionario cubano.

 

Rendiamo omaggio agli uomini che nella ‘manigua’ redentrice, difesero con eroismo il diritto del popolo alla sua indipendenza, irrigarono con il loro sangue e il oro sacrificio il cammino della Rivoluzione.