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Il traduttore si scusa per gli errori

 

Ti ricorderemo sempre, Comandante!
 

Oggi si compiono 85 anni dalla nascita del Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque

 

 

17 febbraio 2012 -  www.granma.cu

 

 

Nella Riflessione che il compagno Fidel scrisse il 13 settembre del 2009, diceva: “Ho avuto il privilegio di conoscerlo: un giovane negro, operaio, combattivo, che poi divenne capo della cellula rivoluzionaria, combattente della Moncada, compagno di prigione, capitano di plotone sbarcando dal Granma, ufficiale dell’Esercito Ribelle, paralizzato nella sua avanzata da uno sparo nel petto che ricevette durante il violento combattimento del Uvero, Comandante di Colonna, marciando per creare il Terzo Fronte Orientale, compagno che condivideva la direzione delle nostre forze nelle ultime battaglie vittoriose che sgominarono la tirannia.

 

Uno dei tratti distintivi del Comandante Almeida fu la modestia, come qualità singolare in tutti gli avvenimenti della sua vita.

 

Lo prova il silenzio gagliardo che mantenne per anni per non apparire, per rispetto al Che, che lo aveva descritto in “Passaggi della guerra Rivoluzionaria”, e di Camilo Cienfuegos, compagno e amico, la paternità di quell’aneddoto che accompagnerà definitivamente la storia della resistenza di Cuba, quando nella sorpresa di Alegria de Pío, il 5 dicembre del 1956, poco dopo lo sbarco del Granma, una delle guardie della truppa di Batista lo chiamò ad arrendersi e nel mezzo della sparatoria si senti la risposta immediata:

 

“Qui non arrende nessuno, carajo...”, di Almeida.

 

O quel suo atteggiamento impressionante che Fidel racconta, nel combattimento del Uvero, dove fu ferito tre volte dal fuoco di una mitragliatrice: una del pallottole lo ferì alla testa, un altra gli perforò il petto e la spalla sinistra, ma fu deviata, dato che gli avrebbe attraversato il cuore, grazie ad un cucchiaio che portava nel taschino della camicia e il terzo proiettile gli penetrò nella gamba sinistra, ma perse forza, attraversando una lattina di latte condensato che portava nella tasca dei pantaloni.

 

Nonostante tutto quello non accettò d’essere portato via dal combattimento in quel momento. Alcuni compagni lo sdraiarono, appoggiato ad un palo, e da lì continuò a dirigere il suo gruppo nell’attacco che durò più di due ore.

 

Il compagno Fidel ricordava nelle sue Riflessioni: “Sono stato un privilegiato testimone della condotta esemplare per più dimezzo secolo, la sua resistenza eroica e vittoriosa nella lotta contro i banditi, nel contraccolpo di Girón, la crisi d’ottobre, le missioni internazionaliste, la resistenza al blocco imperialista”.

 

Gli aneddoti attorno al Comandante Almeida sono molti Basta ricordarne uno che lo dipinge corpo ed anima. Un giorno andò ad incontrare a Santa Clara, essendo capo dell’Esercito del Centro, alcuni costruttori che partecipavano come lavoratori volontari al raccolto di canne di zucchero e che erano stati i migliori lavoratori.

 

Alla fine della giornata. conversando con loro, Almeida disse: “Anch’io sono di questa classe di lavoratori e precisamente del ramo della costruzione perchè ero un muratore ed ero tre volte discriminato, perchè operaio, perchè negro e perchè povero”.

 

La grande sensibilità di Juancito, come affettuosamente lo chiamava Raúl, si vede nella sua opera musicale e letteraria, già dal principio, dal trionfo della Rivoluzione.

 

Fide, in una manifestazione con i vincitori del concorso di canzoni popolari del 1961, disse: “Il caro compagno della nostra Rivoluzione, il compagno Comandante Juan Almeida, è un cubano venuto al mondo con la vocazione dell’artista, ma non ha avuto l’opportunità di andare in nessuna scuola. Almeida non ha frequentato accademie, ma ha l’ispirazione musicale”.

 

E questo lato speciale di Almeida è stato un’altra delle questioni che hanno impressionato il Comandante in Capo. “Ascoltavo con piacere alcune delle sue canzoni e soprattutto quella tanto emozionante che di fronte al richiamo della Patria, per vincere o morire, saluta i sogni umani. Io non lo sapevo che ne aveva scritte altre 300, sommate alla sua opera letteraria, fonte di amene letture e di fatti storici”.

 

Passeranno gli anni e non basteranno gli elogi tutte le volte che si ricorderà il Comandante della Rivoluzione, perchè lui ha difeso i principi di giustizia che saranno difesi in qualsiasi tempi e in qualsiasi epoca, sino a che gli esseri umani respireranno sulla Terra.