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Il traduttore si scusa per gli errori

 

La maggior guerra che si presenta è

 

di pensiero: vinciamola col pensiero

 

 

13 marzo 2012 - www.granma.cu

 

 

Sono passati 120 anni da quando José Martí, consacrato all’epica dell’indipendenza e affrontando numerose vicissitudini, fondo il giornale Patria.

 

Sul suo contenuto, nelle sue stesse pagine, scrisse che quello che il nemico deve sentire non è altro che la voce dell’attacco. Questo è Patria nella stampa: è un soldato.

 

In quel primo numero della pubblicazione apparvero le Basi del Partito Rivoluzionario Cubano. Partito e pubblicazione apparvero così, quasi all’unisono, simbiosi dell’idea e dell’opera, con la sua espressione.

 

Nelle mani di Martí e dei suoi più stretti collaboratori, Patria fu uno strumento politico di singolare efficacia. Non ci fu problema d’importanza che non fu messo a fuoco: quelli interni e quelli esterni.

 

In Patria si colpirono fortemente le false alternative dell’autonomismo e dell’ annessionismo; si denunciò l’espansione imperialista degli Stati Uniti.

 

Si esaltò la necessaria solidarietà latinoamericana; si combatterono le sequele della schiavitù, i pregiudizi e la discriminazione del cubano negro; si difese la capacità del cubano in tutti gli ordini della vita sociale, per governarsi da solo, ponendo fine alla obbrobriosa condizione coloniale di quattro secoli. Si diede fondamenta alla necessità della lotta armata per conquistare l’indipendenza.

 

Patria fu un propugnatore dell’unità nazionale in un Partito Politico moderno-rivoluzionario.

 

Con tutta legittimità i giornalisti abbiamo deciso di stabilire in occasione del centenario di Patria, il 14 marzo, come Giorno della Stampa Cubana, in riconoscimento della genesi e del legato di questo importante anniversario

 

Sentiamo in tutta la grandezza di Martì il reclamo d’essere soldati assieme a questo soldato delle idee che è Fide: soldati dell’Apostolo di Fidel e del popolo cubano!