20 maggio del 1902: Cuba, una repubblica

 

senza indipendenza

 

 

20 maggio 2012 - Ángel Rodríguez Álvarez  www.granma.cu

 

 

Il 20 maggio del 1902, con l’azione formale di alzare la bandiera cubana, presa per le punte dalle venerabili mani di Máximo Gómez, s’instaurò la Repubblica di Cuba.

 

La nuova nazione mostrava segni che l’identificavano come tale e permettevano di guardare con orgoglio la presentazione dei simboli della Patria e la pleiade degli Eroi, protagonisti e forgiatori del ricco legato politico, guidati da figure della grandezza universale di José Martí e di prestigio continentale come Antonio Maceo, Carlos Manuel de Céspedes, Máximo Gómez e molti altri.

 

Tutto questo certamente non era poco, ma ci si dovrebbe chiedere se era sufficiente per poter parlare pienamente d’indipendenza. La risposta è della maggior importanza ideologica.

 

A Miami e nella Casa Bianca, per esempio, concedono alla data una straordinaria importanza, perchè loro credono, o vogliono credere, che sì e conseguentemente lo celebrano in modo sontuoso, riunendo la crema della crema dell’estrema destra terrorista.

 

Non tralasciano l’opportunità d’irrobustire le loro posizioni d’annessione e tentano di giustificare i peccati imperiali commessi contro Cuba dal 1898 e sino ai nostri giorni.

Credere che quel momento in cui si stabilì l’indipendenza della più grande delle Antille, è mascherare la verità storica con la finalità di falsificare il ruolo degli Stati Uniti nello sviluppo degli avvenimenti relazionati con la fine della guerra e contro il colonialismo spagnolo.

 

Ma sono lì gli elementi e tutti i dati per dimostrare che nel 1898 i capitali degli Stati Uniti controllavano già circa il 70% dei principali e la quasi unica industria cubana, quella dello zucchero, e le terre migliori dell’Isola.

 

È anche ignorare che “consegnarono” l’indipendenza nel 1902 perchè erano già riusciti a creare i meccanismi di dipendenza politica, economica e giuridica, per garantire il loro dominio e avevano dedicato a questo obiettivo quasi quattro anni d’intervento militare.

 

Dissolto già il Partito Rivoluzionario Cubano fondato da Martí, licenziato l’Esercito Liberatore e imposto l’Emendamento Platt, non c’era niente da temere.

 

Era tanto scandalosa l’ingerenza, che lo stesso Leonard Wood, uno degli incaricati di realizzare il raggiro della nazione, ammise in una lettera indirizzata al presidente Teodoro Roosevelt: “È chiaro che a Cuba si è lasciata poca o nessuna indipendenza con l’ Emendamento Platt, la sola cosa indicata è cercare l’annessione.”

 

Solo allora organizzarono le prime elezioni, collocarono alla guida del governo un cubano nazionalizzato nordamericano, residentenegli Stati Uniti nei 25 anni precedenti la sua nomina e ben noto per le sue idee d’annessionismo.

 

Può essere interminabile la relazione dei fatti e dei dati confermati sulla grande menzogna e sul significato patriottico del 20 di maggio, questa data che gli annessionisti di allora e quelli di oggi celebrano rumorosamente e anche con nostalgia per i bei tempi andati.