Preservatori di una

meravigliosa Farola

 

 

 

 

4 maggio 2012 -  Jorge Luis Merencio Cautín www.granma.cu

 

 

 

Tre decine di uomini umili, delle comunità rurali di Imías e Baracoa, svolgono l’importante compito di preservare da molti anni una delle sette meraviglie dell’ingegneria civile cubana: il maestoso Viadotto La Farola.

 

Wilfredo, Herminio, Luis, Domingo, Hermis, sono alcuni dei nomi di chi, con sano orgoglio, conservano con il loro lavoro la transitabilità del viadotto, il quale continua ad essere, per la sua complessità costruttiva ed il suo fastoso percorso adagiato sulle pendici della montagna del massiccio di Sagua-Baracoa, uno dei più importanti del mondo, nonostante gli oltre 46 anni di vita.

 

I lavoratoti dediti alla manutenzione del viadotto si dividono in tre brigate, due appartenenti al municipio di Imías ed una al municipio di Baracoa, spiega Herminio Gamboa Martínez, responsabile del primo di questi collettivi.

 

Herminio, abitante della comunità di Veguita del Sur, spiega che la sua squadra si occupa dei 14 km che collegano la comunità di Cajobabo con Alto de Emilita (corrispondente a più di un km per ogni lavoratore), mentre la seconda copre il tratto Alto de Emilita-Alto de Marañón, e la terza, la distanza tra questo punto limitrofo dei due municipi e Paso de Cuba.

 

In questo punto si conclude il viadotto, nella sua accezione ampliata, infatti ufficialmente si considerano parte di questo i sei km che vanno da Las Guásimas fino al Mirador de Alto de Cotilla, dove le soluzioni di ingegneria furono davvero molto creative, come il getto del solaio a sbalzo sul precipizio, sostenuto da grossi pali incassati sulla roccia e le travi in calcestruzzo di altissima qualità.

 

Nel loro impegno per conservare quest’opera in buono stato, e con questa la circolazione veicolare, i collettivi (appartenenti all’Impresa di Manutenzione Viaria e delle Costruzioni di Guantanamo) adempiono a tre compiti fondamentali: ripulire la carreggiata, pulire tombini e cunette, e la manutenzione dei ponti, compito che richiede la tinteggiatura, la riparazione dei parapetti e l’eliminazione dei detriti.

 

A queste azioni si aggiungono la riparazione di giunti e fessure della carreggiata, ripulire le scarpate, potare gli alberi e le barriere di arbusti, tinteggiare pali e parapetti, e rimuovere le piccole frane di terra e rocce, mentre le frane voluminose vengono eliminate dai mezzi meccanici appartenenti alle imprese di costruzioni di entrambi i municipi, riporta Ermis Ramírez Ramírez, il quale nonostante i suoi 61 anni di età continua ad essere il lavoratore più efficiente della brigata diretta da Herminio.

 

"Il viadotto è la nostra vita, per noi, per gli abitanti della zona, e per gli abitanti di Baracoa, per questo mettiamo il massimo impegno nel conservarlo", afferma Wilfredo Samón Samón, componente della seconda squadra ed abitante di El Chorrito, sito dove nacque ed ebbe la sua sede il primo presidio collettivo dedicato alla manutenzione de La Farola, tra la metà degli anni sessanta e degli anni novanta del secolo scorso.

 

Wilfredo ha tutte le ragioni per amare il sinuoso ed inclinato viadotto, infatti attraverso questa strada transitano circa il 96% delle persone che entrano o escono da Baracoa, e circa l’83% delle merci, cifre che riflettono l’importanza socioeconomica di quest’opera d’ingegneria, promessa defraudata dai governi della pseudorepubblica e mantenuta dalla Rivoluzione.

 

Elio González Rodríguez, vicedirettore economico dell’Impresa di Manutenzione Viaria e delle Costruzioni di Guantanamo, apprezza l’opera delle tre brigate e commenta che nonostante le limitazioni riguardo alcune risorse, i componenti delle squadre hanno ricevuto attrezzi di lavoro come stivali, indumenti, machete, seghe, pale, zappe, carrelli... e anche un trattore per perforare, anche se realizzano i loro lavori manualmente. Lo scorso anno inoltre è stato aumentato il salario dei lavoratori, riferisce González.

 

Un meritato riconoscimento a chi giorno dopo giorno, e spesso di sera o addirittura di notte (nel caso delle frequenti frane provocate dalle piogge), garantisce che non si spenga la luce che irradia La Farola, simbolo onnipresente dell’opera della Rivoluzione a Baracoa.