Cuba ribadisce a Ginevra il suo rifiuto

ad un intervento in Siria

 

 

19.09.12 - www.granma.cu

 

 

Cuba ha ribadito dinnanzi al Consiglio dei Diritti Umani il suo rifiuto a qualsiasi tentativo di mettere fine all’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale della Siria, indica PL.

 

“Una guerra civile in Siria o un intervento di forze straniere, seminerebbero maggiore distruzione e moltiplicherebbero i morti, destabilizzerebbero tutta la regione ed avrebbero gravi conseguenze per i popoli del Medio Oriente”, ha affermato l’ambasciatore cubano a Ginevra, Rodolfo Reyes.

 

Nel dialogo con la Commissione d’Indagine alla nazione araba, Reyes ha condannato le pretese di alcuni paesi di imporre a questo popolo un cambio di regime e le azioni rivolte a promuovere un’aggressione del loro territorio.

 

Ha messo in risalto le recenti esperienze nelle quali si è evidenziata la manipolazione della Carta della ONU e la doppia morale che caratterizza la condotta degli Stati Uniti e delle altre potenze dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico Nord (NATO).

 

Reyes ha reclamato la fine della violenza, dei massacri e degli atti terroristi che uccidono cittadini innocenti, così come la fine del traffico di armi e denaro ai gruppi insorti e della manipolazione mediatica promossa da alcune potenze della NATO.

 

Anche la Cina si è dichiarata contraria ad un intervento straniero nel conflitto siriano.

 

“Le aspirazioni e le scelte del popolo siriano devono essere rispettate ed il processo di transizione politica dev’essere diretto dal popolo e non imposto dall’esterno”, ha dichiarato il cancelliere cinese Yang Jiechi all’avvocato Hasan Abdul-Azim, responsabile del Comitato Nazionale di Coordinamento della Siria per il Cambiamento Democratico.

 

Secondo una dichiarazione ufficiale, il ministro delle Relazione Estere cinese ha comunicato al rappresentante dell’opposizione nel paese arabo che Pechino rispetterà ed appoggerà qualsiasi risoluzione politica, sempre che questa sia accettata da tutte le parti rilevanti in Siria.

 

 

Cuba reclama l’indipendenza di Portorico

 

 

19.06.12 - www.granma.cu

 

 

“Puerto Rico è una nazione latinoamericana e caraibica con un’identità culturale propria e inconfondibile”, sottolinea il progetto di risoluzione presentato da Cuba e analizzato a New York dal Comitato di Decolonizzazione della ONU.

 

Oscar González León, rappresentante permanente alternativo di Cuba presso l’organismo mondiale, ha reclamato l’indipendenza di questa colonia degli USA, eufemisticamente denominata “Stato Libero Associato”, esigenza sostenuta anche da Bolivia, Ecuador, Nicaragua e Venezuela, ha riferito Prensa Latina.

 

Il documento incita l’Assemblea Generale della ONU ad esaminare la questione di Puerto Rico in tutti i suoi aspetti e domanda d’avanzare in un processo che permetta a questo popolo d’esercitare il suo diritto assoluto all’autodeterminazione.

 

“Dal 1972, 30 risoluzioni lo hanno affermato, ma i passi avanti sono stati pochi nell’ottenimento d’una soluzione definitiva che risolva questa situazione coloniale”, ha ricordato il diplomatico cubano che, inoltre, ha sottolineato la coraggiosa ed esemplare vocazione indipendentista di Juan Albizu Campos, nonostante il dominio economico, politico e sociale che gli Stati Uniti mantengono su questo paese.

 

Il testo presentato chiede al Presidente degli USA la libertà per Oscar López Rivera, Avelino González Claudio y Norberto González Claudio, che scontano dure condanne nelle prigioni nordamericane per cause relazionate alla lotta per l’indipendenza di Puerto Rico.

 

A nome dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America e del Movimento dei Paesi Non Allineati, il rappresentante cubano ha ricordato i pronunciamenti sul tema fatti dai membri delle due organizzazioni e durante la sessione sono stati esposti argomenti dai rappresentanti d’una ventina di organizzazioni portoricane.

 

 

Cuba a Ginevra respinge i tentativi di

distruggere la sovranità siriana

 

 

18.06.12 - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

 

 

Cuba ha ripetuto nel Consiglio dei diritti umani dell’ONU a Ginevra il suo rifiuto a qualunque tentativo di distruggere l’indipendenza, la sovranità e l’integrità del territorio siriano.

 

Condanniamo le pretese di imporre al popolo siriano un cambiamento di regime e mettiamo in allerta sull’attuazione diretta a fabbricare pretesti che giustifichino l’aggressione, ha detto l’ambasciatore cubano davanti alle Nazioni Unite a Ginevra, Rodolfo Reyes.

 

Intervenendo nel dibattito generale con la Commissaria per i diritti umani, Navanethem Pillay, Reyes ha riaffermato che corrisponde al popolo siriano, insieme alle sue autorità, la determinazione delle vie e dei mezzi per soddisfare ed eseguire la volontà popolare.

 

Reyes  ha riconosciuto l'impegno della signora Pillay rispetto a varie temi di priorità e sottolineato i programmi diretti alla lotta contro il razzismo e la xenofobia, soprattutto contro gli afro-discendenti, i musulmani ed i lavoratori migranti.

 

Questi fenomeni – ha detto – hanno manifestazioni politiche ed istituzionali in Europa Occidentale e negli Stati Uniti, di gravi conseguenze attuali ed un peggiore impatto nel futuro prossimo.

 

Il diplomatico ha considerato imprescindibile la condanna a gravi violazioni dei diritti umani commesse da alcuni paesi del nord, come la decisione di mantenere il centro di detenzioni arbitrarie e di torture nella base navale degli Stati Uniti a Guantanamo ed i crimini della NATO contro civili innocenti nel corso delle sue aggressioni a paesi in via di sviluppo.

 

Reyes si é riferito, inoltre, alla crescente repressione contro manifestanti pacifici che perdono diritti e garanzie basilari di vita in beneficio dell’incremento delle fortune dei gruppi finanziari multinazionali.

 

Ha anche fatto allusione all’uso di moderne tecnologie - come gli aeroplani chiamati droni - ed operazioni di intelligenza per realizzare esecuzioni extragiudiziali.