Nella Base Navale di Guantanamo uccidono

con il dryboarding (asfissia indotta)

 

 

25 dicembre 2012 - Ernesto Carmona, giornalista e scrittore cileno www.cubadebate.cu

 

 

 

Nel giugno 2006, furono trovati morti tre prigionieri di Guantanamo, impiccati nelle loro celle con quelle che sembravano corde improvvisate.

 

Anche se il Dipartimento della Difesa le dichiarò "morti per suicidio" di recente il Naval Criminal Investigative Service (NCIS) ha trovato prove contrarie al suicidio, compreso il fatto che le mani dei prigionieri erano legate dietro la schiena. Le prove del NCIS indicano che i detenuti sono morti durante interrogatori mortali che hanno incluso la tecnica di "asfissia controllata"  chiamata dryboarding in inglese,  letteralmente "imbarco a secco" variante del "sottomarino" utilizzato in paesi come il Cile sotto la dittatura militare, che consisteva nel soffocare il prigioniero con un sacchetto di plastica in testa o prolungate immersioni con la bocca e il naso sotto l'acqua.
 

La notizia censurata, convalidata il 21 novembre 2011 dalla pagina web della Fondazione MediaFreedomInternational.org  indica che la prigione della Base di Guantanamo ha suscitato polemiche fin da che, nel 2002, fu destinata come centro di detenzione e interrogatorio di "prigionieri di guerra" qualificati così dall'amministrazione Bush. Guantanamo è territorio di Cuba illegalmente occupato dagli Stati Uniti dal 1903.
 

L'investigazione 2006 del NCIS é stato aggiornata, con recente pubblicità, per una notizia giornalistica riportata il 3 novembre 2011 dal giornalista investigativo Almerindo Ojeda, de Truthout, il cui ampio lavoro sulla relazione NCIS poneva troppe domande alla versione ufficiale originariamente presentata alla stampa da parte delle autorità degli Stati Uniti dell'era Bush. Molte delle relazioni NCIS danno luogo alle seguenti domande:


● Perché i prigionieri erano stati trovati appesi con le mani legate dietro la schiena?


● Perché i prigionieri sono stati imbavagliati con del nastro adesivo?


● Perché tre prigionieri avevano maschere?


● Perché é apparsa una camicia insanguinata intorno al collo di uno dei prigionieri "suicidi" ?


● Perché é scomparsa una pagina intera del registro di inizio della giornata in cui  sono stati "scoperti" i morti?


● Perché gli organi della gola di uno dei prigionieri sono stati completamente rimossi?
 

Le analisi di Ojeda portano anche notizia di diverse testimonianze di guardie che lavorano a Guantanamo, che hanno riferito di aver visto il trasferimento di tre detenuti ai centri segreti di detenzione all'interno del centro navale. Questi prigionieri,  in seguito, sono stati portati, già deceduti, alla clinica medica con la gola ripiena di stracci informi e lividi visibili sul corpo.
 

Il cittadino statunitense Ali Al-Marri è stato sottoposto a dryboarding quando è stato dichiarato "combattente nemico" da George W. Bush nel 2003, fuggendo dalla morte per mano degli interrogatori del governo. Collegando gli interrogatori descritti da Ali Al-Marri, con i dryboarding dei tre prigionieri riportati dalla relazione NCIS, Ojeda ha concluso che la morte per "asfissia controllata" fosse la spiegazione più plausibile trovata finora e, sicuramente, molto meglio che la versione ufficiale del suicidio per impiccagione.
 

E' necessaria un'ulteriore indagine sulle morti di Guantanamo, conclude la relazione di Ojeda: "Alla luce delle domande senza risposta, una cosa è chiara: c'è bisogno di un'indagine esaustiva, indipendente e trasparente su ciò che è successo il 10 giugno 2006 - le morti a Guantanamo - e più in generale, un'indagine esaustiva, indipendente e trasparente su tutte le pratiche e politiche di detenzione dettate negli Stati Uniti dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001".
 

Nel marzo 2012, Christof Heyns, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, ha riconosciuto che stava indagando su prove di autopsie che sollevano dubbi sulle spiegazioni ufficiali circa la morte di Abdul Rahman Al Amri e Mohammad Saleh Al Hanashi  entrambi morti per suicidio, secondo il Dipartimento della Difesa (DoD) rispettivamente nel 2007 e nel 2009 .
 

Secondo il Dipartimento della Difesa (DoD), i due prigionieri sono morti per suicidio rispettivamente nel 2007 e 2009. Ma i nuovi dettagli che circondano la loro morte, riportati da Truthout, sfidano la storia del governo in merito a quello che è successo. Le nuove informazioni sono state elaborate a partire dall'esame dei referti autoptici dei prigionieri e altri trovati in relazione alle loro condizioni di detenzione a Guantanamo, comprese le dichiarazioni dei detenuti e dei loro avvocati.
 

I referti dell'autopsia hanno rilevato che il cittadino saudita Abdul Al Amri, trovato impiccato - secondo DoD - ma con le mani legate dietro la schiena, aveva nel suo cadavere presenza della controversa droga meflochina  (Lariam), che può causare effetti neurotossici e psichiatrici secondari gravi, come psicosi.
 

Nel caso di Mohammad Al Hanashi, gli esaminatori dell'autopsia  dichiararono che non hanno mai visto il dispositivo reale (o legatura) con cui avevano affermato si fosse strangolato a morte. Secondo quanto riferito, la legatura è stata eseguita con una fascia elastica di un paio di slip bianchi, ma le notizie stampa indicano che a quel tempo a Guantanamo questa non era il tipo di biancheria intima indossata dai prigionieri. Inoltre ci sono dubbi che Al Hanashi fosse stato sotto vigilanza per suicido per "cinque tentativi anteriori prima della sua morte" perché sul cadavere non è stato trovato il requisito regolamentare di "giacca da suicidio", di solito usato per prigionieri attivamente suicidi.

Note e riferimenti:
 

● Almerindo Ojeda, “Death in Guantánamo: Suicide or Dry Boarding?” Truthout, November 3, 2011 , http://www.truth-out.org/death-guantanamo-suicide-or-dryboarding/1320182714.
● Jeffrey Kaye, “Citing Truthout Report, UN Special Rapporteur ‘Looking Into’ Guantanamo ‘Suicides,’” Truthout, March 27, 2012 , http://truth-out.org/news/item/8112-citing-truthout-report-un-special-rapporteur-looking-into-guantanamo-suicides.

http://www.mediafreedominternational.org/2011/11/21/guantanamo-suicides-ncis-evidence-points-to-dryboarding/

 

Student Researcher: Dane Steffy ( Sonoma State University)

Faculty Evaluator: Peter Phillips ( Sonoma State University)

Fuente original: Mapocho Press

 

Ernesto Carmona

En la BN Guantánamo matan con dryboarding (asfixia inducida)

 

En junio de 2006 encontraron muertos a tres presos de Guantánamo, colgados en sus celdas con lo que parecían sogas improvisadas. Aunque el Departamento de Defensa declaró “muertes por suicidio”, recientemente el Servicio Naval de Investigación Criminal (NCIS, su sigla en inglés) encontró pruebas contrarias al suicidio, incluyendo el hecho de que las manos de los presos estaban atadas a sus espaldas. Las pruebas del NCIS sugieren que los presos murieron en interrogatorios mortales que incluyeron la técnica de “asfixia controlada” llamada dryboarding en inglés, literalmente “embarque en seco”, variantes del “submarino” utilizado en países como Chile bajo la dictadura militar, que consistía en asfixiar al prisionero con una bolsa plástica sobre su cabeza o inmersiones prolongadas con boca y narices bajo el agua.

La noticia censurada, validada el 21 de noviembre 2011 por la página web de la Fundación MediaFreedomInternational.org, indica que la prisión de la Base de Guantánamo despertó controversias desde que en 2002 fue establecida como centro de detención e interrogatorio de “prisioneros de guerra” calificados así por la Administración Bush. Guantánamo es un territorio de Cuba ocupado ilegalmente por EEUU desde 1903.

La investigación 2006 del NCIS se actualizó con publicidad reciente merced a una historia periodística reportada el 3 de noviembre de 2011 por el periodista de investigación Almerindo Ojeda, de Truthout, cuyo extenso trabajo sobre los informes NCIS plantean demasiados cuestionamientos a la historia oficial originalmente presentada a la prensa por las autoridades estadounidenses de la época Bush. Muchos de los informes NCIS dan lugar a las siguientes preguntas:

● ¿Por qué los prisioneros se encontraron colgados con las manos atadas por la espalda?

● ¿Por qué los prisioneros se amordazaron con tela adhesiva?

● ¿Por qué 3 presos tenían máscaras?

● ¿Por qué apareció una camiseta ensangrentada alrededor del cuello de uno de los prisioneros “suicidas”?

● ¿Por qué desapareció una página completa del libro de registro del comienzo del día en que fueron “descubiertos” los muertos?

● ¿Por qué los órganos de la garganta de uno de los presos fueron extirpados por completo?

Los análisis de Ojeda también traen noticia de varios testimonios de guardias que trabajaban en Guantánamo, quienes dijeron haber visto el traslado de tres presos a centros secretos de detención al interior del centro naval. Estos prisioneros más tarde fueron llevados, ya fallecidos, a la clínica médica con la garganta rellena con trapos informes y moretones visibles en el cuerpo.

El ciudadano estadounidense Ali Al-Marri fue sometido al dryboarding cuando fue declarado “combatiente enemigo” por George W. Bush en 2003, escapando de su propia muerte a manos de los interrogadores del gobierno. Conectando los interrogatorios descritos por Ali Al-Marri con los dryboarding de tres prisioneros reportados por los informes NCIS, Ojeda llegó a la conclusión de que la muerte por “asfixia controlada” era la explicación más plausible hallada hasta el momento y, sin duda, mucho mejor que la historia oficial de suicidio por ahorcamiento.

Es necesaria una mayor investigación de las muertes en Guantánamo, concluyó el informe de Ojeda: “A la luz de las preguntas sin respuesta, una cosa está clara: hay necesidad de una investigación exhaustiva, independiente y transparente sobre lo ocurrido el 10 de junio de 2006 –las muertes en Guantánamo– y más ampliamente, una investigación exhaustiva, independiente y transparente sobre todas las prácticas y políticas de detención dictadas en EEUU desde los ataques terroristas del 11 de septiembre de 2001″.

En marzo de 2012, Christof Heyns, Relator Especial de Naciones Unidas sobre ejecuciones extrajudiciales, sumarias o arbitrarias, reconoció que estaba investigando evidencias de las autopsias que plantean dudas sobre las explicaciones oficiales respecto a las muertes de Abdul Rahman Al Amri y Mohammad Saleh Al Hanashi, fallecidos ambos por suicidio, según el Departamento de Defensa (DoD), en 2007 y 2009, respectivamente.

Según el Departamento de Defensa (DoD), los dos prisioneros murieron por suicidio en 2007 y 2009, respectivamente. Pero los nuevos detalles que rodean su muerte, informados por Truthout, impugnan el relato del gobierno sobre lo que pasó. La nueva información se elaboró a partir del examen de los informes de autopsias de los presos y otros hallazgos en relación a sus condiciones de reclusión en Guantánamo, incluidas las declaraciones de detenidos y sus abogados.

Los informes de autopsia comprobaron que el ciudadano saudí Abdul Al Amri, encontrado ahorcado –según el DoD– pero con las manos atadas a la espalda, tenía en su cuerpo muerto presencia de la controversial droga mefloquina (Lariam), que puede causar efectos neurotóxicos y psiquiátricos secundarios graves, como psicosis.

En el caso de Mohammad Al Hanashi, los examinadores de la autopsia declararon que nunca vieron el dispositivo real (o ligadura) por la que afirmaron se habría estrangulado hasta morir. Según se informa, la ligadura se realizó con una banda elástica de un par de calzoncillos blancos, pero informes de prensa indicaron que en ese tiempo en Guantánamo éste no era el tipo de ropa interior usada por los presos. También hay dudas de que Al Hanashi haya estado bajo vigilancia de suicidio por “cinco intentos anteriores a su muerte” porque al cadáver no se le encontró el requisito reglamentario de la “bata suicidio”, normalmente utilizada con prisioneros activamente suicidas.

*) Ernesto Carmona, periodista y escritor chileno.

 

Notas y Referencias:

 

● Almerindo Ojeda, “Death in Guantánamo: Suicide or Dry Boarding?” Truthout, November 3, 2011 , http://www.truth-out.org/death-guantanamo-suicide-or-dryboarding/1320182714.

● Jeffrey Kaye, “Citing Truthout Report, UN Special Rapporteur ‘Looking Into’ Guantanamo ‘Suicides,’” Truthout, March 27, 2012 , http://truth-out.org/news/item/8112-citing-truthout-report-un-special-rapporteur-looking-into-guantanamo-suicides.

● http://www.mediafreedominternational.org/2011/11/21/guantanamo-suicides-ncis-evidence-points-to-dryboarding/

Student Researcher: Dane Steffy ( Sonoma State University)

Faculty Evaluator: Peter Phillips ( Sonoma State University)

Fuente original: Mapocho Press