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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

 

Parlando di prigionieri morti in sciopero della

 

fame che nessuno ha bollato come "dissidenti"

 

Tre detenuti muoiono in episodi relazionati con lo sciopero della fame in California

 

 

21 gennaio 2012 - www.cubadebate.cu Prisoner Hunger Strike Solidarity
 

 

 

Nel novembre 2011, si è conclusa con treprigionieri morti il ​​secondo turno di uno sciopero della fame di massa dei detenuti in California. Erano in sciopero dal 22 settembre e, alla fine, sono morti. Johnny Owens Vick e un altro prigioniero furono confinati all'Unità speciale di Sicurezza di Pelican Bay. Alanza Hozel Blanchard era detenuto nell'Unità di Segregazione Amministrativa di Calipatria (ASU).

Secondo quanto riferito dai prigionieri che erano alloggiati in celle vicine e che furono testimoni della morte di questi uomini, le guardie non diedero assistenza ai detenuti di Pelican Bay né a Blanchard; nel caso del prigioniero di Pelican Bay non ancora identificato, a quanto pare, le guardie deliberatamente ignorarono le sue grida di aiuto per alcune ore fino a quando, finalmente, andarono alla sua cella, e in quel momento era già morto.

"E' assolutamente deprecabile che funzionari della prigione coscientemente possano permettere a qualcuno di attentare contro la propria vita e lasciarlo morire" ha dichiarato Dorsey Nunn, Direttore Esecutivo dei Servizi legali per Bambini in carcere. "Questi ragazzi chiedevano aiuto, i loro compagni di prigionia hanno chiesto aiuto, e le guardie, letteralmente, si limitarono ad osservare quanto stava accadendo".

I parenti dei defunti e i loro avvocati difensori, hanno difficoltà ad ottenere informazioni sui tre uomini e le circostanze della loro morte. Il Dipartimento di Correzione e Riabilitazione (CDCR) è obbligato ad effettuare l'autopsia nei casi di morti sospette ed é obbligato a fare una relazione annuale su tutti i morti del sistema.


I familiari hanno detto che i loro cari, così come molti altri detenuti che hanno partecipato allo sciopero della fame, hanno ricevuto gravi rappresaglie con azioni disciplinari e minacce. La famiglia Blanchard ha detto che egli sentiva che la sua vita era minacciata e, al momento della sua morte, aveva due appelli di emergenza pendenti dinanzi alla Corte Suprema della California.

"E 'una testimonianza delle terribili condizioni nelle quali i detenuti vivono, tanto che tre persone si sono suicidate nell'ultimo mese", ha detto Laura Magnani, Direttore Regionale dell' American Friends Service Committee. Ha anche sottolineato l'alto numero di vittime causato dallo sciopero della fame tra i prigionieri, nonostante alcune vittorie. "I detenuti di queste prigioni in California hanno un tasso molto più elevato di suicidi rispetto alla popolazione generale" ha detto.

Lo sciopero della fame nel mese di settembre, a cui hanno partecipato almeno 12000 prigionieri in almeno 13 prigioni di stato, è stato organizzato intorno a cinque richieste fondamentali relative a porre termine alla pratica del castigo di gruppo, i lunghi periodi di isolamento e agli abusi per la convalida dei prigionieri e la richiesta di informazioni.

"Se l'opinione pubblica e i legislatori non continuare a far pressione sul CDCR, il Dipartimento potrebbe facilmente spazzare tutto questo sotto il tappeto", ha detto Emily Harris, del Coordinamento Statale della California del United for a Responsible Budget. "Queste morti sono la prova che l'idea della responsabilità è completamente stata persa tra i funzionari della prigione della California.
 


Nota a margine

 


Il 3 gennaio di quest'anno, poco più di due settimane fa, é morta - anch'essa dopo uno sciopero della fame - una donna di 52 anni, Lyvita Gomes, che era detenuta in una prigione della periferia di Chicago. Gomes, di origine indù, che viveva in un hotel a Vernon Hills, è stata arrestata il 14 dicembre dopo non essersi presentata ad una comparizione davanti alla corte. Una nota de  The Huffington Post narra il fatto, ma né la Casa Bianca né il Dipartimento di Stato si sono preoccupati per quello che è successo a questa donna, tanto meno, quello che è avvenuto ai tre scioperanti della fame della California.