Obama e il sottomarino

 

 

7 settembre 2012 -  Juan Gelman Tratto da Pagina 12

 

 

 

E' una tortura conosciuta e utilizzata da molto dalla polizia delle dittature, regimi autoritari e anche democrazie come gli Stati Uniti, che l'ha ampiamente utilizzata nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Si introduce la testa del prigioniero in un recipiente pieno di acqua fino a quando non è in procinto di annegare, si toglie la testa perché respiri per un attimo e la si ritorna ad immergere. Indefinitamente, fino a che dice ciò che il torturatore vuole che dica, vero o falso. Il metodo è stato approvato da W. Bush, come dimostrano documenti declassificati del Dipartimento di Giustizia (www.aclu.org, 24/8/9).

Si era diffuso, durante la campagna elettorale del 2008, che Barack Obama fosse disposto a creare una commissione per indagare su tutte le violazioni del governo W. Bush alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura e altri Trattamenti o Pene Crudeli, Inumani o Degradanti, entrato in vigore nel 1987 e di cui gli Stati Uniti sono uno Stato parte (www.salon.com, 13/11/08). Non è stato così. Amnesty International, l'American Civil Liberties Union (ACLU, il suo acronimo in inglese) e anche le stesse Nazioni Unite sono state ingannate.

Il nuovo presidente, meno di quattro mesi dopo essersi stabilito alla Casa Bianca, si recò al quartier generale della CIA per manifestare il suo sostegno al servizio di spionaggio e ai suoi membri, malgrado le molte denunce di abusi fisici e mentali a sospetti di terrorismo, che gli stessi consulenti di Obama hanno qualificato come "tortura". Di fronte ad un migliaio di agenti, il presidente li ha qualificati come "errori", ha sottolineato la necessità di rispettare i valori e gli ideali "che fanno degli Stati Uniti qualcosa di speciale, e voi stessi speciali ... anche quando è difficile, non solo quando è facile" (www.washingtonpost, 21/04/09). Questa dichiarazione è stata ricevuta "con ovazioni assordanti", ha riferito il Washington Post.

I documenti declassificati hanno rivelato, per esempio, che la CIA ha applicato il "waterboarding" 183 volte ad un solo prigioniero. Obama non ha utilizzato uno solo dei dieci minuti cui è durato il suo discorso alla CIA per menzionare possibili investigazioni o indagini penali e ha assicurato i presenti che il nuovo governo "proteggerà la loro identità e la loro sicurezza, mentre continuano a svolgere le loro funzioni con vigore".

Giorni prima, quando si rilasciarono i memo della CIA e del governo Bush con l'autorizzazione a torturare, Obama ha detto che non si giudicherà nessuno per questi "errori" e di più: se qualcuno fosse stato portato davanti alla giustizia, lo avrebbero difeso avvocati i cui onorari sarebbero stati saldati con denaro pubblico. "E' tempo di riflessione, non di castigo" ha ratificato (www.de mocrats.co, 16/04/09).

Questo ha coniato una sorta di dogma giuridico non scritto fino a che non ha acquisito uno status ufficiale. Lo scorso maggio, una giuria composta da tre membri della Corte d'Appello del Secondo Circuito di New York ha approvato la seguente presentazione del governo: i cablo della CIA che descrivono l'uso del "waterboarding" non sono declassificabili nonostante la legge sulla libertà di informazione (FOIA, il suo acronimo in inglese), che motiva la domanda dell'ACLU e di altre organizzazioni per i diritti umani che hanno richiesto che fossero resi pubblici altri documenti attinenti il maltrattamento dei prigionieri durante la guerra in Iraq. La sentenza accoglie la  debole motivazione della Casa Bianca: rivelare quella documentazione attenterebbe la sicurezza nazionale (www.nytimes.com, 5/24/12).

Il procuratore generale Eric H. Holder Jr. ha complicato in modo ulteriore l'argomento: la scorsa settimana ha annunciato che nessuno sarebbe stato processato per la morte di un prigioniero in Afghanistan, nel 2002, e di un  altro in Iraq, nel 2003, "eliminando l'ultima possibilità che si accetti qualsiasi accusa penale relativa ai brutali interrogatori della CIA"(www.nytimes.com, 8/30/12). La chiusura di entrambi i casi, aggiunge il New York Times, "significa che é arrivato a conclusione  il limitato sforzo del governo Obama destinato a investigare i programmi antiterroristi che sono stati portatati a termine sotto la presidenza di George W. Bush".

La giustificazione di Holder è altrettanto limitata: "Il Dipartimento (di Giustizia) ha interrotto i processi in quanto le prove ammissibili non sarebbero sufficienti ad ottenere e sostenere una condanna al di là di ogni ragionevole dubbio" (www.justice.gov, 30/8/12). Che difficoltà ci sarebbero allora per far conoscere i documenti richiesti dall'ACLU?

L'allora procuratore generale Michael Mukasey ha incaricato, nel gennaio 2008, il procuratore federale John Durham, un repubblicano dichiarato, di scoprire la ragione della distruzione di 92 video con evidenti  prove delle sessioni di tortura di José A. Rodriguez, un alto funzionario della CIA. Il mandato di Durham è stato prorogato sotto Obama per includere altri casi. Nonostante le prove delle torture che provocarono la morte dei prigionieri, "Durham ha deciso di non intraprendere alcuna azione con un solo argomento, la discrezionalità processuale" (//harpers.org, 08/31/12). Come ha detto Obama all'inizio del suo mandato: "La mia amministrazione agirà sempre in modo conforme alla legge".

 

 

Obama y el submarino

 

Juan Gelman

 

Es una tortura conocida y empleada hace mucho por la policía de las dictaduras, los regímenes autoritarios y aun democracias como EE.UU., que la utilizó vastamente en las guerras de Irak y Afganistán. Se introduce la cabeza del prisionero en un recipiente lleno de agua hasta que está a punto de ahogarse, se le saca la cabeza para que respire un momento y se la vuelve a sumergir. Indefinidamente, hasta que diga lo que el torturador quiere que diga, cierto o falso. El método fue aprobado por W. Bush, como demuestran documentos desclasificados del Departamento de Justicia (www.aclu.org, 24/8/9).

Había trascendido durante la campaña electoral del 2008 que Barack Obama estaba dispuesto a crear una comisión que investigara todas las violaciones del gobierno W. Bush a la Convención de la ONU contra la Tortura y Otros Tratos o Penas Crueles, Inhumanos o Degradantes que entró en vigor en 1987 y de la que EE.UU. es Estado Parte (www.salon.com, 13/11/08). No fue así. Amnistía Internacional, la Unión Estadounidense pro Libertades Civiles (ACLU, por sus siglas en inglés) y hasta la propia ONU fueron defraudadas.

El nuevo presidente, a menos de cuatro meses de instalado en la Casa Blanca, viajó a la sede de la CIA para manifestar su apoyo al servicio de espionaje y a sus miembros, pese a las abundantes denuncias de abusos físicos y mentales a los sospechosos de terrorismo, que los propios asesores de Obama calificaron de “torturas”. Ante unos mil agentes, el mandatario las calificó de “errores”, destacó que era preciso respetar los valores e ideales “que hacen de EE.UU. algo especial, y a ustedes mismos especiales… incluso cuando es duro y no sólo cuando es fácil” (www.washingtonpost, 21/4/09). Esta declaración fue recibida “con ovaciones ensordecedoras”, informó el Washington Post.

Los documentos desclasificados revelaron, por ejemplo, que la CIA aplicó el “submarino” 183 veces a un solo prisionero. Obama no utilizó ni uno de los diez minutos que duró su discurso en la CIA para mencionar posibles investigaciones o indagaciones penales y aseguró a los presentes que el nuevo gobierno “protegerá sus identidades y su seguridad mientras continúan desempeñando sus funciones con vigor”.

Días antes, cuando se dieron a conocer los memos de la CIA y del gobierno de Bush con la autorización para torturar, Obama señaló que no se juzgaría a nadie por los tales “errores” y más: si alguno era llevado a la Justicia, lo defenderían abogados cuyos honorarios se oblarían con dinero público. “Es un tiempo de reflexión, no de castigo”, refrendó (www.de mocrats.co, 16/4/09).

Esto acuñó una suerte de dogma jurídico no escrito hasta que adquirió status oficial. En mayo último, un jurado de tres miembros de la Corte de Apelaciones del segundo circuito de Nueva York aprobó la siguiente presentación del gobierno: los cables de la CIA que describen el uso del “submarino” no son desclasificables pese a la Ley de libertad de información (FOIA, por sus siglas en inglés), lo cual clausura la demanda de ACLU y de otros organismos de derechos humanos que solicitaron que se hicieran públicos más documentos atinentes al maltrato de prisioneros durante la guerra de Irak. El fallo acepta el pálido argumento de la Casa Blanca: revelar esa documentación atentaría contra la seguridad nacional (www.nytimes.com, 24/5/12).

El procurador general Eric H. Holder Jr. atornilló aún más el argumento: la semana pasada anunció que nadie sería juzgado por la muerte de un prisionero en Afganistán en el año 2002 y la de otro en Irak en el 2003 “eliminando la última posibilidad de que se acepte cualquier acusación penal relacionada con los brutales interrogatorios de la CIA” (www.nytimes.com, 30/8/12). El cierre de ambos casos, agrega el New York Times, “significa que llegó a su fin el limitado esfuerzo del gobierno Obama destinado a investigar los programas antiterroristas que se llevaron a cabo bajo el presidente George W. Bush”.

 La justificación de Holder es igualmente limitada: “El Departamento (de Justicia) ha cesado los procesos porque las pruebas admisibles no serían suficientes para obtener y sostener una condena más allá de toda duda razonable” (www.justice.gov, 30/8/12). ¿Qué dificultad habría entonces para dar a conocer los documentos solicitados por la ACLU?

El entonces procurador general Michael Mukasey encargó en enero del 2008 al fiscal federal John Durham, un republicano declarado, que averiguara el porqué de la destrucción de 92 videos con pruebas evidentes de las sesiones de tortura de José A. Rodríguez, un alto funcionario de la CIA. El mandato de Durham fue prorrogado bajo Obama para incluir otros casos. Pese a las pruebas concluyentes de torturas que provocaron la muerte de prisioneros, “Durham decidió no emprender acción alguna con un único argumento, la discreción procesal” (//harpers.org, 31/8/12). Como dijo Obama al comenzar su mandato: “Mi gobierno siempre actuará conforme a la ley”. (Tomado de Página 12)