Cuba: la vincitrice silenziosa del

Vertice delle Americhe

 

 

16.04.2012 - da www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Non si sono raggiunti accordi trascendenti, regnarono le divisioni tra latinoamericani e statunitensi e perfino alcuni presidenti se ne sono andati sbattendo la porta, ma rimase una silenziosa vincitrice del Vertice delle Americhe: Cuba.

 

Per la prima volta nella storia, presidenti di sinistra e conservatori della regione limarono le loro asprezze e si impuntarono di fronte agli Stati Uniti esigendo che il Governo dell’isola sia sommato alle riunioni continentali.

 

Benché l’appello fosse stato vietato dagli Stati Uniti con appoggio del suo vicino Canada, rinnovò le pressioni su Washington e sulla patrocinatrice del Vertice a Cartagena, l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA).

 

“Passiamo dal chiamato consenso di Washington, il progetto neoliberale che ci vollero imporre, ad un nascente consenso senza Washington per l’unione dell’America Latina”, ha detto domenica Nicolas Maduro, cancelliere del Venezuela, paese che è il principale alleato di Cuba nell’emisfero.

 

La sorprendente unità dell’America Latina -una regione divisa per decadi tra ideologie di sinistra e di destra – mostra la calante influenza di Washington.

 

Gli Stati Uniti si sono opposti ad incorporare Cuba nel Vertice delle Americhe perché assicurano che L’Avana non dimostra avanzamenti democratici e politici sufficienti per ritornare all’OSA, da dove è stata espulsa nel 1962 poco dopo che esplodesse la rivoluzione di Fidel Castro.

 

E mantiene un bloqueo commerciale sull’isola di cinque decadi che certuni definiscono come arcaico.

 

“Sicuramente Cuba tornerà ad essere protagonista in un altro tipo di convocazioni che apriranno, mentre gli Stati Uniti passeranno a soffrire l’isolamento e la segnalazione che ha vissuto Cuba”, ha detto l’analista in temi internazionali Vicente Torrijos, dell’Università El Rosario di Bogotà.

 

Per una parte dell’America latina, l’OSA è un sistema di diplomazia dominato da Washington che non è riuscito a mantenersi al ritmo dei cambiamenti nella regione.

“Mi stupì oggi ascoltare il discorso di Josè Miguel Insulza a Cartagena. Pensavo che chi parlava a nome dell’OSA, si occuperebbe almeno di reclamare il rispetto alla sovranità dei paesi di questo emisfero che furono colonizzati durante secoli”, disse l’ex presidente cubano Fidel Castro, in un commento pubblicato in Cubadebate domenica sera.

 

“Il Vertice di Cartagena ha visto scene che non saranno facili da dimenticare”, sostenne.

 

 

ADDIO AL CORTILE POSTERIORE

 

 

Le critiche contro l’OSA arrivarono al punto che 33 paesi del continente, con l’intenzionale assenza degli Stati Uniti e del Canada, crearono a Caracas alla fine dell’anno scorso la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC).

 

Benché l’idea del presidente venezuelano Hugo Chavez di rimpiazzare l’OSA col nuovo organismo sia abbastanza ambiziosa, almeno la CELAC sottrarrà influenza all’organizzazione con sede in Washington.

 

“Sembra che ancora gli Stati Uniti vogliano isolarci dal mondo, pensano che possono continuare a manipolare l’America Latina, ma questo deve finire”, disse il presidente boliviano, Evo Morales, in un’intervista con la catena di televisione Telesur.

 

“Io sento che è una ribellione di paesi dell’America Latina di fronte agli Stati Uniti”, aggregò.

 

Fino a due decadi fa, Washington dirigeva il continente e la maggioranza delle economie latinoamericane erano allineate alle politiche del suo maggiore socio commerciale.

 

Ma l’indifferenza degli Stati Uniti negli ultimi anni, unita ad una maggiore solidità delle economie della regione ed il crescente peso commerciale della Cina -già il principale socio commerciale del Brasile e di altri vicini – installarono il sentimento che Washington non è oramai indispensabile.

 

“C’è un mondo aperto alla regione che è molto interessante, con molte possibilità ed oggi il nostro destino non è pertanto legato in nessuna forma ad una decisione nordamericana” ha detto in una recente intervista con Reuters Diego Guelar, ex ambasciatore argentino a Washington. “Noi fummo il cortile posteriore, oggi la realtà non è più la stessa”.

 

Bolivia, Cuba, Ecuador, Nicaragua e Venezuela hanno deciso di non partecipare ai prossimi Vertici delle Americhe nelle quali Cuba non sia invitata.

 

“Alla fine dei conti non è nessun favore che starebbero facendo a Cuba, sarebbe solo un diritto rubato che sarebbe riconosciuto a Cuba” ha sostenuto il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, che è stato assente da Cartagena, in appoggio all’isola.

 

VI Vertice delle Americhe - Ribellione

dell’America Latina ed i Caraibi

 

 

16.04.2012 - da www.granma.cu

 

 

Il Vertice delle Americhe, tenutosi nella città colombiana di Cartagena de Indias, passerà alla storia per la posizione comune di tutta l’America Latina ed i Caraibi nei temi relativi a Cuba e le Isole Malvine.

 

L’appuntamento, che si è concluso senza una dichiarazione finale per l’opposizione di Washington e del Canada affinché questi argomenti non fossero compresi nei dibattiti, ha costituito 'una ribellione dell’America Latina ed i Caraibi contro gli Stati Uniti per la loro opposizione di fronte all’appello generale di integrare Cuba in questi forum dell’emisfero ed al reclamo della sovranità dell’Argentina sulle Isole Malvine', ha dichiarato il presidente boliviano, Evo Morales.

 

Tutti i paesi dell’America Latina e dei Caraibi vogliono che Cuba sia presente, però esiste un’imposizione, una dittatura che non lo accetta, ha espresso il mandatario, il quale ha assicurato che gli Stati Uniti sono sempre più isolati.

 

Riguardo la riunione presidenziale a porte chiuse ed alla quale non ha avuto accesso la stampa, ha dichiarato che 'se siamo trasparenti non abbiamo nulla da occultare', riporta PL.

 

Secondo la sua opinione esiste il timore che i popoli del mondo vedano chi sono i veri nemici dell’inclusione.

 

Allo stesso modo, ha qualificato come corretta l’assenza del suo omologo ecuadoriano, Rafael Correa, in protesta al veto degli Stati Uniti verso Cuba.

 

Evo ha indicato che molti paesi, oltre a quelli che compongono il blocco dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA), chiedono che questo sia l’ultimo Vertice senza l’Isola caraibica.

 

Questo blocco di nazioni ha manifestato che non parteciperà più ad un Vertice delle Americhe senza la presenza di Cuba esigendo la fine immediata del blocco economico, finanziario e commerciale degli Stati Uniti contro questa nazione.

 

In questo senso, il capo di governo anfitrione, Juan Manuel Santos, ha qualificato tale politica come anacronistica ed ha espresso che un altro Vertice emisferico di questo tipo con Haiti in ginocchio e senza la presenza di Cuba sarebbe inaccettabile.

 

Peri il capo di Stato, niente giustifica questa strategia, ormai anacronistica e legata ad una guerra fredda superata ormai da vari decenni.

 

Hanno inoltre reclamato la partecipazione di Cuba i capi di stato di El Salvador, Mauricio Funes, e del Paraguay, Fernando Lugo, cha ha inoltre condannato il blocco economico degli Stati Uniti.

 

'Consideriamo che tale pratica viola i principi del Diritto Internazionale che, in tutti i nostri organismi multilaterali e regionali, difendiamo e cerchiamo di garantire', ha espresso.

 

Peri il mandatario di El Salvador, nel contesto del lemma centrale di questo Vertice 'Le Americhe interconnesse come soci per la prosperità', l’assenza di Cuba costituisce un debito storico che bisogna risanare.

 

'I 32 paesi del continente condanniamo il blocco criminale degli USA contro Cuba (…) Non si tratta di un tema del passato', ha assicurato il cancelliere della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, nel suo discorso che ha ottenuto la copertura di VTV in maniera straordinaria, vista la censura mediatica intorno all’evento.

 

La Repubblica Bolivariana ed un numero importante dei paesi qui riuniti esigiamo la fine del blocco criminale contro Cuba e riguardo al tema delle Isole Malvine chiediamo che si ponga fine alla colonizzazione di questo territorio che è argentino, ha affermato.

 

'Come possiamo essere alleati degli Stati Uniti quando questi ci criminalizzano permanentemente?', ha affermato Maduro, che ha inoltre espresso che questa domanda bisognerebbe porla negli USA, dove non hanno ancora compreso che il Venezuela è avanzato democraticamente nella regione.

 

Il presidente dell’Uruguay, José Mujica, ha sottolineato che 'siamo di fronte a una sfida di civiltà. Per questo vogliamo che la bandiera della stella solitaria sia con noi, è parte di noi, del nostro dolore'.

 

'Non reclamiamo le Malvine per offendere la storia della Gran Bretagna o per offendere qualcuno', ha difeso il mandatario dell’Uruguay, 'le reclamiamo perché abbiamo senso si appartenenza'.

 

La presidentessa argentina, Cristina Fernández, ha pronunciato un discorso nel quale ha ringraziato per l’appoggio e la solidarietà di oltre 30 paesi alla causa delle Malvine, ed allo stesso tempo ha segnalato che doveva essere l’ultima riunione senza la presenza di Cuba.

 

Si è riferita anche all’unità dei Caraibi e Centroamerica ed ha evidenziato il ruolo della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC), tra i punti salienti del suo messaggio.

 

Dal Nicaragua, il presidente Daniel Ortega, il quale non ha assistito al Vertice in appoggio alla causa di Cuba, ha assicurato che le discussioni dei presidenti in Cartagena non sono state trasmesse per compiacere gli interessi degli Stati Uniti.

 

'Come si potevano dibattere temi che avrebbero messo in evidenza che Cuba non è isolata, ma isolato è l’impero, quindi hanno posto come condizione che non fossero trasmessi', ha dichiarato.

 

Dal Vertice di Mar de Plata, Argentina (2005), anche in quel caso senza una dichiarazione ufficiale, la fine di questi incontri è stata tesa per le differenze tra i paesi del nord, e le nazioni del sud, ha aggiunto PL.

 

In quell’occasione il rifiuto dell’Area di Libero Commercio delle Americhe generò reazioni opposte e marcò l’inizio di una nuova tappa politica ed economica nelle relazioni dei paesi della regione.

 

Oggi, l’integrazione delle nazioni latinoamericane isola Stati Uniti e Canada, che continuano ad essere da allora, le note discordanti.

 

Un altro dei temi fuori dall’agenda ufficiale che ha generato un amplio dibattito tra i partecipanti al conclave emisferico è stato il rotondo fallimento della guerra contro la droga lanciata dagli Stati Uniti ed incentrata sull’interdizione, che non ha diminuito la produzione ne il consumo e che ha prodotto centinaia di migliaia di morti in America Latina e nei Caraibi.

 

Questo paese, ha dichiarato Evo Morales, usa il tema del narcotraffico per giustificare l’ingerenza geopolitica nella regione e purtroppo accusa i governi latinoamericani come responsabili di questo flagello.

 

'Esigiamo responsabilità condivisa' in questa lotta che passa attraverso la riduzione del consumo negli Stati Uniti, ha aggiunto.

 

Da parte sua, il presidente Santos, ha informato che c’erano stati soltanto tre punti di consenso nel VI Vertice delle Americhe, nei quali i paesi si sono impegnati ad appoggiare la conferenza Rio+20, a lottare contro la delinquenza transnazionale ed appoggiare la competitività della regione.

 

 

Stati Uniti Isolati

 

 

Il VI Vertice delle Americhe è stato un duro colpo per gli Stati Uniti, che in questo appuntamento cercavano l’aumento del commercio nella regione per recuperare posti di lavoro, riferisce Reuters.

 

Nel suo discorso, Obama ha preferito centrare il suo intervento sui temi commerciali. Il presidente statunitense ha partecipato alla chiusura del Forum Economico organizzato parallelamente al vertice.

 

Nel vertice precedente, tenutosi tre anni prima a Trinidad e Tobago, un popolare Obama risvegliò l’entusiasmo dei leader latinoamericani con promesse ed anche con misure concrete, come ammorbidire alcune restrizioni relative a Cuba.

 

Però Cuba continua ad essere sottoposta allo stesso blocco economico che gli Stati Uniti gli imposero mezzo secolo fa.

 

Per peggiorare le cose, Obama ha dovuto affrontare uno scandalo di prostituzione che ha coinvolto membri della sua squadra di sicurezza, 11 dei quali sono stati rispediti a casa, riporta AFP.

 

 

POSICIÓN DE LA ALIANZA BOLIVARIANA PARA LOS

PUEBLOS DE NUESTRA AMÉRICA (ALBA) EN LA CUMBRE

DE CARTAGENA

 

 

15.04.2012 - da http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

Los países miembros de la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (Alba), en relación la Cumbre de Cartagena, teniendo en cuenta:

La solidaridad de las democracias de América Latina y el Caribe, que durante los debates de la reunión de Cancilleres de la llamada Cumbre de las Américas ha levantado las banderas de la defensa de la soberanía y la dignidad de nuestros pueblos, evidenciada en el rechazo a la injustificada e insostenible exclusión de Cuba de este foro, así como a la condena al bloqueo económico, comercial y financiero que por más de cincuenta años Estados Unidos ha impuesto contra el pueblo cubano;

La solidaridad del Presidente Rafael Correa y del Gobierno de la República del Ecuador, cuya ausencia en este encuentro, nos invitó a debatir lo esencial y en consecuencia a tomar las decisiones que la Patria Grande nos exige;

El apoyo abrumadoramente mayoritario contra el bloqueo estadounidense alcanzado y sostenido en la Organización de Naciones Unidas (ONU), en la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (Celac), en la Unión de Naciones Suramericanas (Unasur) y en otras instancias regionales y subregionales;

Los documentos y las acciones del Alba, cuando en la V Cumbre de las Américas protestó la exclusión injustificada y el bloqueo a Cuba, razones por las cuales insistimos en ver esto reflejado en la declaración política.

Que nuestros Libertadores, con su gesta independentista, avanzaron de forma decidida en la construcción del sueño de Bolívar: la Patria Grande que es América unida.

Decidimos

Reafirmar que la hermana República de Cuba, como parte integrante de nuestra América, tiene el derecho incondicional e incuestionable de estar presente y participar en un plano de igualdad soberana en este foro, y en consecuencia manifestamos nuestra decisión de no participar en las próximas “Cumbre de las Américas”, sin la presencia de Cuba.

Exigir al Gobierno de Estados Unidos el cese inmediato del inhumano bloqueo económico, comercial y financiero contra Cuba, y que dé inicio al proceso de diálogo con base en el respeto a la voluntad soberana y a la autodeterminación del pueblo cubano.

Invitar a los países de América Latina y el Caribe a continuar manteniendo la unidad solidaria a favor de la integración de Cuba a la Cumbre.

 

 

Washington si oppone al tentativo dell’ultima

ora per invitare Cuba al Vertice delle Americhe

 

 

14.04.2012 - da www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Gli Stati Uniti ed il Canada hanno fatto fallire un’iniziativa dell’ultima ora per invitare Cuba al VI Vertice delle Americhe nella città colombiana di Cartagena, secondo le testimonianze di alcuni partecipanti nella riunione dei cancellieri.

 

Il cancelliere dell’Argentina, Hector Timerman, ha rivelato che perfino alcuni paesi hanno chiesto che la ministro colombiana degli Esteri, Maria Angela Holguin, chiamasse il presidente di Cuba, Raul Castro, affinché arrivasse alla sessione del sabato, ma questa richiesta non ha avuto successo a causa della posizione di Washington ed Ottawa.

 

Da parte sua, il cancelliere venezuelano, Nicolas Maduro, ha condannato la posizione di entrambe le nazioni nordamericane e criticato la mancanza di democrazia all’interno di questi tipi di eventi, dal momento che di 34 paesi, 32 erano d’accordo rispetto al tema Cuba e Malvine.

 

“O gli Stati Uniti ed il governo conservatore del Canada ascoltano e rettificano in tempo o questi Vertici finiscono”, ha detto il capo della diplomazia venezuelana.

 

Maduro ha aggiunto che nella prima sessione dei cancellieri è stato anche notevole l’appoggio all’idea di un rinnovamento nella politica antidroga e di dibattere perfino la depenalizzazione e la regolazione della droga, come una proposta del presidente del Guatemala, Otto Perez Molina.

 

I cancellieri avranno oggi un secondo giorno di dibattiti che previene il Vertice di domani e domenica, nel quale parteciperanno i capi di Stato e di governo di 33 paesi.

 

 

Si deve esigere la fine del blocco

contro Cuba nel Vertice

 

 

11.04.2012 - da www.granma.cu

 

 

Il ministro degli Esteri del Venezuela, Nicolás Maduro, ha affermato che è necessario che l’America Latina e i Caraibi vadano al di là dei loro discorsi ed esigano che gli stati Uniti mettano fine al blocco economico contro Cuba.

 

“Dobbiamo andare al di là dei pronunciamenti formali, ed esigere che gli Stati Uniti inizino un processo d’eliminazione di questo blocco criminale contro Cuba”, ha dichiarato Maduro ai girnalisti a Quito, dov’è giunto per partecipare alla riunione del Consiglio Economico dei Paesi dell’ALBA, l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America.

 

“Il blocco contro Cuba è un’azione criminale contro il popolo cubano, un’azione di persecuzione che dura da 50 anni, un’azione più oltre che criminale è obsoleta. Si devono iniziare le azioni per la sua eliminazione!”, ha aggiunto Maduro, che ha denunciato questa situazione pochi giorni prima del Vertice delle Americhe di Cartagena, in Colombia.

 

Il ministro venezuelano ha anche detto che: “Vogliamo accompagnare il popolo dell’ Argentina nella lotta per la decolonizzazione delle Isole Malvine, perchè non possiamo accettare che un vecchio impero pretenda di mantenere il suo dominio coloniale in Sudamerica!”

 

“La regione deve continuare a sostenere con decisione l’Argentina per la via diplomatica e politica, per la decolonizzazione, e dichiarare il Sudamerica territorio libero da enclave coloniali”.

 

Il presidente Rafael Correa aveva proposto in marzo ai suoi pari di non partecipare al Vertice delle Americhe se Cuba non era invitata ed ha reclamato la fine della presenza britannica nelle Malvine.

 

Correa ha assicurato che non parteciperà a questa e a nessun altra riunione presidenziale se Cuba non sarà invitata, sino a quando le cose non cambieranno.

 

La ministra degli Esteri della Colombia, María Angela Holguín, ha appena informato che il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, parteciperà al Vertice, nel fine settimana, il 14 e 15 aprile.

 

Chávez si trova a Cuba dove si sottopone al terzo trattamento di radioterapia, dopo un intervento chirurgico.

 

 

Correa fa un appello per respingere le

esclusioni intollerabili come quella di Cuba

 

 

09.04.2012 - da www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha fatto un appello oggi a respingere situazioni “intollerabili” come l’esclusione di Cuba dal Vertice delle Americhe, fatto che lo ha portato a rifiutarsi di partecipare al conclave del prossimo fine settimana in Colombia.

 

“In qualche momento dovevamo incominciare a respingere con fermezza azioni assolutamente intollerabili ed incominciare a discutere le cose fondamentali che affronta, soffre e vive la Nostra America”, ha detto Correa offrendo la sua relazione settimanale al popolo per radio e televisione.

 

Il mandatario ha declinato questa settimana l’invito che gli formulò il presidente colombiano Juan Manuel Santos per assistere al VI Vertice delle Americhe, in modo che sarà l’unico capo di Stato dell’emisfero che non sarà presente in quell’incontro.

 

Correa ha basato la sua decisione sull’esclusione di Cuba da questa riunione che si porterà a capo nella città turistica colombiana di Cartagena, il prossimo fine settimana.

 

Ha chiarito, tuttavia, che “la nostra intenzione non è essere protagonisti di niente, né vogliamo richiamare l’attenzione di nessuno, o peggio, causare qualche problema alla Colombia nell’organizzazione del Vertice.”

 

Inoltre, il governante si é riferito alle critiche di settori dell’opposizione e dei mezzi locali alla sua assenza dell’appuntamento di Cartagena, nel senso che l’Ecuador si sta isolando con la sua decisione di declinare la sua partecipazione in quell’incontro.

 

Il capo di Stato ecuadoriano ha fatto notare che il suo rifiuto all’assenza di Cuba nel VI Vertice non è un fatto isolato, perché il defunto ex presidente Eloy Alfaro (1895-1902) si solidarizzò in maniera attiva con la causa indipendentista di Cuba.

 

“In qualche momento dobbiamo fermarci, decisi, per denunciare cose intollerabili come l’esclusione di Cuba da un supposto Vertice delle Americhe, come discutere di qualunque cosa, meno che delle colonie inglesi che abbiamo sotto i nostri nasi, nelle Isole Malvine”, ha osservato.

 

Correa ha ripetuto che il suo desiderio di accompagnare i suoi colleghi capi di Stato “è enorme, ma più grande è la fermezza delle nostre convinzioni”, per cui ha difeso la sua decisione di non andare al conclave del prossimo fine settimana a Cartagena.

 

 

Correa da un knock-out al

Vertice delle Americhe

 

 

6.4.12 - Angel Guerra Cabrera, articolista de La Jornada da www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Il chiamato Vertice delle Americhe (VA) fu un’iniziativa del governo di William Clinton per imporre in America Latina l’ALCA, aggressivo strumento per una nuova colonizzazione economica, politica e culturale, concepito durante il governo di George H. Bush. Appena cominciava ad applicarsi in Messico (1994) col nome di TLCAN.

 

Segno del cambiamento d’epoca – come lo chiama il presidente ecuadoriano Rafael Correa –, l’ALCA è stata sconfitta al VA celebrato nel 2005 in Mar del Plata, fatto trascendentale per ostacolare l’annessione dell’America Latina. Ciò si dovette alle grandi mobilitazioni popolari contro le politiche neoliberali, incarnate nella decisione dei presidenti Nestor Kirchner, Hugo Chavez e Lula da Silva.

 

Emergeva una nuova situazione d’indipendenza, unità ed integrazione regionale con meccanismi come l’ALBA, l’UNASUR e più recentemente la CELAC, ed un rifiuto crescente alle inumane politiche del libero mercato.

 

In questo contesto e ritornando a Correa, in un lettera molto cordiale diretta il 2 aprile al suo omologo della Colombia Juan Manuel Santos, l’ecuadoriano espone le ragioni per le quali è arrivato alla decisione di non assistere più al Vertice delle Americhe, dopo aver riflettuto molto, e fino a quando non si prendano le decisioni che esige la Patria Grande. In ovvia allusione all’assenza di Cuba, puntualizza che “non può denominarsi ‘Vertice delle Americhe‘ una riunione nella quale un paese americano è intenzionalmente ed ingiustificatamente relegato”. Si è parlato –aggiunge – di mancanza di consenso, ma tutti sappiamo che si tratta del veto dei paesi egemonici, situazione intollerabile nella Nostra America del Secolo XXI.


I paesi egemonici a cui si riferisce Correa non sono altri che gli Stati Uniti e Canada, perché nessuna nazione dell’America Latina od i Caraibi si oppone alla presenza di Cuba nell’ambito emisferico, come lo dimostra la sua elezione per presiedere il prossimo periodo della
CELAC o la riunione dell’OSA in Honduras, dove si ricordò abrogare l’ingiusto ed immorale accordo che l’escludeva. Fu una riparazione morale e legale perché a L’Avana non gli interessa ritornare all’OSA a causa della sua infame traiettoria come protettrice delle dittature militari e le aggressioni ed occupazioni imperialiste nella Nostra America.

 

Correa aggiunge che è inaccettabile schivare in questi Vertici temi come l’inumano bloqueo a Cuba, come l’aberrante colonizzazione delle Isole Malvine, che hanno meritato il rifiuto quasi unanime delle nazioni del mondo.

 

Bisogna ricordare che il presidente ecuadoriano propose nel 11° Vertice dell’ALBA (Caracas, 4 e 5 febbraio) che i paesi del meccanismo non assistessero alla riunione di Cartagena de Indias se Cuba non era invitata. Nonostante che non si prese una decisione finale sulla presenza dei membri nel VA, Chavez concordò con Correa in che se Cuba non era invitata si considerasse la sua proposta e suggerì consultare il mandatario colombiano Juan Manuel Santos nella sua condizione di anfitrione. Santos dichiarò che non dipendeva da lui e che doveva cercare il consenso.

 

Non aveva finito di dirlo e già un portavoce del Dipartimento di Stato affermava che Cuba non aveva i requisiti per assistere. Cuba non avrebbe mai chiesto di assistere al VA puntualizzò il presidente Raul Castro nel Vertice di Caracas, ma un’altra cosa era davanti ad un invito del paese anfitrione. Per questo motivo, alla domanda posta ne L’Avana dalla cancelliere colombiana Maria Angela Holguin sull’interesse cubano nel partecipare, la sua risposta è stata affermativa. Il posteriore viaggio di Santos all’isola –che non piacque per niente all’impero–per spiegare che non era riuscito ad ottenere il consenso può apprezzarsi come un gesto amichevole ma che in nessuna maniera modificherebbe la decisione di escludere Cuba, già presa da Washington.

 

Nella riunione di Cartagena, i membri dell’ALBA che parteciperanno, non saranno i soli ad esigere la presenza di Cuba da qui in poi ai VA. Lo faranno anche l’Argentina, Brasile, Perù, i membri del CARICOM ed anche la stessa Colombia, come ha promesso Santos. Così come si è accordato nella riunione di fondazione della CELAC (Caracas, dicembre del 2011) si chiederà ad Obama il sollevamento del criminale bloqueo. Il mandatario statunitense assiste a questo Vertice senza avere mantenuto la sua promessa fatta nell’anteriore (2009) di un cambiamento nella politica statunitense verso l’America Latina ed i Caraibi, in modo che starà fin dall’inizio sulla difensiva. Sospetto che questo sarà l’ultimo Vertice delle Americhe.

 

P.S. Le Malvine sono argentine.

 

 

Correa non va al Vertice

delle Americhe

 

 

2 aprile 2012 - da www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha confermato che sino a quando sarà capo dello Stato di questo paese non parteciperà a nessun Vertice della Americhe “sino a che non si pondereranno le decisioni che la Patria Grande esige”, ha detto.

 

In una lettera resa pubblica dai media ufficiali, indirizzata al capo dello Stato della Colombia, Juan Manuel Santos, Correa ha segnalato che valuta e ringrazia profondamente per il gentile e ripetuto invito al VI Vertice delle Americhe che si svolgerà a Cartagena de Indias, il 14 e 15 aprile.

 

Disgraziatamente, ha spiegato, anche se nel V Vertice delle Americhe, che si svolse a Trinidad y Tobago dal 17 al 19 aprile del 2009, si condannò l’incomprensibile esclusione di Cuba dai vertici americani, ancora una volta questo paese fraterno non è stato invitato.

 

Correa ha dichiarato che è inaccettabile che in questi Vertici si escludano temi fondamentali come il disumano blocco imposto a Cuba e l’aberrante colonizzazione delle Malvine, fatti che hanno meritato la condanna quasi unanime delle nazioni del mondo.

 

A proposito del Vertice delle Americhe, ha sostenuto che per definizione non si può chiamare così una riunione dalla quale un paese americano è intenzionalmente e ingiustificatamente relegato.

 

“Si è parlato di mancanza di consenso, ma tutti sappiamo che si tratta del veto di paesi egemonici, in una situazione intollerabile in Nuestra America del XXI secolo”, ha sottolineato.

 

“Non vogliamo provocare il minimo problema nè al suo Governo, nè alla nostra amata Colombia, se si tratta, come disse Bolívar di sentire veramente che la Patria è America, e in qualche momento cominciare a denunciare e affrontare con forza queste, ripeto, intollerabili ed anche aberranti situazioni”.

 

Correa ha affermato d’avere la speranza che l’assenza dell’Ecuador sia un cordiale invito a dibattere l’essenziale e ad agire in conseguenza, ratificando la stima ed il rispetto che prova per i suoi colleghi, capi e capi di Stato del continente.

 

La carta de Correa: “No volveré a asistir a ninguna Cumbre de las “Américas”,

hasta que se tomen las decisiones que la Patria Grande nos exige”

 

Juan Manuel Santos

Presidente Constitucional de la República de Colombia

Estimado Presidente y amigo:

Valoro y agradezco profundamente su gentil y reiterada invitación a la VI “Cumbre de las Américas”, a celebrarse en la hermosa Cartagena de Indias los días 14 y 15 de abril. Lamentablemente, pese a que en la V Cumbre de las Américas, celebrada en Trinidad y Tobago del 17 al 19 de abril de 2009, se rechazó la incomprensible exclusión de la República de Cuba de las cumbres americanas, una vez más, este país hermano no ha sido invitado.

Por definición, no puede denominarse “Cumbre de las Américas” a una reunión de la cual un país americano es intencional e injustificadamente relegado. Se ha hablado de “falta de consenso”, pero todos sabemos que se trata del veto de países hegemónicos, situación intolerable en nuestra América del Siglo XXI.

De igual manera, es inaceptable que en estas cumbres se soslayen temas tan fundamentales como el inhumano bloqueo a Cuba, así como la aberrante colonización de las Islas Malvinas, los cuales han merecido el rechazo casi unánime de las naciones del mundo.

Jamás buscaríamos ocasionar el más mínimo problema ni a su gobierno ni a nuestra querida Colombia. Se trata, como decía Bolívar, de sentir verdaderamente que la Patria es América, y en algún momento comenzar a denunciar y enfrentar con fuerza estas, repito, intolerables y hasta aberrantes situaciones. Por ello, después de haber reflexionado detenidamente, he decidido que, mientras sea Presidente de la República del Ecuador, no volveré a asistir a ninguna Cumbre de las “Américas”, hasta que se tomen las decisiones que la Patria Grande nos exige.

Nuestros pueblos bien pueden cansarse de que sus mandatarios estén en tantas cumbres, mientras todavía existen demasiados abismos por superar, como la pobreza e inequidad que todavía mantienen a América Latina como la región más desigual del mundo; la ineficaz estrategia de lucha contra el problema mundial de las drogas; la profunda transformación del Sistema Interamericano de Derechos Humanos, hoy celador de intereses ajenos a sus principios fundacionales; la vigencia de una verdadera libertad de expresión que no se encuentre reducida a los intereses de los negocios dedicados a la comunicación social; o, la completa supremacía del capital sobre los seres humanos, como lo demuestra la crisis hipotecaria en España, que afecta a centenares de miles de ciudadanos, entre ellos muchos migrantes latinoamericanos.

Esperamos que nuestra ausencia sea una cordial invitación a debatir lo esencial y a actuar en consecuencia, ratificando el aprecio y respeto que sentimos por todos nuestros colegas, Jefas y Jefes de Estado del Continente, queridos amigos con quienes compartimos sueños de mejores días para nuestros pueblos.

Deseamos, por el bien de la región y del mundo, que la Cumbre de Cartagena sea exitosa. El deseo de acompañarles es enorme, sólo superado por la firmeza de nuestras convicciones.

¡Hasta la victoria siempre!

Rafael Correa Delgado
Presidente Constitucional de la República del Ecuador

Quito, abril 2 de 2012. (Tomado de Alainet)

 

 

L’Ecuador non assisterà al Vertice delle Americhe

per questione di principio, afferma Cancelliere

 

 

Il cancelliere ecuadoriano, Ricardo Patiño, ha indicato che la decisione del presidente Rafael Correa di non assistere al Vertice delle Americhe, che si svolgerà a Cartagena, risponde “alla sovranità, ai principi ed alla dignità.”

 

Ricardo Patiño

“L’Ecuador considera che in questa tappa della storia dell’America Latina è assolutamente ingiustificabile che un paese o forse i paesi, non sappiamo esattamente, possano avere capacità di veto, possano obbligare agli altri paesi ad assistere ad un Vertice, avendo vietato la presenza di uno di noi; avrebbe potuto essere perfettamente l’Ecuador”, ha espresso il ministro, come pubblica il Ministero delle Relazioni Estere.

 

Patiño ha ripetuto che il Capo di Stato ha preso la decisione di stare da soli, prima di condividere una decisione a cui non aderiamo. “Facciamo quello che crediamo che si bisognerebbe fare. Non si dimentichino tutto quello che dicono i nostri oppositori: che c’è una dittatura, un autoritarismo, concentrazione dei poteri; ed un paese avrebbe potuto dire vietiamo la presenza dell’Ecuador, ma dal momento che si tratta di Cuba, che è stata vietata già da 50 anni, allora è come se ci fossimo abituati”, ha aggiunto.

 

“Crediamo che sia tempo di ribellarci contro questa situazione di sottomissione, alla quale siamo stati abituati per troppo tempo”.

 

 

Il Venezuela esigerà la

fine del blocco a Cuba
Durante il prossimo Vertice delle Americhe

 

 

20 marzo 2012 - www.granma.cu

 

 

Il ministro degli Esteri venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato che il suo paese chiederà nel VI Vertice delle Americhe, che si svolgerà nel mese di aprile a Cartagena de las Indias, in Colombia, l’eliminazione delle sanzioni economiche imposte a Cuba.

 

Il funzionario ha detto che si deve dare un senso utile al Vertice di Forum di risonanza di tutti i problemi che affliggono i popoli della regione ed ha sottolineato che Cuba è uno di questi, per via dell’isolamento imposto dagli USA.

 

Maduro ha partecipato alle deliberazioni del Consiglio dei Ministri delle Relazioni Estere dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), realizzato sabato 17 nella capitale del Paraguay, alla cui apertura ha partecipato il presidente Fernando Lugo.

 

“Non perdiamo l’occasione d’esprimere la nostra voce di reclamo per il lungo blocco economico che soffre la fraterna nazione cubana. Ancora una volta sollecitiamo che si elimino tutte le sanzioni di questo tipo a questo paese”, ha sostenuto Maduro.

 

Consultato sull’operazione subita da Chávez, se potrà influire negativamente nella campagna per la sua rielezione, Maduro ha detto che: “In nessun modo! Lui, Chávezm vincerà nuovamente nelle elezioni del prossimo ottobre”.

 

Il ministro ha indicato che quello che la grande stampa non dice è che Chávez si trova a 20 punti al disopra del primo candidato dell’opposizione (Henrique Capriles), in tutte le inchieste”.

 

L’ALBA non ha ancora deciso se partecipa al Vertice delle

Americhe, assicura Cancelliere della Bolivia

 

 

19 marzo 2012 - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

 

 

Bandiere dei paesi dell'ALBAIl cancelliere della Bolivia, David Choquehuanca, ha affermato, questo lunedì in Brasilia, dopo essersi riunito col suo collega brasiliano Antonio Patriota, che l’ALBA non ha ancora definito se parteciperà o no al Vertice delle Americhe, che si effettuerà nella città colombiana di Cartagena, il mese prossimo.

 

In una conferenza stampa, il ministro ha affermato  che la presenza del presidente boliviano, Evo Morales, in questa città, è condizionata alla decisione dei paesi che integrano il blocco regionale che sono in un “processo di consultazioni” sul tema.

 

L’eventuale non partecipazione di questi stati nel Vertice delle Americhe i giorni 14 e 15 aprile sarebbe in segno di protesta all’atteggiamento degli Stati Uniti che respingono la presenza di Cuba nell’incontro, per non avere “supposti requisiti democratici”, fatto che per la Bolivia risulta “inaccettabile”.

 

Allo stesso tempo, Choquehuanca ha segnalato che il presidente Morales potrebbe assistere come invitato al Vertice dei Popoli, un evento parallelo alla cupola presidenziale organizzato dai movimenti sociali, sempre a Cartagena.

 

Nella sua riunione di questo lunedì, Patriota e Choquehuanca hanno inoltre conversato sui temi regionali, come il processo di costruzione dell’UNASUR, includendo commercio, investimenti, cooperazione nella sicurezza dei confini e lotta al narcotraffico.

 

 

Come cambiano i tempi,

Obama che te ne sembra?

 

 

15 marzo 2012 - http://cambiosencuba.blogspot.com/

 

 

Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha annunciato che non parteciperà al Vertice delle Americhe che si terrà in Colombia il 14 e il 15 aprile per protestare contro il boicottaggio degli Stati Uniti alla partecipazione di Cuba.


"Personalmente non sono disposto a tornare a partecipare a questi vertici in cui non si dibattono i problemi dei popoli latino-americani" ha detto in una conferenza stampa ad Ankara, dove è in visita ufficiale. Correa ha spiegato che il "boicottaggio degli Stati Uniti alla partecipazione di Cuba" è il motivo per cui non parteciperà alla riunione di Cartagena de Indias (Colombia).


"Nella nostra regione ci sono grossi problemi, ma non si discutono mai in questi vertici. Come l'
embargo che gli Stati Uniti impongono a Cuba: mai si dibatte. Né l'occupazione britannica delle isole Malvinas" ha detto il presidente ecuadoriano.
 

"Si organizza un summit per i paesi latino-americani, e si esclude un paese dell'America Latina: Cuba è preclusa dal boicottaggio degli Stati Uniti" ha ribadito Correa.

 

"Sarò sincero, mi piacciono gli USA, perché ho ​​studiato lì, ma non posso accettare che un paese escluda un altro. Sono inorridito e non voglio ferire i miei amici nord americani se dico che i popoli latino americani ora non siamo d'accordo che si organizzino questo tipo di vertici" ha aggiunto il presidente dell'Ecuador.
 

"In questi incontri si fanno tutti i tipi di dichiarazioni sulla democrazia, ma non si parla mai della vera democrazia, sono tutte parole che non diventano mai  fatti" ha detto Correa.

 

Non più vertici senza Cuba

 

 

13 marzo 2012 -  www.cubadebate.cu

 

 

Il cancelliere argentino, Hector Timerman, in visita in Brasile, ed il suo omologo brasiliano, Antonio Patriota, hanno manifestato oggi il loro proposito che il prossimo Vertice delle Americhe che si celebrerà in Colombia nel mese di aprile, sia l’ultimo senza la partecipazione di Cuba.

 

“Questo deve essere l’ultimo Vertice nel quale non partecipi Cuba”, ha detto il ministro argentino degli Esteri in una conferenza stampa congiunta con Patriota in Sao Paulo.

 

Timerman che oggi si riunì col capo della diplomazia brasiliana, aggregò che il suo Governo “ringrazia la Colombia”, paese anfitrione, per gli sforzi realizzati.

 

Il ministro ha aggiunto che la presenza dell’isola caraibica nell’appuntamento è necessaria affinché “finalmente sia davvero il Vertice delle Americhe.”

 

Patriota ha mostrato la sua coincidenza con la posizione di Timerman ed ha aggiunto che nell’appuntamento anteriore l’allora presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, aveva manifestato già la sua intenzione che Cuba partecipasse all’incontro.

 

D’altra parte, il ministro brasiliano espresse il suo obiettivo di visitare l’Argentina “tra breve” ed annunciò riunioni più frequenti tra i sottosegretari di entrambi i ministeri per “approfondire l’agenda di cooperazione” tra i due paesi.

 

Inoltre il cancelliere brasiliano assicurò che la riunione era stata eminentemente di carattere politico e che avevano rivisto i temi bilaterali, regionali e globali.

 

Il I Vertice delle Americhe si celebrò a Miami nel 1994 con la partecipazione dei 34 paesi membri attivi dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), dalla quale Cuba fu sospesa nel 1962.

 

Il Governo degli USA ha manifestato apertamente il suo rifiuto a convocare Cuba a Cartagena de Indias, dove si celebrerà l’appuntamento in aprile.

 

La Bolivia definisce “inammissibile” la

esclusione di Cuba dal Vertice delle Americhe

 

 

11.03.2012 -da www.cubadebate.cu traduzione di Vincenzo Basile

 

 

Lo scorso sabato, il presidente boliviano, Evo Morales ha definito “inammissibile” che gli Stati Uniti impediscano la presenza di Cuba al Vertice delle Americhe che si riunirà tra il 14 ed il 15 aprile a Cartagena (Colombia).

 

Morales ha affermato “in nome del governo e del popolo boliviano” che “è inammissibile” che gli Stati Uniti non accettino la presenza di Cuba” ed ha definito tale posizione come “discriminatoria ed antidemocratica”.

 

Il presidente ha fatto sapere di aver ricevuto una visita da parte di rappresentanti del Venezuela e di Cuba i quali gli hanno manifestato la loro preoccupazione dinnanzi alla posizione nordamericana ed ha riaffermato le sue critiche alle “politiche neoliberali”.

 

Morales ha rilasciato questa dichiarazione a Coroico, un comune a 120 kilometri a nord-est de La Paz dove, tra venerdì e domenica, ha presieduto una riunione di gabinetto nella quale, tra le altre cose, sono state approvate misure per migliorare la sicurezza pubblica.

 

Secondo Morales, la rivoluzione cubana si è diffusa in altri paesi che “guidati da comandanti, presidenti, governi, movimenti sociali, adesso sono identificati e si identificano in una lotta per l’umanità, convinti che il capitalismo non rappresenti nessuna soluzione”.

 

Nelle parole di Morales, “cresce l’anticapitalismo, l’antimperialismo in America Latina” e non riconoscere ciò “è antidemocratico ed addirittura razzista da parte del governo degli Stati Uniti”.

 

Secondo Morales, la partecipazione alla Cumbre di Cartagena è ancora in “fase di consultazione non solo tra paesi dell’ALBA (Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America), ma anche con altri paesi, altri presidenti ed altri governi d’America”.