Le nuove contraddizioni della

dissidente cubana Yoani Sánchez

 

 

 

30.08.2012 - Salim Lamrani http://cambiosencuba.blogspot.it/

 

 

Nel giro di pochi anni, la dissidente cubana Yoani Sánchez è diventata la principale figura dell'opposizione al governo di L'Avana. Ninfa egregia dei media occidentali, tuttavia, la blogger non sfugge alle sue proprie contraddizioni.

Yoani Sanchez ha una visione abbastanza peculiare del suo paese, che condivide nel suo blog Generazione Y, creato nel 2007. Il punto di vista è nitido e senza sfumature. La situazione cubana è descritta in modo apocalittico e racconta la sua vita di tutti i giorni composta di sofferenze e privazioni. Critica aspramente il governo de L'Avana e lo rende responsabile di tutti i mali.
 


"Mio figlio mi chiede se ci sarà il pranzo oggi"
 


"Mio figlio mi chiede se ci sarà il pranzo oggi", scrive in una cronaca del 29 giugno 2012, in "una società in cui ogni gestione é circondata da ostacoli e impedimenti, molto di più se si produce in modo indipendente". [1] "Una di queste scene ricorrenti è quella di perseguire il cibo e altri prodotti base tra le carenze croniche dei nostri mercati", si lamenta. [2] Afferma che lotta quotidianamente  contro "gli ostacoli della vita". [3]

In effetti, sostiene anche di avere difficoltà a nutrire il proprio bambino "per la verticalità di un governo totalitario" [4], che ha come pretesto una "eterna minaccia straniera per squalificare gli scomodi". [5] Secondo lei, "con pochi centavos che si aggiungono ad un alimento, il termometro dell'angustia quotidiana si libra, i gradi d'inquietudine aumento". [6]
 


Contraddizioni
 


A leggere queste righe sembra che la giovane dissidente cubana soffra la fame ed si trovi in totale indigenza. Ma le sue affermazioni  difficilmente resistono alle analisi. Lungi dall'essere nella precarietà, Yoani Sanchez gode di privilegiate condizioni materiali di vita rispetto alla immensa maggioranza dei suoi connazionali. Infatti, nell'edizione del 23 luglio 2012 del quotidiano spagnolo El Pais  scopriamo che la blogger ha fatto un reportage su "i 10 migliori ristoranti della rinnovata cucina cubana". [7]

Convertita in gastronoma e critica culinaria, Sanchez fornisce una classificazione dei dieci migliori ristoranti de L'Avana e descrive, con molti dettagli i succulenti menù proposti da un prezzo medio di "20 euro", vale a dire l'equivalente di un mese di salario a Cuba. Così, il Café Laurent, il Decameron, lo Chef L'Avana, La Casa, La Mimosa, La Moneda Cubana, Le Chansonnier, Mamma Mia, Rancho Blanco e Rio Mar ottengono i suoi voti.

Inevitabilmente, alcune domande sorgono. Per poter stabilire una classificazione minimamente seria, la giovane oppositrice ha dovuto visitare almeno una cinquantina di ristoranti di L'Avana i cui menù costano in media circa 20 euro. Come può Yoani Sánchez - che sostiene di avere difficoltà a nutrire il proprio bambino - spendere un budget di 1000 euro - che è equivalente a quattro anni di stipendio medio a Cuba - per visitare i migliori ristoranti a L'Avana?


Perché una persona che afferma di interessarsi per la sorte dei suoi connazionali realizza un reportage sui ristoranti di lusso a Cuba, che pochi cubani possono frequentare?
 


Il vero e proprio standard di vita di Yoani Sánchez



In realtà, Yoani Sánchez non soffre alcun problema di ordine materiale. In effetti, da quando é entrata nel mondo della dissidenza, la sua vita è cambiata notevolmente. Nel giro di pochi anni, la giovane oppositrice ha ricevuto molti
riconoscimenti, tutti finanziariamente remunerati.

Così, dalla creazione del suo blog nel 2007, la blogger è stata retribuita per un totale di 250000 euro,  un importo equivalente a più di 20 anni di salario minimo in un paese come la Francia, quinta potenza mondiale. Il salario minimo mensile a Cuba è di 420 pesos cioè 18 dollari o 14 euro, in modo che Yoani Sanchez ha conseguito l'equivalente di 1488 anni di salario minimo cubano per la sua attività di oppositrice. Mai nessun dissidente a Cuba, forse nel mondo, ha ottenuto tanti riconoscimenti internazionali in così poco tempo. Inoltre, il quotidiano El Pais ha aperto le sue pagine alle cronache della Sanchez in cambio di una retribuzione che oscilla intorno ai 150 $ per articolo, vale a dire una somma equivalente a otto mesi di salario minimo a Cuba. [8]

Yoani Sánchez, nuova figura dell'opposizione cubana, è ben lungi dal vivere in totale indigenza. Al contrario, ha uno stile di vita che nessun altro cubano può permettersi e, contrariamente a quanto afferma, il bambino non soffre alcuna carenza alimentare.

La dissidente, che dapprima emigrò in Svizzera prima di scegliere di tornare a Cuba, è scaltra abbastanza per capire che con l'adottare un certo tipo di discorso, piace ai potenti interessi che si oppongono al governo e al sistema cubano. Questi, a loro volta, avrebbero saputo essere generosi con lei.
 

 


* Dottore in Studi Iberici e Latino-Americani  presso l'Università di Parigi Sorbona-Parigi IV, é professore incaricato di corsi presso l'Università Paris-Sorbonne-Paris IV e l'Università Paris-Est Marne-la-Vallée e giornalista, specialista delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Il suo ultimo libro si intitola Etat de Siege. Il suo ultimo libro dal titolo "Stato d'assedio. Le sanzioni économiche degli USA contro Cuba", Parigi, Edizioni Estrella, 2011, con un prologo di Wayne S. Smith e una prefazione di Paul Estrade.

 

 

 

Las nuevas contradicciones de la disidente cubana Yoani Sánchez

Por Salim Lamrani

En el espacio de unos años, la disidente cubana Yoani Sánchez se ha convertido en la principal figura de la oposición al gobierno de La Habana. Ninfa egregia de los medios informativos occidentales, no obstante, la bloguera no escapa de sus propias contradicciones.
Yoani Sánchez tiene una visión bastante peculiar de su país, que comparte en su blog Generación Y, creado en 2007. El punto de vista es acerbo y sin matiz. La realidad cubana aparece descrita de modo apocalíptico y cuenta su vida cotidiana compuesta de sufrimientos y privaciones. Critica duramente al gobierno de La Habana y le hace responsable de todos los males.
“Mi hijo me pregunta si habrá almuerzo hoy”
“Mi hijo me pregunta si habrá almuerzo hoy”, escribe en una crónica del 29 de junio de 2012, en “una sociedad donde cada gestión está rodeada de obstáculos e impedimentos, mucho más si se produce de forma independiente”.[1]“Una de esas escenas recurrentes es la de perseguir los alimentos y otros productos básicos en medio del desabastecimiento crónico de nuestros mercados”, se queja.[2]Afirma que lucha diariamente contra “los obstáculos de la vida”.[3]
En efecto, incluso afirma tener dificultades para alimentar a su propio hijo “ante la verticalidad de un gobierno totalitario”[4], que pretexta una “eterna amenaza extranjera para descalificar a los incómodos”.[5]Según ella, “con unos centavos que se le sumen a un alimento, el termómetro de la angustia cotidiana se dispara, los grados de la inquietud se incrementan”.[6]

Contradicciones

Al leer esas líneas parece que la joven disidente cubana sufre hambre y se encuentra en total desamparo. Pero sus afirmaciones resisten difícilmente el análisis. Lejos de hallarse en la precariedad, Yoani Sánchez goza de condiciones de vida materiales privilegiadas con respecto a la inmensa mayoría de sus compatriotas. En efecto, en la edición del 23 de julio de 2012 del diario español El País descubrimos que la bloguera realizó un reportaje sobre “los 10 mejores restaurantes de la renovada cocina cubana”.[7]
Convertida en gastrónoma y crítica culinaria, Sánchez establece una clasificación de los diez mejores restaurantes de la capital cubana y describe con muchos detalles los suculentos menús propuestos por un precio medio de “20 euros”, es decir el equivalente a un mes de salario en Cuba. Así, el Café Laurent, el Decamerón, el Habana Chef, La Casa, La Mimosa, La Moneda Cubana, Le Chansonnier, Mamma Mía, Rancho Blanco y Río Mar consiguen sus votos.
Inevitablemente surgen varias preguntas. Para poder establecer una clasificación mínimamente seria, la joven opositora tuvo que visitar por lo menos unos cincuenta restaurantes de La Habana cuyos menús cuestan en torno a 20 euros como promedio. ¿Cómo puede Yoani Sánchez – que afirma tener dificultades para alimentar a su propio hijo– gastar un presupuesto de 1.000 euros – ¡suma que equivale a cuatro años de salario medio en Cuba!– en visitar los restaurantes más selectos de la capital cubana?
¿Por qué una persona que afirma interesarse por la suerte de sus conciudadanos realiza un reportaje sobre los restaurantes de lujo en Cuba, que pocos cubanos pueden frecuentar?

El verdadero nivel de vida de Yoani Sánchez

En realidad, Yoani Sánchez no sufre ningún problema de orden material. En efecto, desde que integró el universo de la disidencia, su vida cambió de modo considerable. En el espacio de unos años,la joven opositora recibió múltiples distinciones, todas financieramente remuneradas.
Así, desde la creación de su blog en 2007, la bloguera ha sido retribuida a la altura de 250.000 euros en total, es decir un importe equivalente a más de 20 años de salario mínimo en un país como Francia, quinta potencia mundial. El salario mínimo mensual en Cuba es de 420 pesos, es decir 18 dólares o 14 euros, por lo que Yoani Sánchez ha conseguido el equivalente a 1.488 años del salario mínimo cubano por su actividad de opositora. Jamás ningún disidente en Cuba –quizás en el mundo– ha conseguido tantas distinciones internacionales en tan poco tiempo. Por otra parte, el diario El País abrió sus páginas a las crónicas de Sánchez a cambio de una
remuneración que oscila alrededor de 150 dólares por artículo, es decir una suma equivalente a 8 meses de salario mínimo en Cuba.[8]
Yoani Sánchez, nueva figura de la oposición cubana, se encuentra lejos de vivir en total desamparo. Al contrario, dispone de un tren de vida que ningún otro cubano puede permitirse y, contrariamente a lo que afirma, su hijo no sufre ninguna carencia alimentaria.
La disidente, que primero emigró a Suiza antes de elegir regresar a Cuba, es lo bastante sagaz como para comprender que al adoptar cierto tipo de discurso, agradaría a poderosos intereses contrarios al gobierno y al sistema cubanos. Éstos, a su vez, sabrían mostrarse generosos con ella.

*Doctor en Estudios Ibéricos y Latinoamericanos de la Universidad Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani es profesor encargado de cursos en la Universidad Paris-Sorbonne-Paris IV y en la Universidad Paris-Est Marne-la-Vallée y periodista, especialista de las relaciones entre Cuba y Estados Unidos. Su último libro se titula Etat de siège. Le sanctions économiques des Etats-Unis contre Cuba, París, Ediciones Estrella, 2011, con un prólogo de Wayne  S. Smith y un prefacio de Paul Estrade.

 

http://www.adital.com.br/site/noticia.asp?lang=ES&cod=70050


[1]Yoani Sánchez, «A la distancia de un CLIC», Generación Y, 28 de junio de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[2]Yoani Sánchez, «Mayorista vs minorista», Generación Y, 5 de junio de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[3]Yoani Sánchez, «El futuro con Mariela Castro», Generación Y, 28 de mayo de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[4]Yoani Sánchez, «Fuenteovejuna», Generación Y, 13 de junio de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[5]Yoani Sánchez, «¿Buen talante?», Generación Y, 12 de junio de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[6]Yoani Sánchez, «Cerdo en ‘cajita’», Generación Y, 16 de mayo de 2012. http://www.desdecuba.com/generaciony/(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[7]Yoani Sánchez, «Los nuevos chefs de La Habana. Los 10 mejores restaurantes de la renovada cocina cubana», El País,
23 de julio de 2012. http://elviajero.elpais.com/elviajero/2012/07/23/actualidad/1343057020_608376.html(sitio consultado el 26 de julio de 2012).
[8]Yoani Sánchez, «Premios». http://www.desdecuba.com/generaciony/?page_id=1333(sitio consultado el 26 de julio de 2012).