mercenari

 

 

La formazione di

una campagna

 

 

8.12.2012 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/
 

 

 

Quando si analizza come i meccanismi dei Servizi Speciali USA, in particolare la CIA, hanno creato la prima campagna di propaganda contro la nascente Rivoluzione cubana, possiamo concludere che oggi questi continuano dietro ciò che è conosciuto con il termine qualificativo di mediatico.

Nello studiare alcuni documenti scritti da giornalisti e accademici USA, tra cui Jon Elliston e la sua interessante "Storia cronologica della propaganda USA contro Fidel Castro" e la "Guerra Psicologica contro Cuba" siamo in grado di svelare molte delle pratiche che sono attualmente sviluppate nella stampa, digitale e cartacea, che si occupa di Cuba e dei cosiddetti "dissidenti". Uno dei casi più importanti è la blogger  ufficiale di Washington,
Yoani Sanchez, a cui hanno consegnato premi, riconoscimenti e perfino recentemente è stata nominata vice presidente della Società Interamericana della Stampa (SIP), come se fosse una stella nascente di un programma televisivo di quelli che abbondano nei canali USA.

Sulla stessa linea stanno spingendo, in questi giorni, un personaggio che, evidentemente, hanno reclutato durante la sua permanenza in Tallahassee, Florida nel 2003, quando studiava matematica e impartiva lezioni presso la Florida State University e nel "Tallahassee Community College"; mi riferisco ad Antonio Enrique González Rodiles. Questo ha un percorso molto simile a quello di Yoani, entrambi hanno deciso di lasciare Cuba in cerca di migliori opportunità economiche e improvvisamente sono ritornati a Cuba, quando la situazione economica cubana affrontava maggiori difficoltà di quando l'avevano lasciata, qualcosa che non ha spiegazione logica poiché i due erano già posizionati all'estero; Gonzalez Rodiles aveva anche formato famiglia  con figli.

Perché hanno deciso di ritornare questi due personaggi? Che cosa hanno fatto dopo il loro ritorno? Molto semplicemente, i due hanno "creato" progetti simili per cercare di formare una nuova "opposizione" con persone più giovani, cercando di attirare intellettuali, accademici e artisti, qualcosa che puzza da lontano di CIA, e così lo dimostrano i loro stretti rapporti con i diplomatici degli Stati Uniti a L'Avana. Coincidenza? Impossibile, sono gli stessi e arcinoti metodi yankee.

Entrambi i salariati per non essere in grado di smarcarsi dai gruppi tradizionali della controrivoluzione  per la mancanza di nuovi ingressi hanno dovuto collegarsi alla vecchia e logora "dissidenza" creata dai nord americani. Questo è il motivo per cui li vediamo difendere
Martha Beatriz Roque Cabello, durante il suo tragicomico "sciopero dell'avocado", e la rude ed ignorante Berta Soler, auto proclamata leader delle cosiddette "Dame in Bianco".

Nei giorni scorsi, sia Gonzalez Rodiles che Yoani, sono scesi in piazza per fare provocazioni ed alterare l'ordine, con la deliberata intenzione di essere condotti ad una stazione di polizia e, così avvenendo, si sono immediatamente scatenate le misure, preparate in precedenza, dai Servizi yankee. E' più che evidente il livello di coordinamento e il denaro per pagare gli spazi. In questi temi nulla é casuale o improvvisato, sono molto esperti e soprattutto denaro.

Per Yoani, immediatamente si sono lanciati segnali e iniziato la campagna, il suo culmine é giunto con la nomina a vice presidente della SIP e la protezione della
Commissione Interamericana dei Diritti Umani dell'Organizzazione degli Stati Americani; con il solo menzionare questa organizzazione si sa chi c'è dietro, non necessita citarla.

Con Antonio Enrique lo stesso, anche se un po' meno della suo compagna di cordata, poiché comincia ad essere conosciuto ora, tuttavia la mobilitazione é stata ampia. Vediamo come è andata.

Giovedì 08/11/2012 attua provocazioni davanti ad un'unità della polizia ed è arrestato. Da quel momento si sono scatenati una serie di denunce per qualcosa che non ha alcun fondamento in nessun paese. La propaganda svolta è molto diversa da ciò che fanno contro la Spagna, la Grecia, il Portogallo, l'Italia, e anche negli Stati Uniti, dove si constata dalla TV come i veri oppositori vengono trascinati, pestati a terra, ammanettati e presi a calci, ma per questi non ci sono richieste di clemenza e libertà, a nessuno interessa, alla fin fine non sono parte di un piano per destabilizzare un governo che non è affine con quello USA.

Tra le agenzie e le istituzioni del integrano il piano organizzato dagli specialisti della CIA ci sono:

- L'International Press Institute (IPI), con il "consulente" della Libertà di Stampa per l'America Latina e Caraibi, Scout Griffen.

-
Freedom House, un'organizzazione ben nota per i suoi stretti legami con la CIA nelle loro azioni contro Cuba, in cui Viviana Giacaman, direttrice dei programmi latino-americani ha risposto rapidamente alla chiamata dei suoi capi.

- La Commissione Inter-Americana dei "Diritti Umani", quella che non si interessa alle centinaia di messicani che vengono assassinati al confine con gli Stati Uniti, né per i latini deportati dagli Stati Uniti, separando intere famiglie, né dei giornalisti mensilmente assassinati in America Latina, e tanto meno per gli studenti cileni; anch'essa é apparsa per gridare per Rodiles Gonzalez.

- Il sito Diario di Cuba dalla Spagna, che tutti sappiamo non essere per nulla interessato di ciò che soffre il suo paese, con i 300 sfratti quotidiani eseguiti dal governo lasciando senza casa gente senza un sostegno economico e centinaia di migliaia di famiglie per strada. Spazio che non ha mai detto niente contro i tagli economici e tanto meno per l'ondata di repressione che affligge la Spagna da quando il Partito Popolare ha preso il potere, e neppure si é degnato di scrivere contro la polizia per la ferocia franchista con cui ha represso, il 14 novembre, il suo popolo.

- Il giornale USA "El Nuevo Herald", Miami, facendosi eco delle campagne mediatiche e delle dichiarazioni da parte dei membri della mafia anticubana, tra cui la congressista
Ileana Ros-Lehtinen, seguita dal figlio di una figura di spicco del tiranno Fulgencio Batista, Mario Diaz Balart, entrambi considerati come il peggio del peggio per la loro difesa dei più falso di questo mondo.

- L'Ufficio dell'Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), Navi Pillay, nella voce di Rupert Colville,  considerando rapidamente che le detenzioni erano "arbitrarie". Questi funzionari sono contrassegnati anche dalle loro posizioni al servizio di quello che gli impongono i nordamericani. Nessuno sfugge alla macchia che lasciano con le loro azioni, mentre fanno silenzio davanti alle ondate repressive in Europa, le detenzioni illegali e i feriti per i molti colpi.

- Elizardo Sanchez Santa Cruz-Pacheco, della cosiddetta Commissione per i Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale; oscuro personaggio senza scrupoli che ha denunciato i suoi stessi compagni dell' "opposizione" al collaborare con la sicurezza cubana, lo stesso che, a volte, non è invitato ai ricevimenti della Sezione d'Interessi degli Stati Uniti per sfiducia.

- E, naturalmente, il governo degli Stati Uniti, proprietario assoluto del business della controrivoluzione a Cuba, quello che assegna, ogni anno,
centinaia di milioni per mantenere i "dissidenti" senza lavorare, solo pianificando provocazioni per giustificare il criminale blocco contro il popolo cubano. Il suo portavoce, William Ostick, ha detto che "il presidente Obama e il popolo statunitense sostengono fermamente le "coraggiose" voci della società civile e ha detto, essere a conoscenza del fatto che Antonio Rodiles è privato della libertà, dopo l' "ondata repressiva" della scorsa settimana a L'Avana.

Tuttavia il Dipartimento di Stato non è interessato, o preoccupato per la vera ondata repressiva in Grecia, Spagna, Italia, Panama, Perù, Cile e recentemente nella Repubblica Dominicana, dove sì s'impiegano corpi repressivi, gas lacrimogeni, getti d'acqua e soprattutto manganellate contro migliaia di manifestanti.

La manipolazione è vergognosa. A Cuba 10 persone pagate da Washington si presentano di fronte ad una unità di polizia, non sono repressi con manganelli o gas, non sono gettate a terra né ammanettate e già si fa un gran scalpore.

Pensano gli imperialisti che i popoli di oggi si possono ingannare così facilmente? La risposta sta nell'
appoggio solidario che Cuba riceve, di milioni di milioni di persone in questo mondo. Se la repressione che cercano di disegnare gli yankee fosse vera non si riempirebbero le piazze e le strade dell'isola a sostegno dei suoi leader e la loro Rivoluzione, qualcosa che non si può perdonare a Cuba, perché a non essere subordinata a suoi interessi economici, ha la completa libertà di dire, da ogni tribuna, ciò che meritano e accusarli per lo sfruttamento e crimini che commettono quotidianamente.

Perché il Dipartimento di Stato e il suo presidente Barack Obama non accusano gli israeliani per le costanti violazioni del diritto del popolo palestinese, che massacra e tratta di estinguere per fame e la sete?

Ci vuole molta vergogna, in questo mondo, per porre fine a questi  metodi manipolatori della verità, ma come José Martí ha detto: "Un principio giusto dal fondo di una grotta può più di un esercito".

 

 

La conformación de una campaña.

Arthur González http://heraldocubano.wordpress.com/

Cuando analizamos cómo los mecanismos de los Servicios Especiales Norteamericanos, en especial la CIA, crearon las primeras campañas propagandísticas contra la naciente revolución cubana, llegamos a la conclusión que hoy estos continúan detrás de lo que se conoce con el calificativo de mediático.

Al estudiar algunos documentos escritos por periodistas y académicos norteamericanos, entre ellos Jon Elliston y su interesante “Historia Cronológica de la propaganda de los Estados Unidos contra Fidel Castro” y la “Guerra Sicológica sobre Cuba”, podemos desentrañar muchas de las acciones que se perciben en la actualidad en la prensa digital e impresa que tratan el tema cubano y los llamados “disidentes”. Uno de los casos más notables es el de la bloguera oficialista de Washington Yoani Sánchez, a quien han entregado premios, reconocimientos y hasta la nombraron recientemente vicepresidenta de la Sociedad Interamericana de Prensa, como si fuera una estrella naciente de un programa televisivo de los que abundan en los canales norteamericanos.

En la misma cuerda, están empujando en estos días a un personaje que evidentemente reclutaron durante su estancia en Tallahassee, Florida, en el 2003, cuando estudiaba Matemáticas e impartía clases en la Universidad Estatal de la Florida y en el “Tallahassee Community College”, me refiero a Antonio Enrique González Rodiles. Este tiene una trayectoria muy parecida a la de Yoani, ambos decidieron salir de Cuba en busca de mejores oportunidades económicas y regresaron abruptamente al país, cuando la situación económica cubana confrontaba más dificultades que cuando la dejaron, algo que no tiene una lógica explicación pues los dos ya estaban posicionados en el exterior, incluso González Rodiles había formado familia con hijos.

¿Por qué decidieron regresar estos dos personajes? ¿Qué han estado haciendo después de su regreso? Muy sencillo, los dos “crearon” proyectos similares para intentar conformar un nueva “oposición” con personas más jóvenes, buscando atraer a intelectuales, académicos y artistas, algo que desde lejos apesta a la CIA, y así lo evidencian sus relaciones estrechas con los diplomáticos norteamericanos en la Habana. ¿Casualidad? Imposible, son los mismos y archiconocidos métodos yanquis.

Ambos asalariados al no poderse desmarcar de los grupos tradicionales de la contrarrevolución al carecer de nuevos ingresos, se han tenido que vincular a la vieja y desgastada “disidencia” creada por los norteamericanos. Por esa razón los vemos defendiendo a la mal parada Martha Beatriz Roque Cabello, durante su tragicómica “Huelga del Aguacate”, y a la inculta y grosera Berta Soler, auto proclamada líder de las llamadas “Damas de Blanco”.

En los últimos días, tanto Yoani como González Rodiles, se han lanzado a la calle para realizar provocaciones y alterar el orden, con la premeditada intensión de ser conducidos a una estación de la policía y al lograrlo, se desencadenaron de inmediato las medidas preparadas de antemano por los Servicios yanquis. Es más que evidente el nivel de coordinación y el dinero para pagar los espacios. En estos temas nada es casual ni improvisado, hay mucha experiencia y sobre todo dinero.

En el caso de Yoani, de inmediato se lanzaron las señales e iniciaron la campaña, su clímax llegó con el nombramiento de vice presidenta de la SIP y la protección de la Comisión Interamericana de los Derechos Humanos de la OEA; con solo mencionar esta organización ya se sabe quién está detrás, no hace falta mencionarla.

Con Antonio Enrique otro tanto, aunque un poco menos que con su compañera de fórmula, pues él empieza a ser conocido ahora, no obstante la movilización ha sido amplia. Veamos cómo fue.

El jueves 08.11.2012 ejecuta provocaciones ante una unidad de la policía y fue detenido. A partir de ese mismo momento se desataron una serie de reclamos por algo que no tiene sustento en ningún país. La propaganda llevada a cabo es muy diferente a lo que hacen contra España, Grecia, Portugal, Italia, e incluso en los EE.UU., donde se constata por la TV como los verdaderos opositores son arrastrados, golpeados contra el suelo, esposados y pateados, pero para esos no hay solicitudes de clemencia y libertad, a nadie le importa, al fin y al cabo no forman parte de un plan para desestabilizar a un gobierno que no es a fin con el de los norteamericanos.

Entre los organismos e instituciones que integran al plan organizado por los especialistas de la CIA, están:

-El Instituto Internacional de Prensa (IPI), con el “asesor” de Libertad de Prensa para América Latina y el Caribe, Scout Griffen.

- Freedom House, organización bien conocida por sus estrechos vínculos con la CIA en sus actos contra Cuba, en la cual Viviana Giacaman, directora de los programas latinoamericanos respondió rápidamente al llamado de sus jefes.

- La Comisión Interamericana de “Derechos Humanos”, esa que no se interesa por los cientos de mexicanos que son asesinados en la frontera con EE.UU, ni por los latinos que deportan desde EE.UU., separando familias enteras, ni por los periodistas asesinados mensualmente en América latina, y mucho menos por los estudiantes chilenos, también salió a dar gritos por González Rodiles.

- El sitio Diario de Cuba de España, que todos sabemos que no le interesa nada de lo que sufre su país, con los 300 desalojos diarios que ejecuta el gobierno, dejando sin casas a personas sin respaldo económico y a cientos de miles de familias en la calle. Espacio que nunca dice nada contra los recortes económicos y mucho menos por la ola de represión que azota a España desde que el Partido Popular asumió el poder, e incluso ni se dignó a escribir en contra de la policía por el salvajismo franquista con que reprimió el pasado 14 de noviembre a su pueblo.

- El diario estadounidense “El Nuevo Herald”, Miami, haciéndose eco de las campañas mediáticas y de las declaraciones de los integrantes de la mafia anticubana, entre ellos la congresista Ileana Ros-Lehtinen, seguida del hijo del testaferro del tirano Fulgencio Batista, Mario Díaz Balart, ambos considerados como lo peor de lo peor por su defensa de lo mas espurio de este mundo.

- La Oficina de la Alta Comisionada de Naciones Unidas para Derechos Humanos (ACNUDH), Navi Pillay, en la voz de Rupert Colville, considerando rápidamente que las detenciones eran “arbitrarias”. Estos funcionarios se marcan también por sus posiciones al servicio de lo que imponen los norteamericanos. Ninguno escapa a la mancha que dejan con sus actos, mientras callan ante las olas represivas de Europa, de las detenciones ilegales y los heridos por tantos golpes.

-Elizardo Sánchez Santa Cruz Pacheco, de la llamada Comisión de Derechos Humanos y Reconciliación Nacional; personaje oscuro sin escrúpulos que denunció a sus propios compañeros de la “oposición” al colaborar con la seguridad cubana, el mismo que en ocasiones no es invitado a las recepciones de la Sección de Intereses de Estados Unidos por desconfianza.

-Y por supuesto el Gobierno de EE.UU., dueño absoluto del negocio de la contrarrevolución en Cuba, el que asigna cientos de millones anuales para mantener a los “disidentes” sin trabajar, solo planificando provocaciones para justificar el criminal Bloqueo al pueblo cubano. Su vocero William Ostick, aseguró que “el presidente Obama y el pueblo estadounidense apoyan firmemente las “valerosas” voces de la sociedad civil y dijo estar en conocimiento de que Antonio Rodiles está privado de libertad, tras la “ola represiva” de la semana pasada en La Habana.

Sin embargo el Departamento de Estado no se ocupa, ni preocupa de la verdadera ola represiva en Grecia, España, Italia, Panamá, Perú, Chile y recientemente en República Dominicana, donde si se emplean cuerpos represivos, gases lacrimógenos, chorros de agua y sobre todo muchos palazos contra miles de manifestantes.

La manipulación es bochornosa. En Cuba 10 personas asalariadas de Washington se presentan frente a una Unidad de la Policía, ninguno es reprimido con palos ni gases, no son lanzados al piso, ni esposados y ya se forma la gran alharaca.

¿Pensarán los imperialistas que los pueblos de hoy en día se pueden engañar tan fácilmente? La respuesta está en el apoyo solidario que recibe Cuba, de millones de millones de personas en este mundo. Si la represión que tratan de dibujar los yanquis fuera cierta no se llenarían las plazas y calles de la Isla en apoyo a sus líderes y su Revolución, algo que no pueden perdonarle a Cuba, porque al no estar subordinada a sus intereses económicos, tiene la total libertad de decirle en cada tribuna lo que merecen y acusarlos por la explotación y crimines que comenten a diario.

¿Por qué el Departamento de Estado y su presidente Barack Obama no acusan a los Israelitas por las violaciones constantes del derecho del pueblo palestino, al que masacra y trata de extinguir por hambre y sed?.

Hace falta mucha vergüenza en este mundo para acabar con estos métodos manipuladores de la verdad, pero como dijo José Martí: ”Un principio justo desde el fondo de una cueva, puede más que un ejército”.