No terrorismo

 

Dichiarazione di Giustino Di Celmo

 

 

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Si sta ancora aspettando giustizia per Fabio
 

05.09 - “Nessun dolore può essere più grande della morte di un figlio ed a maggior ragione quando è causata da un fatto violento e crudele”... In questo modo, con evidente dolore, ha parlato Giustino di Celmo nel ricordare i 15 anni trascorsi dal vile assassinio di suo figlio, Fabio di Celmo, avvenuto a Cuba il 4 settembre del 1997, vittima di uno degli atti terroristi più crudeli della storia del paese.

Durante la giornata in ricordo di Fabio nel Copacabana, hotel de L’Avana, dove la vita del giovane di 32 anni fu stroncata da un’esplosione criminale, Giustino ha ricordato come, il giorno prima della morte di suo figlio e quando le istallazioni turistiche cubane erano bersaglio del terrorismo organizzato da Luis Posada Carriles, lui chiese a Fabio di stare attento. “Non potevo immaginare che il giorno seguente me lo avrebbero portato via”, ha dichiarato.

“Dalla morte di Fabio ho giurato che non mi sarei fermato fino a quando non fosse stata fatta giustizia. Voglio partecipare a tutte le lotte di questo paese per la giustizia”, ha affermato l’anziano di 92 anni, che ha ringraziato per l’appoggio che durante tutti questi anni gli ha offerto Cuba.

“Questo popolo, il mio popolo di Cuba, posso affermare senza nessun dubbio che è il più umano di questo pianeta”.

Durante l’omaggio ha preso la parola anche Odalys Pérez, figlia di una delle vittime dell’orrendo crimine di Barbados del 1976, la quale ha affermato che sarà fatta giustizia alle migliaia di famiglie che soffrono per i crimini di Posada Carriles soltanto quando questi sarà estradato in Venezuela.

La celebrazione è stata presieduta da Rolando Alfonso Borges, membro del Comitato Centrale e capo del Dipartimento Ideologico e da Kenia Serrano, presidentessa dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli. Nell’occasione due pionieri, a nome del popolo, hanno deposto un omaggio floreale dinnanzi ad una foto del giovane italiano.

Per l’occasione, gli atleti della selezione nazionale di calcio hanno consegnato a Giustino un pallone firmato da tutti i componenti della squadra, un omaggio speciale per Fabio.

Alla cerimonia in ricordo del giovane hanno partecipato anche i familiari dei Cinque, membri del Comitato dei Familiari delle Vittime del Terrorismo, dirigenti del Partito e del Governo, oltre ai lavoratori del Copacabana.

L’Avana 4 settembre 2012

 

Nessun dolore può essere più grande della morte di un figlio, accresciuto inoltre, se questa è provocata da un fatto violento e crudele... 

 

15 anni fa, il 4 settembre del 1997, una bomba assassina, collocata nel lobby dell’Hotel Copacabana, spense la vita di Fabio Di Celmo, mio figlio, il mio  Fabietto, un giovane che aveva vissuto solo 32 anni quando divenne la vittima innocente di un’azione di terrorismo che riempì di disperazione e di dolore tutta la mia famiglia…

  

Recentemente, il 1º giugno del 2012, nel giorno in cui Fabio avrebbe compiuto 47 anni, è morta sua mamma, Ora Bassi, la mia compagna per più di sessant’anni, la mia sposa, il mio amore. Ora aveva sopportato con me la pena d’aver perso Fabio, il più piccolo dei nostri figli. Lei è morta senza la consolazione di sapere che l’organizzatore e mandante di quell’azione di terrorismo era stato giudicato per il suo crimine. E questo non è giusto.

 

Luis Posada Carriles è stato l’organizzatore dell’azione di terrorismo che ha ucciso mio figlio.  Non potrò mai dimenticare le dichiarazioni di questo criminale pubblicate dal The New York Times il 12 e 13 luglio del 1998, quando, dopo aver ammesso che aveva pagato la mano assassina del mercenario di El Salvador che aveva messo la bomba nel Copacabana, senza nessuna vergogna confessò alla giornalista che non era preoccupato per la morte di Fabio e che dormiva come un neonato, perchè “l’italiano si trovava nel posto sbagliato e nel momento sbagliato”...

 

Indubbiamente, nonostante le tante denunce, Luis Posada Carriles, terrorista noto e confesso, cammina liberamente per le strade di Miami e riceve omaggi  e onori dalla mafia cubano-americana e dall’estrema destra degli Stati Uniti d’America.

 

La farsa del suo processo a El Paso, in Texas, ha fatto traboccare il calice... è stato processato solo per aver mentito, anche se era stato dimostrato che lui è il mandante della morte di Fabio... 

 

Io chiedo: “Com’e possibile che un paese che sostiene di condannare il terrorismo, dia asilo a questo terrorista, con una lunga storia di crimini, che include l’esplosione di un aereo della CUBANA in Barbados, l’assassinio di centinaia di venezuelani e la morte di mio figlio?”

 

“Com’è possibile che il governo degli Stati Uniti includa Cuba in una lista di paesi terroristi, quando Cuba è stata vittima delle azioni di terroristi, organizzate da criminali, che le autorità hanno protetto e pagato?”

 

“Perchè i grandi mezzi di comunicazione non parlano dei Cinque antiterroristi cubani che sono detenuti nelle prigioni nordamericane per aver cercato d’ostacolare le azioni dei terroristi contro Cuba, mentre i veri terroristi vivono liberamente negli Stati Uniti?”

 

“Com’è possibile che i grandi mezzi di comunicazione tacciano di fronte a tanta ingiustizia e neghino al popolo nordamericano l’opportunità di conoscere la verità?”

 

Potrei fare molte domande che renderebbero interminabile questa mia dichiarazione. Le risposte confermerebbero la doppia morale del governo degli Stati Uniti, della grande stampa di fronte al terrorismo.

 

Voglio solo dire  a tutti che io sono un uomo di pace e un lavoratore.

 

Un uomo di 92 anni che, nonostante il suo dolore,  non annida meschini sentimenti di vendetta. Da quando Fabio è morto, ho giurato di non riposare sino a quando non si farà giustizia e sono rimasto a Cuba. Voglio partecipare a tutta la  lotta che sta conducendo questo paese per la giustizia. 

 

Io ho giurato di restare a Cuba sino all’ultimo istante della mia vita perchè, come ho già detto molte volte, io vedo Fabio tutti i giorni per le strade de L’Avana, nel campo dove giocava al calcio, nel ristorante che lui aveva sognato e che oggi porta il suo nome. Passo tutti i giorni  nella casa dove Fabio viveva,  e sento che così lo sto badando, perchè un buon padre non abbandona mai i suoi figli.

 

Ringrazio molto tutte le persone che mi hanno detto una frase di conforto, coloro che non mi hanno abbandonato in questa lotta per la verità e la giustizia, coloro che lavorano per rompere il muro di silenzio sulle azioni di terrorismo contro Cuba,  i Cinque cubani infiltrati nei gruppuscoli della mafia di Miami che hanno messo a rischio la loro vita, la loro famiglia e la loro felicità, ostacolando le azioni criminali come quella che ha ucciso mio figlio.

 

Ringrazio il Governo e il Partito Comunista di Cuba, l’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli, l’Associazione di Amicizia Italia Cuba, La Villetta, il Comitato Fabio di Celmo, AsiCubaUmbria, e tutte le istituzioni che in Cuba e in Italia mi hanno sostenuto in questo impegno.

 

Un ringraziamento molto speciale al popolo di Cuba, ad ognuna di quelle persone che incontro per strada e mi abbracciano in nome di Fabio.

 

Tutti mi fanno sentire che i Di Celmo non siamo soli, continuando a reclamare GIUSTIZIA per Fabio di fronte alle orecchie sorde del governo che ospita il mandante...

 

Infine voglio inviare i miei ringraziamenti e il mio rispetto al Comandante Fidel Castro.

 

Voglio che Fidel sappia che non abbandonerò la lotta per far sì che Luis Posada Carriles e tutti gli altri terroristi siano consegnati alla giustizia.

 

Condannerò sempre l’ipocrisia e la doppia morale del governo degli Stati Uniti e non mi stancherò di sostenere la mia decisione di lottare sino all’ultimo momento della mia vita. 

 

Sogno d’abbracciare di nuovo Fidel, come un giorno lui abbracciò Ora e me, e dirgli: “Ha visto mio Comandante che è stata fatta giustizia... i terroristi sono stati condannati ... nessuno più piangerà per i loro crimini come abbiamo pianto  Tiziana, Livio, mia moglie ed io!”

 

Chiedo a tutti voi di permettermi di realizzare questo sogno. Insieme ci riusciremo se denunciamo l’ingiustizia e la doppia morale degli imperialisti, se lottiamo perchè Luis Posada Carriles sia estradato in Venezuela e giudicato per i suoi crimini, se lottiamo per la libertà dei Cinque e per la pace, in un mondo migliore per tutti.

 

Molte grazie

 

Giustino Di Celmo

 

 

Fabio è tra di noi, sempre!
Ringraziamenti e ricordo

 

 

3 settembre 2012 - www.granma.cu

 

 

Stimata ambasciatrice e stimato console, cara Acela: domani sarà un giorno molto triste… nel quotidiano d’Italia più diffuso, la Repubblica, e nel Secolo XIX di Genova (scusate ma devo continuare a scrivere in italiano), ho fatto pubblicare un necrologio di ricordo per i 15 anni dalla morte di Fabio, in cui diciamo che non è stata fatta giustizia, ma che continueremo a cercarla e soprattutto ringraziamo il popolo cubano e tutti quelli che in questi anni ci hanno aiutato a tenere viva la memoria di Fabio.

 

Grazie ancora a tutti voi!

 

Tiziana Di Celmo

Tel. 320 43 40 250

mail: tiziana.dicelmo@provincia.bologna.it

 

 

Giustizia per Fabio Di Celmo


15° anniversario della

morte di Fabio Di Celmo

 

4.9.12 - www.granma.cu

 

 

Il 4 settembre 1997, a causa di un attentato terroristico nella hall dell'Hotel Copacabana, a La Habana, perdeva la vita il giovane imprenditore italiano Fabio Di Celmo.

 

Da quel giorno sono passati quindici anni, ma né Fabio né i suoi  familiari hanno avuto un briciolo di giustizia, nonostante  siano perfettamente noti l'esecutore e il mandante di quell'attentato.

 

Luis Posada Carriles, terrorista internazionale, che per diversi anni ha  insanguinato vari paesi dell'America Latina, ha pubblicamente confessato  nel giugno 1998, in un'intervista alla giornalista statunitense Ann Louise Bardach, di essere l'ideatore e il mandante - e di assumersi tutta la responsabilità - degli attentati avvenuti nel 1997 in diversi  hotel di Cuba. Di questa lunga intervista esiste il filmato e il testo è  stato pubblicato sul quotidiano The New York Times.

 

Nonostante una prova come questa, Luis Posada Carriles non è mai stato perseguito dalla Giustizia nordamericana neppure per una sola delle  molteplici azioni di terrorismo di cui è responsabile. Vive tranquillamente negli Stati Uniti, che gli offrono riparo dalle richieste di estradizione di Cuba e del Venezuela,dalle cui prigioni è  evaso mentre scontava la pena per l'attentato dell'ottobre 1976 contro un aereo civile della Cubana de Aviación, costato la vita a 73 persone.

 

Chiediamo, pertanto, al Governo italiano e alla Giustizia italiana di  svolgere il loro compito, senza essere succubi di altri poteri, e di  rivendicare fermamente l'estradizione in Italia di Luis Posada Carriles  affinché venga processato come mandante, confesso, dell'attentato in cui è rimasto ucciso un cittadino italiano.

 

L'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, in questa triste ricorrenza, esprime la sua solidarietà ai familiari di Fabio e rinnova il suo impegno per l'affermazione della verità e della giustizia.

 

Segreteria Nazionale

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.