Il "giornalismo indipendente"

che gli USA diffondono a Cuba

 

 

4 novembre 2012 - Iroel Sanchez Pubblicato in CubaAhora 

 

 

In un cablogramma inviato a Washington il 27 aprile 2006, pubblicato da Wikileaks, il Capo della Sezione di Interessi degli Stati Uniti a Cuba, Michael Parmly, riferiva la riunione che ebbe con due "attivisti pro-democrazia" che gli chiedevano di "riconsiderare la sua punizione" a dieci cittadini cubani "i cui privilegi d'internet erano stati revocati per disturbare, ripetutamente, altri utenti, maltrattare il personale della SINA o commettere altri delitti". Ma, come appare nel documento, gli interlocutori di Parmly attribuirono la comparsa di queste persone su una "lista nera" al fatto che non scrivevano riguardo altri "dissidenti" importanti per gli Stati Uniti o parlavano male degli stessi.

Raul CapoteRaul Antonio Capote che fu reclutato per la CIA dalla stessa SINA, parla in un libro pubblicato dopo aver svelato la sua condizione di agente doppiogiochista al servizio della Sicurezza dello Stato di "uno spazio all'interno della SINA, creato per facilitare l'accesso ad Internet per la dissidenza; era un locale con circa 12 computer con accesso a Internet e una biblioteca ben fornita di libri e riviste su vari argomenti".

 

Capote dice: "I rappresentanti della controrivoluzione erano in possesso di uno spazio sicuro per ricevere materiali, informazioni e istruzioni dai loro capi nord americani. A tutti era dato un pass permanente che consentiva loro di accedere alla Sezione di Interessi degli Stati Uniti senza problemi, non dovevano fare la coda per entrare e avevano la priorità assoluta su tutte le altre persone che venivano alla SINA per impegni diversi."


"Il posto era un vero e proprio antro, con diversi esemplari rappresentativi della peggiore fauna anti-nazionale. I funzionari e gli impiegati del locale si lamentavano di piccoli furti che spesso si verificavano lì, della maleducazione di molti dei partecipanti e della impropria condotta che provocò che alcuni fossero espulsi."(...)
 

"Un folto gruppo di cosiddetti giornalisti indipendenti, attivisti dei diritti umani e della società civile, ecc. venivano ogni giorno alla SINA per raccogliere, da alcune cassette appositamente create per loro, stampati contenenti notizie della stampa USA, articoli d'opinione e altri materiali su Cuba. Quotidiani come El Nuevo Herald e il Diario de las Americas, estratti stampati delle principali pagine web di Miami, giornali pubblicati in quella città, CD, DVD e memorie USB, con registrazioni televisive di TV Martí e di altri canali TV della Florida, registrazioni di Radio Martí ecc, materiali pieni di veleno che erano poi distribuiti in tutto il paese."

"Si poteva vedere i dissidenti uscire dall'Ufficio d'Interessi caricati con grandi buste gialle, dove portavano decine di questi materiali."

Dal 2008 c'è una nuova amministrazione a Washington, ma le cose non sono cambiate molto, a giudicare da una recente
dichiarazione del Ministero degli Esteri cubano che dice che la SINA: "ha continuato a realizzare attività illegali che non hanno nulla a che vedere con le funzioni di una missione diplomatica e che consistono nel promuovere, sostenere, istruire, addestrare, finanziare e rifornire con mezzi e tecnologie diverse i suoi mercenari in Cuba. I diplomatici di questo ufficio incitano in continuazione queste persone, che rispondono agli interessi degli Stati Uniti contro Cuba, in cambio di una buona retribuzione in denaro, ad essere protagonisti di azioni di provocazione, e ad inscenare campagne di manipolazione della realtà del paese e agire contro l’ordine costituzionale cubano."

Né i media come El Nuevo Herald hanno cambiato la qualità dei loro contenuti. Per illustrare la risposta del portavoce del Dipartimento di Stato alla dichiarazione cubana, riconoscendo l'addestramento a coloro che gli stessi suoi funzionari qualificano come delinquenti, il quotidiano, in spagnolo, di Miami usa una foto di un Centro culturale del governo cubano in un incontro di blogger e utenti di Twitter il 1° luglio 2011, facendolo apparire una sorridente professoressa della Facoltà di Comunicazione dell'Università di L'Avana come visitante dell' "antro" descritto da Raul Antonio Capote. Questo è il modello di "giornalismo indipendente" che gli USA diffondono tra i suoi ciber soldati a Cuba.

 

 


La foto utilizzata da El Nuevo Herald in un post de
La pupila insomne del 3 luglio 2011

 

 

 

El “periodismo independiente” que Estados Unidos difunde en Cuba

Iroel Sánchez http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

En un cable enviado a Washington el 27 de abril de 2006, dado a conocer por Wikileaks, el Jefe de la Sección de Intereses de Estados Unidos en Cuba, Michael Parmly, reportaba la reunión que sostuvo con dos “pro-democracy activists” que pidieron “reconsiderar su castigo” sobre diez ciudadanos cubanos “cuyos privilegios de Internet les fueron revocados por molestar repetidamente a otros usuarios, maltratar a personal de la SINA o cometer otros delitos”. Pero, según aparece en el documento, los interlocutores de Parmly atribuyeron la aparición de estas personas en una “lista negra” a que no escribían sobre otros “disidentes” importantes para EE.UU., o hablaban mal de los mismos.

Raúl Antonio Capote, quien fuera reclutado para la CIA por la propia SINA, habla en un libro que publicó luego de darse a conocer su condición de agente doble al servicio de la Seguridad del Estado de “un espacio dentro de la SINA, creado para facilitar el acceso a Internet de la disidencia, contaba con un local dotado aproximadamente con 12 computadoras conectadas a Internet y una biblioteca bien surtida de libros y revistas de temas variados”. Dice Capote:

“Los representantes de la contrarrevolución disponían así de un espacio seguro para recibir materiales, información e instrucciones de sus jefes norteamericanos. A todos se les entregaba un pase permanente que les permitía acceder a la Sección de Intereses de los Estados Unidos sin problemas, no tenían que hacer cola para entrar y tenían prioridad absoluta sobre el resto de las personas que acudían a la SINA para gestiones diversas.”

“El lugar era un verdadero antro, con diversos especímenes representativos de la peor fauna antinacional. Los funcionarios y empleados del local se quejaban de pequeños robos que ocurrían allí con frecuencia, de la mala educación de muchos de los asistentes y de la conducta impropia que provocó que algunos fueran expulsados.”

(…)

“Un grupo importante de los llamados periodistas independientes, activistas de derechos humanos y de la sociedad civil, etc. acudían diariamente a la SINA para recoger, de unas casillas especialmente diseñadas para ellos, impresos que contenían noticias de la prensa norteamericana, artículos de opinión y otros materiales sobre Cuba. Periódicos como El Nuevo Herald y el Diario de las Américas, extractos impresos de las principales páginas electrónicas de Miami, revistas editadas en esa ciudad, CDs, DVDs y memorias flash, con programas grabados de TV Martí y otros canales de televisión de la Florida, grabaciones de Radio Martí etc., materiales colmados de ponzoña que eran distribuidos luego por todo el país.”

“Podía vérseles a los disidentes salir de la Oficina de Intereses cargados con unos grandes sobres amarillos, donde portaban decenas de esos materiales.”

Desde 2008 hay un nuevo gobierno en Washington pero las cosas no han cambiado mucho, a juzgar por una reciente declaración de la cancillería cubana que plantea que la SINA:

“ha continuado realizando actividades ilegales, que nada tienen que ver con las funciones de una misión diplomática y que consisten en promover, asesorar, instruir, entrenar, financiar y abastecer con medios y tecnologías diversas a sus mercenarios en Cuba. Diplomáticos de esa oficina incitan permanentemente a estas personas, que responden a los intereses del Gobierno de los Estados Unidos contra Cuba a cambio de una buena retribución monetaria, a protagonizar acciones provocadoras, desplegar campañas de manipulación sobre la realidad del país y actuar contra el orden constitucional cubano.”

Tampoco medios como El Nuevo Herald han modificado la calidad de sus contenidos. Para ilustrar la respuesta de la vocera del Departamento de Estado a la declaración cubana, reconociendo el entrenamiento a quienes sus mismos funcionarios califican como delincuentes, el diario hispano de Miami utiliza una fotografía de un Centro cultural del gobierno cubano en un encuentro de blogueros y tuiteros el 1 de julio de 2011, haciendo aparecer a una sonriente profesora de la Facultad de Comunicación de ls Universidad de La Habana como visitante del “antro” descrito por Raúl Antonio Capote. Así es el modelo de “periodismo independiente” que Estados Unidos difunde entre sus cibersoldados en Cuba. (Publicado en CubAhora)

La foto utilizada por El Nuevo Herald en un post de La pupila insomne el 3 de julio de 2011