L'estrema destra di Miami dichiara

guerra all'arcivescovo Wenski

 

 

 

 

13 gennaio 2012 -  di Edmundo Garcia http://cambiosencuba.blogspot.com/

 

 

 

 

Il reinventore della lingua spagnola racconta in 'L'autunno del patriarca' che alla morte della madre del caudillo questi, senza essersi verificato alcun  miracolo, né  richiesta di processo di beatificazione, esigette al Vaticano la canonizzazione immediata della progenitrice; che benché avesse vissuto in caserme, era in cielo. Capirete che al Papa non rimaneva altra scelta che restituire un assoluto "Non c'é santa che tenga". Racconta García Márquez che il potente orfano montò in una tale collera che si rivolse al suo segretario e gli ordinò: "Emetti immediatamente una dichiarazione di guerra contro la Santa Sede".
 

Da ieri mattina, nel suo accampamento radiofonico, Ninoska Lucrecia Pérez Castellón, portavoce ieri di Jorge Mas Canosa ed oggi di Ileana Ros-Lehtinen, Mario e Lincoln Diaz-Balart e anche di David Rivera, ha dichiarato guerra all'Arcivescovo di Miami Thomas Wenski, che pretende guidare un pellegrinaggio di fedeli a Cuba durante la visita che Papa Benedetto XVI terrà tra il 26 e 28 marzo prossimo.


Io ricordavo ieri nel programma “La tarde se mueve” che queste azioni hanno una storia. Una storia in cui molte cose cambiano, meno l'atteggiamento di alcuni personaggi della destra.

 

Nel 1998 il Papa Giovanni Paolo II visitò Cuba e l'allora Arcivescovo di Miami John Favarola aveva cercato di fare una crociera a L'Avana con fedeli cattolici per corrispondere, come arcidiocesi, alla presenza del Santo Padre. Cosa successe? Bene, membri  della destra cubano-americana cominciarono a esercitare pressioni su Favarola creando un ambiente tanto ostile, che questi rinunciò al suo bel progetto.
 

Dicono, qui a Miami, che Mons. Favarola non si riprese da tale decisione. Che esercitò la sua missione arcivescovile in modo tranquillo, senza pena né gloria, e che quando arrivò il momento di presentare le dimissioni le accettarono. E già. Si dice che Papa Giovanni Paolo II fosse disgustato per la mancanza di autorità che una conclusione come quella evidenziò, e forse per questo Mons. Favarola non poté mai mettere il Cappello cardinalizio.
 

La storia si ripeterà? Rinuncerà l'Arcivescovo  Wenski, il polacco, il pellegrino, il corridore audace di Harley Davidson, a portar avanti il suo progetto? Come pure, anche voglio confessare che da Miami si racconta che Mons. Wenski preferisca un anello più pesante e un bastone più grande. A buon intenditore, poche parole. Mons. Wenski ha già richiamato l'attenzione per la sua presenza, insieme ai suoi fedeli, a Cuba in modo irrinunciabile: La Provvidenza lo ha voluto. Qualunque cosa accada, dopo aver posto questi termini, aver posto di mezzo la Provvidenza, l'Arcivescovo Wenski non può tornare indietro. Ma non si tratta solo di Wenski e i fedeli dell'Arcidiocesi di Miami. Cristiani di altre Chiese e parrocchie degli Stati Uniti viaggeranno a Cuba in armonia. Tutti hanno la fiducia della Chiesa, delle autorità e del popolo dell'isola. Nessun eccesso dell'estrema destra potrà rovinare l'incontro. Quindi meglio che rimangano dell'avviso perché con queste persone non c'é possibilità di accordo: "Che Dio ci prenda confessati ... se passasse un'altra cosa".