Il vero uomo

 

 

28.01.13 - www.granma.cu

 

 

Il messaggio di Antonio Guerrero che ha accompagnato l’inaugurazione dell’esposizione nella Fragua Martiana, alla conclusione, alla mezzanotte di ieri, domenica 27, in questo luogo emblematico, della Marcia delle Fiaccole.

 

“Onorare onora”, José Martí.

 

“Se voglio parlare del più elevato esempio d’amore per la patria e l’umanità, se voglio citare un paradigma senza pari di altruismo, intelligenza, onore e dignità, a fior di labbra, dal cuore, mi sgorga il nome di José Martí.

 

Quando i compagni dell’Unione dei Giovani Comunisti mi hanno chiesto di fare una serie di ritratti che esprimessero tappe della sua vita, mi sono sentito molto motivato, ma non avevo a disposizione le immagini che erano necessarie per quell’impegno.

 

Non hanno tardato, grazie a mia sorella, ad inviarmi le foto necessarie, e per questo devo dire che senza l’aiuto rapido ed utile della compagna Isabel Cristina Rivero, del Memoriale José Martí e quindi dell’indimenticabile Liborio Noval e del fraterno fotografo Arturo Suárez, sarebbe stato impossibile realizzare i ritratti a pastello per questo omaggio all’Apostolo, nel 160º anniversario della sua nascita.

 

Mentre realizzavo queste ritratti, mi hanno avvicinato diversi reclusi che mi chiedevano chi era quella persona, e la mia risposta è sempre stata breve ma precisa: “È l’Eroe Nazionale di Cuba, eroe anche di tutta Nuestra America”.

 

La sua vita è stata molto intensa, anche se breve: detenuto a 16 anni per aver espresso le sue già profonde e chiare idee: nessuno lo face tacere, e lui lì scrisse “Il Presidio politico in Cuba”. Molto portato allo studio, si laureò in Diritto, Filosofia e Lettere. Percorse l’Europa e ritornò in America. Lavora in Messico e poi nell’università del Guatemala. Segue da vicino la lotta di Cuba e dopo la fine della Guerra dei dieci anni torna nella sua amata Patria, ma ancora una volta è deportato in Spagna.

 

La sua vita è dedicata a riunire le forze per reiniziare la Guerra Necessaria. Va in Venezuela.

 

Scrive poesie con versi semplici, ma genuini e immensi; crea il quotidiano ‘Patria’ e il ‘Partito Rivoluzionario Cubano’. Non lo fermano nè i suoi problemi personali, nè la sua scarsa salute. Riesce a riunirsi con Maceo in Costarica e più tardi con Gómez a Santo Domingo. Nonostante il fallimento de La Fernandina, non tralascia i suoi impegni e assieme a Gómez giunge alla Manigua cubana, dimostrando che “la miglior maniera di dire è fare”. Morì a Dos Ríos appena cominciata la guerra e aveva solo 42 anni.

 

La sua opera è infinita. Inesauribile il suo pensiero. Immortale il suo esempio.

 

“Ci sono uomini che anche dopo morti danno luce d’aurora” aveva dichiarato, e Martì fu la luce della Moncada ed è la luce eterna della nostra Rivoluzione, con la guida di Fidel e di Raúl.

 

In tutti questi anni di dura e ingiusta reclusione, ci ha accompagnato e per questo, mentre disegnavo ogni linea dei suoi ritratti, conversavo con lui che, con quella forza e certezza delle sue parole, reiterava “ Il vero uomo non guarda da che lato si vive meglio, ma da che lato sta il dovere!”

 

Antonio Guerrero Rodríguez

22 gennaio del 2013

Prigione Federale di Marianna.