Un Quintetto di giganti

Fidel Castro ha definito così I Cinque, che sono reclusi da 15 anni nelle carceri degli Stati Uniti.

 

 

12 settembre 2013 - amicuba

 

 

"Adesso, a questo punto, mi alzo con la mia forte anima”: Walt Whitman.

 

“La continuata cecità di fronte ad ogni evidenza, fa della situazione con i Cinque uno scandalo tale che è difficile parlarne“ ha detto il noto intellettuale Noam Chomsky. 

 

Sono già passati 15 anni dall’arbitrario e irregolare arresto di Fernando González, Ramón Labañino, René González, Antonio Guerrero e Gerardo  Hernández.

 

La storia sarebbe stata un’altra se nel maggio del 1998 il governo degli Stati Uniti avesse prestato attenzione agli avvisi e all’allarme sulle azioni terroristiche promosse, pianificate e finanziate da questo paese contro l’Isola. Nell’aria fluttuano ancora le parole di Gabriel Garcia Marquez nel momento in cui consegnò al capo del personale della Casa Bianca, Mac McLarty, un messaggio del Comandante in Capo Fidel Castro per l’allora presidente  William Clinton.

 

McLarty riconobbe: “Abbiamo un nemico in comune, i terroristi”.

 

La solidarietà internazionale cresce ma la Casa Bianca non ha attuato contro i veri criminali, mentre ci sono ancora quattro innocenti reclusi.

 

Poche persone negli USA sanno che il terrorista Orlando Bosch è stato liberato dalla custodia d’immigrazione dal presidente George Bush padre nel 1990, e che attualmente Bosch  si siede in prima fila quando Bush figlio pronuncia discorsi a Miami.

 

Lo ha spiegato bene l’avvocato  di Fernando González, Joaquín Méndez alla giuria: "Per capire perchè il signor Fernando González ha fatto quel che ha fatto, per intendere e aiutarvi a decidere, perchè lui ha agito così,  è necessario che noi qui, non solo consideriamo quello che il signor Fernando e gli altri hanno fatto qui a Miami; è necessario che guardiamo (...) anche i gruppi di cui stiamo parlando (...) impegnati a cercar di far cadere con la violenza il governo cubano. Parliamo di Alpha 66, parliamo del P.U.N.D., parliamo di Comandos de Liberación, la Fondazione Nazionale Cubano Americana.  Questi sono nomi, C.I.D. (Cuba Indipendente e Democratica). Queste sono organizzazioni  i cui nomi appaiono una e un altra volta  come i nomi di alcuni degli individui vincolati a queste organizzazioni, gente come Orlando Bosch e Luis Posada Carriles, Alfredo Otero, José Francisco "Pepe" Hernández, i fratelli  Novo Sampoll, Gaspar Jiménez Escobedo, Roberto Martín Pérez.  

Questi sono i nomi di persone di Miami, lì coinvolte con gruppi dell’esilio o individualmente, il cui proposito è distruggere Cuba in qualsiasi forma.

 

Il lavoro realizzato dai Cinque con il rischio della loro stessa vita, li ha trasformati in un Quintetto di Giganti, come ha dichiarato Fidel Castri in una delle prime Tribune Aperte della Rivoluzione dedicate al reclamo della loro libertà, durante la quali aveva sottolineato le virtù di questi uomini, con conoscenze elevate e profonde convinzioni morali e rivoluzionarie.

 

 

IL TERRORISMO IN AZIONE

 

 

Da trionfo della Rivoluzione le azioni criminali contro l’Isola sono costate la vita di 3478 cubani e l’invalidità di 2099. Inoltre sono conseguenze di questi fatti terroristici centinaia di tentativi d’omicidio di dirigenti della Rivoluzione, sabotaggi all’agricoltura, l’introduzione nell’Isola di plaghe e virus, gli assalti dalle coste, le violazioni degli spazi aerei, gli attentati, la collocazione di bombe a di altri ordigni esplosivi in settori chiave dell’economia e danni ai materiali che sono incalcolabili.

 

Durate il decennio  dal 1990 al 2000, sono stati organizzati 108 piani terroristici contro Cuba, sia dentro il territorio nazionale che contro le sue delegazioni diplomatiche all’estero, danneggiando anche i paesi nei quali si eseguono le azioni criminali.

 

Il punto più terribile della scalata fu nel 1997, quando a L’Avana scoppiarono dieci bombe, tutte nelle installazioni turistiche e una assassinò il giovane italiano Fabio di Celmo.

 

Dopo i deplorevoli avvenimenti dell’11 settembre, se il Governo degli Stati Uniti avesse voluto davvero lottare contro il terrorismo, avrebbe condannato la mafia terrorista di Miami, invece di condannare i Cinque, che la combattevano.

 

È una doppia morale, che pone in evidenza la complicità della Casa Bianca con la destra più reazionaria in questa città del sud della Florida.

 

 

I MOMENTI DELL’APPELLO

 

 

Dopo lo svolgimento di un’udienza orale, il 10 marzo del 2004,le parti risposero alle domande dei giudici sui temi principali dell’appello per rivedere le prove e le documentazione  del caso. Il gruppo dell’Undicesimo Circuito di Atlanta dettò una sentenza che fu pubblicata il 9 agosto del 2005.

 

In quella decisione i magistrati rispondevano solamente al primo degli elementi presentati dalla difesa, quello relazionato con  il luogo dove si era svolto il processo

Il 9 agosto del  2005 un gruppo di giudici dell’Undicesimo Circuito d’Appello di Atlanta annullò le condanne del 2001, inflitte ai Cinque. 

 

I giudici dell’Appello stabilirono che “Il forte pregiudizio della comunità contro Fidel Castri e il Governo cubano e i suoi agenti, con la pubblicità che ha circondato il processo, e altre azioni della comunità si sono combinati per creare una situazione in cui non potevano ottenere un processo giusto e imparziale.

 

La loro decisione coincise con una precedente del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite per le Detenzioni Arbitrarie, che aveva stabilito che la condanna era arbitraria e contraria al diritto internazionale.

 

Il 9 agosto del 2006, esattamente un anno dopo la decisione del gruppo di tre giudici della Corte di Atlanta di revocare le condanne dei Cinque cubani, il plenum di questa stessa corte, per maggioranza annullò questa decisione, ratificando le condanne e negò la realizzazione di un nuovo processo. ordinando d’inviare nuovamente il caso al gruppo per la considerazione degli aspetti restanti.

 

Un’azione dopo l’altra in un processo che diventò infinto. Poi una nuova sentenza che ha ratificato le condanne dei Cinque, ha sollecitato la revisione delle sentenze di tre degli accusati: Antonio Guerrero, Ramón Labañino y Fernando González.

 

Ricardo Alarcón, allora presidente dell’Assemblea Nazionale, disse della   nuova conclusione di  Atlanta, che: “Significa che si ratifica e si pone in vigore la decisione adottata il 4 giugno del 2008 dal gruppo dei giudici incaricati dalla Corte d’esaminare il caso, lo stesso gruppo che nel 2005 aveva revocato le condanne dei cinque ed ordinato un nuovo processo per considerare che non avevano avuto un equo processo.”

 

Ricordiamo le parole di Fidel Castro nella sessione straordinaria del Parlamento del 29 dicembre del 2001, quando disse: “Ripeto e sottolineo che ritorneranno!”

 

Perchè sono Eroi?

 

Per aver compiuto con esemplare dedizione, dignità e fermezza la sacra missione di difendere la Patria,  proteggerla dal terrorismo, correndo gravi pericoli per le loro vite e sopportando enormi sacrifici nel luogo più ostile, aggressivo e corrotto e perchè  la loro condotta esemplare costituisce un esempio straordinario che li fa meritevoli del più alto riconoscimento e della gratitudine del popolo cubano.

 

Il 29 dicembre del 2001, durante una sessione straordinaria e solenne dell’ Assemblea Nazionale del Potere Popolare, si stabili di concedere ai Cinque il titolo onorifico di Eroe della Repubblica di Cuba.