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Conflitti di bassa intensità:

 

La scommessa di destabilizzare la Bolivia

 

 

25.3.2013  - Patricio Montesinos www.granma.cubaweb.cu

 

 

Data la mancanza di credibilità e di leadership, la destra boliviana, con chiare indicazioni del regime degli Stati Uniti, scommette sui conflitti locali a bassa intensità per indebolire il governo del presidente Evo Morales, e creare un'immagine di caos in vista delle elezioni del 2014 in questa nazione andina.

Da ora i malconci partiti oppositori e i loro leader senza leadership e sostegno alcuno, saggiano la strategia di corrodere l'unità dei boliviani in diverse punti del territorio nazionale, istigando ed esacerbando antiche differenze territoriali ed etniche.

Washington ed i suoi sudditi in questo stato del sud America non hanno altra scelta che scommettere per promuovere il razzismo e aggiungere benzina su vecchie divergenze tra gli abitanti delle città e della campagna, eredità del colonialismo spagnolo e dei precedenti governi neoliberali.

Lo scopo è quello di cercare di erodere l'esecutivo della Bolivia e in particolare il suo presidente, prima delle elezioni del prossimo anno, in cui Morales appare come il vincitore finale, in assenza di un avversario con possibilità reali di affrontarlo.

L'amministrazione degli Stati Uniti e i suoi tentacoli destabilizzatori, impegnati a interrompere a tutti i costi il ​​processo rivoluzionario di cambiamento che va in scena in questo paese dell'America latina e rovesciare il suo leader, sanno molto bene il deterioro in cui versa la destra tradizionale boliviano.

Sanno allo stesso modo che non si vede un candidato dell'opposizione che possa rivaleggiare con Morales, anche se ha cercato costruirlo senza ottenere, fino ad ora, il loro obiettivo.

D'altra parte, sono consapevoli dei trionfi ottenuti in questi ultimi tempi dal presidente della Bolivia in diversi scenari, che hanno favorito l'unità di questo paese, e le hanno fornito un noto prestigio a livello mondiale.


Tra le vittorie, si evidenzia l'aver collocato nell'arena pubblica internazionale la ripetuta
richiesta marittima della Bolivia al Cile per il suo accesso al mare, che ha anche avuto un grande impatto sulla scena politica nazionale, ed è diventato un elemento in più di
supporto per Morales.

Si evidenzia anche il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite dell'
acullico (masticazione delle foglie di coca), e la promozione da parte dell'organizzazione mondiale della Quinoa, un ancestrale cereale di eccezionali proprietà nutrizionali coltivato in queste terre andine.

Nessuno dubita, neppure Washington, che Morales è diventato un leader latino-americano, e un pericolo per gli interessi di dominazione della Casa Bianca in questa regione, per le sue chiare posizioni antimperialiste e a favore dell'integrazione della Patria Grande.

Non sono state poche le occasioni in cui il presidente boliviano ha denunciato gli Stati Uniti per la sua mancanza di rispetto e di ingerenza negli affari dell'America Latina, per le sue flagranti violazioni dei diritti umani, e per la sua politica di imposizione e di oppressione.

Più chiaro dell'acqua, Morales è oggi un ostacolo per l'amministrazione statunitense, che deve cercare di deporlo a qualsiasi prezzo.

 

Conflictos de baja intensidad: La apuesta para desestabilizar Bolivia

 

Patricio Montesinos

 

Ante la falta de credibilidad y liderazgo, la derecha boliviana, con claras indicaciones del régimen de Estados Unidos, apuesta por los conflictos locales de baja intensidad para desgastar al gobierno del presidente Evo Morales, y crear una imagen de caos de cara a las elecciones del 2014 en esta nación andina.

Desde ya los maltrechos partidos opositores, y sus cabecillas sin protagonismo y respaldo alguno, ensayan la estrategia de corroer la unidad de los bolivianos en diferentes puntos de la geografía nacional, instigando y exacerbando añejadas diferencias territoriales y étnicas.

Washington y sus súbditos en este Estado sudamericano no tienen otra alternativa que apostar por promover el racismo y echarle leña a viejas divergencias entre los habitantes de las ciudades y del campo, heredadas del colonialismo español y de predecesores gobiernos neoliberales.

El propósito es tratar de erosionar al ejecutivo de Bolivia y especialmente a su Mandatario, previo a los comicios del venidero año, en los cuales Morales se vislumbra como eventual vencedor, ante la falta de un contrincante con posibilidades reales de enfrentarlo.

La administración norteamericana y sus tentáculos desestabilizadores, empeñados en interrumpir a toda costa el proceso revolucionario de cambios que se escenifica en este país latinoamericano y destronar a su líder, conocen muy bien lo descalabrada que está la derecha tradicional boliviana.

Saben de igual manera que no se vislumbra un candidato opositor que pueda rivalizar con Morales, pese a que han intentado construirlo sin conseguir hasta el momento su objetivo.

De otro lado, están al tanto de los triunfos logrados en los últimos tiempos por el Presidente de Bolivia en diferentes escenarios, que han favorecido la unidad de este país, y le han proporcionado un notorio prestigio a nivel mundial.

Entre esas victorias, sobresale el haber colocado en la palestra pública internacional la reiterada demanda marítima de Bolivia a Chile por su salida al mar, lo cual ha tenido además un gran impacto en el panorama político nacional, y se ha convertido en un elemento más de respaldo a Morales.

También destacan el reconocimiento por la ONU del acullico (masticado de la hoja de coca), y la promoción por esa organización mundial de la Quinua, un ancestral cereal de excepcionales propiedades nutritivas cultivado en estas tierras andinas.

Nadie duda ni siquiera Washington, que Morales se ha convertido en un líder latinoamericano, y en un peligro para los intereses de dominación de la Casa Blanca en esta región, por sus rotundas posturas antimperialista y a favor de la integración de la Patria Grande.

No han sido pocas las ocasiones en que el mandatario boliviano ha denunciado a Estados Unidos por su irrespeto e injerencia en los asuntos de América Latina, por sus flagrantes violaciones de los derechos humanos, y por su política de imposición y opresión.

Más claro que el agua, Morales es hoy un escollo para la administración norteamericana, al que hay que tratar de deponer a cualquier precio.