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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

 

Quelli che muoiono per la vita…

(testo e video in memoria di Chávez)

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=zyy-dbgD3Lk

 

 

 

8.03.2013 - Testo di Vincenzo Basile (Capítulo Cubano)
 

 

 

"Lì si è perso l’uomo di questo secolo, il suo nome e cognome sono fucile contro fucile. Tutto il terzo mondo va a seppellire il suo dolore. Con grandine di piombo farà la sua fossa d’onore, la sua canzone". Silvio Rodriguez – Fusil contra Fusil


Risulta sempre estremamente difficile scrivere un necrologio degno della persona che si vuole ricordare. Nei momenti di tristezza, di dolore immenso, le parole che vorrebbero riassumere una vita intera sembrano tutte prive di qualsiasi contenuto, senza alcuna importanza. E il compito risulta essere ancora più duro se si tratta di un uomo come il caro e umano Comandante Chávez, un uomo che ha scritto una pagina fondamentale della storia di un continente martoriato da secoli, se si tratta -quindi- non solo di ricordare l’intima caratteristica di un individuo, ma di celebrare la sua opera storica e la invincibile eredità che lascia per le future generazioni venezuelane, latinoamericane e di tutto il mondo decente.

 

Chávez muore e nasce un eroe, diranno in molti; ed è vero, non vi è alcun dubbio. Lo ha ribadito, poche ore dopo aver ricevuto il tragico annuncio, l’amico presidente ecuadoriano Correa il quale -parafrasando Alí Primera in un messaggio carico di intensa commozione- ha detto che quelli che muoiono per la vita non possono essere considerati morti. Una frase così semplice ma al tempo stesso così potente. Una frase che in undici parole rende vano ogni impossibile tentativo di scrivere lunghe storie e biografie appassionanti. D'altra parte, chi mai avrebbe il coraggio di sintetizzare le gesta di un uomo leggendario in pochi paragrafi? Sarebbe impossibile parlare ampiamente dell'uomo, del militare, del presidente, del rivoluzionario, del compagno, del visionario, delle infinite sfaccettature di quest’eroe latinoamericano.


Tutto ciò che si può dire è che gli umani sentimenti, come il dolore per la perdita, l'incertezza iniziale e il disprezzo dinanzi ai festeggiamenti dei cosiddetti esiliati venezuelani della Florida e all’indecente campagna mediatica di molti media d'importanza mondiale, in pochi giorni lasceranno spazio alla sicurezza, alla convinzione inconfutabile che Chávez non era un uomo visionario, Chávez è un popolo. Pertanto è giusto che ora il terzo mondo pianga la sparizione fisica dell’amico Comandante. Domani, o forse un po' più tardi, il dolore si trasformerà in pura energia rivoluzionaria e si sveglieranno centinaia di milioni di nuovi Chávez -per il continente e per tutto il mondo- consapevoli che un mondo migliore è possibile se è socialista, popoli degni, guidati dai loro illustri predecessori come José Martí, Simón Bolívar, Augusto César Sandino, Ernesto Che Guevara, Salvador Allende e, da oggi, Hugo Chávez Frías, quelli che morirono per la vita.