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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

 

Sostegno alla richiesta di poteri speciali a Maduro

 

 

  11.09.2013 - www.granma.cu

 

 

Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, e la pubblico ministero generale della Repubblica, Luisa Ortega,  hanno sostenuto la richiesta di una Legge Abilitante presentata dal presidente  Nicolás Maduro per avanzare nella lotta contro la corruzione.

 

In una trasmissione televisiva i due rappresentanti dei poteri pubblici della nazione hanno manifestato il loro appoggio all’iniziativa presidenziale che darà poteri speciali per legiferare durante 12 mesi, sulla base della necessità di stabilire condanne esemplari e l’aumento delle pene contro questo flagello.

 

Cabello  ha detto, parlando alla TV pubblica, che in due o tre settimane sarà approvato il progetto della Legge Abilitante, che si sottoporrà al dibattito in prima e seconda discussione, come ogni legislazione nelle prima sessione ordinaria del Parlamento.

 

Per questo sono necessari almeno tre quinti delle adesioni, cioè il voto di 99 deputati  e gli allineati con il governo sono 98.

 

Nonostante questo, Cabello, che è primo vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela, ha assicurato che: “Per l’urgenza di questa legge che va contro la guerra economica e la corruzione, non possiamo continuare a rimandare. Sarà un processo rapido, ha detto, anche se l’opposizione ha manifestato apertamente contro questo passo”.

 

Di fatto Cabello ha dichiarato la sua fiducia, perchè ci sono deputati onesti anche a destra, che voteranno a favore di questo strumento legale.

 

“Questa legge propone, da una punto di vista etico, una forma di fare politica distinta. Quello che stiamo chiedendo è la trasparenza nello sviluppo amministrativo della gestione politica”, ha aggiunto.

 

Luisa Ortega ha spiegato in un’intervista concessa ad un canale privato, che il presidente costituzionale ha pienamente la facoltà per sollecitare un’abilitazione che gli permetta di dettare leggi ed ha segnalato che questo meccanismo non costituisce novità di sorta nella storia politica del paese.

 

Comunque la Pubblico Ministero ha giudicato l’offensiva contro la corruzione una decisione politica trascendentale. “Per questo il Pubblico Ministero appoggia la proposta di Maduro e se per questo  necessita poteri speciali con una Legge Abilitante, io credo che l’Assemblea Nazionale gli debba affidare questi poteri”, ha sostenuto.

 

Lo stesso Capo dello Stato ha definito la lotta contro la corruzione “cruciale, trascendente, di vita o di morte, per rendere irreversibile la via venezuelana al socialismo.

 

 

LA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE, UNA

PRIORITÀ DEL GOVERNO VENEZUELANO
 

 

 

  10.09.2013 - Jorge Hernández Álvarez Prensa Latina

 

 

Il Governo venezuelano avvia una tenace lotta contro la corruzione, basata sui fatti concreti che avallano la volontà del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, di affrontare questo flagello “a tutti i costi”.


Nei primi quattro mesi del suo governo, il presidente ha fatto diventare la lotta contro questo flagello una priorità dello Stato e con questo scopo ha disposto la realizzazione di indagini speciali che hanno permesso arrestare i funzionari pubblici coinvolti in fatti di questo tipo.


Rispondendo alla determinazione politica di sradicare il flagello, da maggio a luglio di quest’anno sono stati arrestati sette dirigenti della statale Ferrominineraia, tra loro anche Raddwan Sababgh, ex presidente del consorzio.


Le indagini hanno scoperto un defalco miliardario causato al Fondo Cinese – Venezuelano, dove insieme a diversi funzionari di questa istituzione sono stati anche inseriti dirigenti della Compagnia Venezuelana di Manutenzione Industriale.


Hanno anche partecipato funzionari di alto livello dell’Istituto per la Difesa delle Persone nell’Accesso dei Beni e dei Servizi, l’ex dirigente del Servizio Nazionale Integrato dall’Amministrazione Doganale e Tributaria nel porto di La Guaira, e ci sono anche tra gli arrestati, impiegati del Servizio d’Identificazione, di Migrazione e degli Stranieri.


Questi arresti hanno contribuito alla rispettiva depurazione di questi organismi statali, come parte del processo che vuole rendere decente le istituzioni dell’amministrazione pubblica.


Di fatto, dati del Ministero Pubblico hanno rivelato che, tra il 26 luglio scorso ed il 13 agosto, sono state private della libertà 64 persone per la loro partecipazione in fatti di corruzioni.


Tutto ciò come parte del nuovo schema di gestione pubblica messo in marcia dal presidente dello Stato, schema denominato “governo dell’efficienza sulla strada”, dove la lotta contro la corruzione prende forza in un’offensiva indirizzata ad eliminare le condizioni che favoriscono lo sviluppo di condotte di questo genere.


“Chi è corrotto, è antisocialista, tutti i corrotti sono capitalisti sebbene si mettano un basco rosso”, ha affermato ripetutamente il presidente Maduro, raffermando il suo impegno nel combattere la corruzione, “venga da dove venga”, senza distinzione di partiti e di ideologia, allo scopo di costruire un’etica politica e rivoluzionaria.


Però nonostante il Governo abbia avuto una condotta esemplare combattendo la corruzione nelle sue stesse file, l’opposizione ha avuto una reazione diversa nei confronti di questo fenomeno.


Gli esempi più rappresentativi, anche se non sono gli unici perché le indagini proseguono e si annuncia che verranno fuori altri casi, sono quelli del deputato di Prima Giustizia Richard Mardo e di Oscar López, direttore dell’ufficio di Governo di Miranda, seguace dello sconfitto ex candidato alla presidenza per l’opposizione, Henrique Capriles.


Mardo, lo scorso 30 luglio, è stato investigato e l’Assemblea ha deciso togliergli la sua immunità parlamentare, dopo che il Tribunale Supremo ha dichiarato procedente un processo primario di merito per essere presumibilmente coinvolto nei delitti di frode tributaria e di legittimazione di capitali.


Il deputato avrebbe ricevuto 2.449.000 bolivar (569.000 dollari) in 14 conti bancari durante il periodo 2009-2012; il denaro è stato consegnato da persone naturali e dai rappresentanti di ditte, di cui non si conosce l’area di operazioni.


Questa situazione è stata riconosciuta dallo stesso parlamentare, che ha ammesso di aver ricevuto soldi da “persone oneste presumibilmente per aiutare degli altri”.


Sebbene il legislatore abbia confessato di aver violato la Legge, l’opposizione con Capriles a capo, l’ha presentato come una specie di Robin Hood ed ha anche organizzato una dimostrazione a suo favore con lo slogan “Tutti siamo Mardo”, cosa che è stata criticata dai diversi settori del paese, considerando in questo modo che la destra difende la corruzione.


D’altronde il deputato socialista Eloy Mendez, il 30 luglio ha rivelato dei messaggi di posta elettronica che rivelano la divisione dei settori della destra venezuelana per la manipolazione delle risorse e appena due settimane dopo ha esposto in un plenario del Parlamento il caso di Oscar Lopez, anche lui implicato nella corruzione.


Mendez ha presentato le prove contro l’integrante di Prima Giustizia che dimostrano che sarebbe presumibilmente inserito nella legittimazione dei capitali e nella frode tributaria.


Al rispetto, ha riferito tra l’altro, che il direttore del dispaccio del Governo di Miranda avrebbe pagato tra il 17 e il 18 aprile quasi un milione di bolivar (158.000 dollari) all’impresa di festeggiamenti dei Servizi Todelca CA per fare delle feste suntuose.


I pagamenti realizzati fuori dalla campagna elettorale presidenziale, sono stati suffragati da Lopez (con una quantità incompatibile con lo stipendio di funzionario pubblico) e non tramite una figura giuridica come stabilisce la Legge Organica dei processi Elettorali.


In questo modo, mentre seppellivano in Zulia i bambini che il fascismo aveva ammazzato, questi signori stavano facendo delle feste miliardarie pagate da un funzionario pubblico con fatture a suo nome (Oscar López), ha denunciato Mendez facendo riferimento alle vittime della violenza oppositrice, avviata dopo la sconfitta elettorale il 14 aprile.


Questi atti violenti che hanno causato 11 morti sono stati incitati da Capriles, che dopo aver perso il suffragio presidenziale, ha chiesto di non riconoscere i risultati dei comizi e di scaricare l’ira per strada.


Nello stesso modo, il legislatore ha criticato che il governo di Miranda abbia protetto López e sia stato il suo complice ed ha confutato la formazione Prima Giustizia per essere vincolata non solo ai fatti di corruzione e ai reati di lavaggio di denaro, ma anche alla creazione di reti di prostituzione.


Davanti a questo panorama e nel contesto della sua sostenuta lotta contro la corruzione, il presidente Maduro ha annunciato che avrebbe sollecitato al Parlamento una Legge Abilitante “per fare un processo più profondo e stabilire delle norme più rigide per combattere il flagello ed applicare le condanne massime secondo la legislazione”.


Il presidente, che ha invitato l’opposizione a un dibattito pubblico su tutte le denuncie di corruzione che si sono fatte, una per una, ha affermato che presenterà presso l’Assemblea Nazionale “delle relazioni, delle prove e delle proposte concrete che scopriranno tutti coloro che appoggiano i corrotti”.


Per concludere, come esprime il deputato Mendez, ciò che marca i primi mesi del governo del presidente Maduro “ in questa lotta contro la corruzione è che abbiamo messo i corrotti dal basco rosso davanti alla giustizia, mentre i corrotti della borghesia gialla sono protetti dall’opposizione”.