La Comunità internazionale esige la fine

del blocco degli USA contro Cuba

 

 

15.10.2013 - Orlando Oramas Leon www.granma.cu

 

 

La prossima votazione nelle Nazioni Unite di un progetto che esige dagli Stati Uniti  l’eliminazione del blocco di più di mezzo secolo contro Cuba, è stata preceduta da numerose espressioni della comunità internazionale contro questa politica di Washington.

 

Vertici di presidenti, il Consiglio dei Diritti umani e la stessa Assemblea Generale della ONU sono stati alcuni degli scenari nei quali l’opinione pubblica mondiale ha condannato l’assedio imposto all’Isola.

 

Il XXI Vertice dell’Unione Africana, svolto nel maggio scorso ad Addis Abeba, ha fatto un forte richiamo per l’eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba. Nello stesso mese le organizzazioni di Centre Europa - Terzo Mondo, l’Associazione Internazionale degli Avvocati Democratici e l’Associazione Americana dei Giuristi hanno diffuso una dichiarazione congiunta di denuncia al rispetto.

 

Durante la presentazione di Cuba all’Esame Periodico Universale del Consiglio dei Diritti Umani, 22 delegazioni hanno criticato il blocco e lo hanno considerato un ostacolo alla realizzazione dei diritti umani nella nazione dei Caraibi.

 

Il IV Vertice dei capi di Stato e di Governo dell’Associazione degli Stati dei Caraibi, che si è svolto ad Haiti, ha reclamato la cancellazione dell’assedio  fatto ad uno dei suoi Stati membri.

 

Con  termini simili si è pronunciato il III Vertice dei capi di Stato e di Governo di Africa e America del sud, che da Malato, in Guinea Equatoriale, ha incitato ad applicare la risoluzione dell’Assemblea Generale della ONU 67/4 intitolata "Necessità di porre  fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.

 

Il I Vertice della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac), riunito in Cile al principio dell’anno, ha adottato un comunicato speciale, condannando in termini energici la politica d’assedio all’Isola.

 

Il paragrafo 6 della Dichiarazione di Santiago, emessa durante il Primo Vertice CELAC - Unione Europea, respinge le misure coercitive unilaterali contrarie ai diritti,  e le disposizioni  extraterritoriali di Washington contro Stati. entità e persone, che hanno relazioni con L’Avana.

 

Alcuni giorni fa il ministro degli Esteri  Bruno Rodríguez, ha presentato il progetto di Risoluzione (si può leggere e scaricare il pdf in spagnolo, inglese e francese: http://www.cubadebate.cu/wpcontent/uploads/2013/10/InformeBloqueoCuba2013.pdf) che invita per la 22ª volta gli Stati Uniti a togliere il blocco contro Cuba.

 

Numerosi paesi hanno espresso la condanna del blocco che ha provocato perdite all’Isola per un bilione 157327 milioni di dollari. Questo progetto è divenuto una Risoluzione l’anno scorso con il voto a favore di 188 paesi.

 

Solo gli USA, Israele e Palau hanno votato contro; Micronesia e Isole Marshall si sono astenute.

 

Nel dibattito, il gruppo dei 77 più la Cina e il Movimento dei Paesi non Allineati, la Celac, la Comunità dei Caraibi, l’Organizzazione della Conferenza Islamica, il Gruppo Africano e il Mercato Comune del Sud, con altre 17 delegazioni hanno approvato la Risoluzione presentata d Cuba.

 

 

Il Blocco nordamericano è la maggior

violazione dei diritti umani di tutto un popolo

 

 

8.10.2013 - www.granma.cu

 

 

Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba da più di mezzo secolo ha provocato all’Isola perdite per un Bilione 157.327 milioni di dollari, ha affermato  il vice ministro degli Esteri  Abelardo Moreno, presentando il rapporto  che accompagna il progetto di  risoluzione cubana nell’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) sulla necessità di porre fine a questo assedio (si può leggere e scaricare il pdf in spagnolo, inglese e francese: http://www.cubadebate.cu/wp-content/uploads/2013/10/InformeBloqueoCuba2013.pdf).

 

Moreno ha sottolineato la natura trasgressiva del blocco, che va contro la pace, lo sviluppo  e la sicurezza di uno Stato sovrano.

 

Il documento è stato presentato nel Cardiocentro Pediátrico William Soler de L’Avana, un’istituzione danneggiata dalle  limitazioni imposte, che impediscono di comprare medicinali, reagenti , pezzi di ricambio per strumenti diagnostici ed altri elementi necessari per salvare la vita di centinaia di migliaia di bambini.

 

Oltre all’area della salute, il vice ministro ha citato esempi concreti dei danni provocati dal blocco all’educazione universitaria, allo sport, al commercio estero, in tutti i settori.

 

Il  presidente Barack Obama aveva promesso  un nuovo inizio nelle relazioni con Cuba, ma cinque anni dopo il blocco è assolutamente intatto ed anzi, in alcuni settori è stato indurito come nel caso della sfera finanziaria, ha  riferito  Moreno.

 

Solo dal gennaio del 2009 al 9 settembre del 2013, le autorità nordamericane hanno obbligato 30 entità statunitensi e straniere a pagare più di 2446 milioni di dollari per aver avuto relazioni finanziarie con Cuba e altri paesi.

 

Il blocco degli Statu Uniti contro Cuba impedisce l’acquisto di prodotti  fondamentali per la vita dei nostri pazienti, ha dichiarato il direttore del Centro Nazionale di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica William Soler, dottor Eugenio Selman-Housein, che ha offerto precise spiegazioni sui problemi che derivano dalla crudele prepotenza imperiale  statunitense.

 

Questo documento è stato pubblicato prima della votazione della domanda cubana contro questa disposizione, che si terrà nell’organismo mondiale il 29 ottobre.

 

La retorica del blocco, definita da  Moreno una violazione del diritto internazionale ha danneggiato la gestione del commercio estero cubano con un saldo di 3.921.725,790, una cifra superiore all’anno precedente.

 

Il testo segnala, tra gli altri danni significativi, i settori del turismo, dell’energia, delle miniere, dell’agricoltura e delle industrie.

 

Ogni anno dal 1992 Cuba presenta nell’Assemblea Generale della ONU un rapporto contro l’illegittima sanzione unilaterale.

 

Storicamente, questo documento è stato approvato dalla stragrande maggioranza degli Stati membri della ONU.

 

 

Più di 40 paesi hanno chiesto

l’eliminazione del blocco contro Cuba

 

 

3.10.2013 - Waldo Mendiluza www.granma.cu

 

 

Più di 40 paesi dei cinque continenti hanno reclamato nell’Assemblea Generale della ONU la fine del blocco statunitense contro Cuba, che è stato definito “un genocidio”, “illegale”, e “reliquia della guerra fredda”.

 

Per sette giorni di dibattito generale nell’Assemblea, nel 68º periodo di sessioni, il reclamo di porre fine all’ assedio economico, commerciale e finanziario imposto da più di mezzo secolo, si è sentito dal podio delle Nazioni Unite, da parte di presidenti, primi ministri e ministri degli Esteri.

 

Come l’anno scorso la questione del blocco di Washington imposto all’Isola è stata una delle più trattate dai dignitari nell’Assemblea Generale, dai 193 paesi che sono membri della ONU.

 

Nell’ultimo giorno di dibattito martedì 1º ottobre, Nicaragua, Santa Lucía, Granada, Suriname, Barbados, Siria e Guinea si sono sommati alla domanda espressa dai rappresentanti dell’America Latina, i Caraibi, Africa, Asia, Oceania ed Europa.

 

Per il presidente della Bolivia, Evo Morales, il blocco a Cuba è il “peggior genocidio”, mentre i presidenti di El Salvador, Mauricio Funes; Ghana, John Mahama, y Trinidad y Tobago, Kamla Persad-Bissessar, lo hanno definito “una condotta del passato”.

 

Al suo turno sul podio, il primo ministro sanvicentino, Ralph Gonsalves,  ha definito “una vendetta  miope" l’assedio della Casa Bianca, che ha provocato perdite enormi ed è un severo danno sociale per il suo impatto nei settori come la salute e l’educazione.

 

Tutte le persone con un pensiero logico esigono la fine del blocco,  ha affermato.

 

Il presidente del Gambia, Hadji Yahya Jammeh, ha definito disumane, ingiuste e flagranti  le misure di Washington, ed ha avvisato che mancano di giustificazioni.

 

Durante il dibattito generale in altri interventi, l’assedio contro Cuba è stato considerato un forte ostacolo per lo sviluppo degli abitanti dell’Isola ed una violazione del diritto internazionale.

 

In altri interventi, gli oratori hanno ricordato anche le successive amministrazioni statunitensi che hanno sempre ignorato le Risoluzioni, che a stragrande maggioranza si approvano nell’Assemblea Generale dal 1992, sulla necessità di porre fine a questa  misura unilaterale.

 

Al proposito, il  rappresentante permanente dell’Ecuador nelle Nazioni Unite, Xavier Lasso, ha ricordato che l’anno scorso 188 paesi hanno reclamato l’eliminazione del blocco contro Cuba.

 

 

Nuove condanne nell'ONU al

blocco degli USA contro Cuba

 

 

2.10.2013 - www.granma.cu

 

 

Nicaragua, Santa Lucía, Granada, Suriname, Barbados, Siria e Guinea si sono sommati nell’Assemblea Generale della ONU al reclamo internazionale per l’eliminazione del blocco degli Stati Uniti contro Cuba.

 

Nella sesta e penultima giornata del dibattito generale dell’Assemblea, il ministro degli Esteri del Nicaragua, Manuel Santos,  ha domandato l’eliminazione immediata dell’ assedio economico, commerciale e finanziario imposto all’Isola da più di mezzo secolo.

 

Managua ha anche reclamato la liberazione senza condizioni dei quattro antiterroristi cubani che restano reclusi nelle prigioni degli Stati Uniti,  dei Cinque inizialmente detenuti per aver controllato da Miami i gruppi che organizzano, finanziano ed eseguono azioni violente contro l’Isola dei Caraibi.  

 

Il ministro degli Esteri di Santa Lucía, Alva Romanus Baptiste, ha assicurato che l’esclusione di Cuba dalle relazioni normali e complete continua ad essere una ferita aperta nel cuore del nostro continente, che  è inutile e va chiusa.

 

Al suo turno al podio nella riunione di 193 nazioni, il ministro degli Esteri del Suriname, Winston Lackin, ha definito obsoleto e unilaterale il blocco, mentre il suo omologo di Granada, Nickolas Steele, ha espresso solidarietà per Cuba, che continua a soffrire un inutile blocco che è una reliquia della guerra fredda.

 

Con gli interventi citati, sono già 40 le dichiarazioni provenienti dai cinque continenti che reclamano la fine del blocco.

 

Durante le giornate precedenti nella sede della ONU, si sono sentite le voci di presidenti, primi ministri e cancellieri di Venezuela, Bolivia, Vietnam, Giamaica, Bielorussia, Bahamas, Isole Salomón, Tuvalu, Angola, San Vicente y las Granadinas, San Cristóbal y Nieves, Gambia, Seychelles, Congo, Níger e Tanzania, come Antigua y Barbuda, Uruguay, El Salvador, Guyana, Trinidad y Tobago, Sudafrica, Algeria, Namibia, Ghana, Chad, Mozambico, Gabon, Sri Lanka e Timor-Est.

 

Reclamata la fine

 

del blocco a Cuba

 

 

26.09.2013 - www.granma.cu

 

 

Il reclamo della fine del blocco statunitense contro Cuba si è sentito diverse volte nell’uditorio che riunisce i capi di Stato di tutto il mondo nell’Assemblea Generale della ONU, situata nel cuore di New York.

 

Nella riunione generale, il capo dello stato del Mozambico, Armando Guebuza, ha reiterato la necessità di porre fine a questo unilaterale assedio economico commerciale e finanziario.

 

Il presidente dell’Uruguay, José Mujica, ha definito il blocco come “un carico inutile per questo caimano, sotto il sole dei Caraibi che si chiama Cuba.”

 

“Per noi  Cuba sta nei nostri cuori e per questo continueremo ad accompagnarla nella sua battaglia per la sua libertà economica”, ha detto il presidente sudafricano, Jacob Zuma, mentre il presidente di Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, ha segnalato che ancora una volta appoggerà il popolo di Cuba per superare le avversità economiche, ed ha anche considerato che le misure unilaterali come il blocco e le sanzioni economiche imposte ai paesi, sono fatti perturbatori.

 

Il presidente del Gabón, Ali Bongo Ondimba, ha reiterato la sua posizione a favore Dell’eliminazione del blocco per l’impatto negativo che ha sul benessere della popolazione di Cuba.